Il grande Erick De Sousa e il futuro della Cuvée des Caudalies
Da De Sousa c’ho messo le tende! Scherzi a parte, ma ultimamente sto effettivamente vistando molto frequentemente questo vigneron di Avize, che, amicizia personale a parte, considero uno dei produttori in assoluto ‘migliori’ della Champagne tutta. Però, a differenza di tutte le visite passate, questa è stata veramente speciale perché siamo stati accolti (il sottoscritto era accompagnato da Vania Valentini e dalla sommelier Alessia Occhipinti) da tutta la famiglia De Sousa al gran completo, quindi Erick, sua moglie Michelle e i tre figli Charlotte, Julie e Valentin. Con loro abbiamo goduto di quel capolavoro che è il Mycorhize (di tiraggio in tiraggio cresce prepotentemente: vedremo il prossimo!), ci siamo nuovamente stupiti, a dispetto della gioventù, del successivo (2012) Umami, analizzato in anteprima in Grandi Champagne 2018-19, ma per il quale bisogna aspettare ancora più di anno, poi ci siamo nuovamente inchinati di fronte a quell’autentico mostro dell’Umami 2009 in magnum e, infine, abbiamo capito perché Erick abbia (giustamente…) deciso di fermare le vendite della Cuvée des Caudalies 2008, lasciare le bottiglie in cantina e anticipare l’uscita della 2010. Ma non basta, perché il buon Erick ci ha regalato una super anteprima: il futuro della Cuvée des Caudalies, sempre la millesimata.
Calma, i De Sousa non stanno pensando né di fermarne la produzione, né di stravolgerla, ma di far crescere (!) ancora questo prezioso champagne. Infatti, in occasione delle annate veramente eccezionali, verranno selezionati i migliori vigneti che compongono la Cuvée, nel senso che saranno imbottigliati singolarmente, mentre nelle annate minori, ancorché ‘compatibili’ con lo ‘standard’ dell’etichetta, sarà un assemblaggio di vigneti (e Cru) com’è oggi. Insomma, la Cuvée des Caudalies diventa una serie di lieux-dits, due nel 2012 e tre nel 2015, in futuro si vedrà. Ebbene, Erick ci ha fatto assaggiare i due targati 2012, frutto dei Grand Cru di Avize e Le-Mesnil, anticipandoci che nel 2015 ci sarà pure Cramant. Nello specifico, nel suo villaggio natio Erick ha scelto il lieu-dit ‘Pierre Vaudon’ (noto per essere uno dei pilastri del Cristal…), mentre a Les-Mesnil il non meno celebre ‘Chétillon’, per Erick “il miglior vigneto in assoluto del villaggio, semplicemente eccezionale”. Ovviamente non si tratta di proprietà in regime di monopole, ma i De Sousa possiedono una parte di entrambi insieme ad altri. Prima di conoscere da vicino queste due 2012, ricordo che i vini della Cuvée des Caudalies sono frutto di una selezione del solo mosto fiore, poi fermentato in barrique, di cui in parte nuove, con bâtonnage regolari, 10 mesi di élevage e svolgimento della malolattica. Segue una lunga maturazione sui lieviti con almeno due poignetage per rimettere in sospensione i lieviti e, al termine, dosaggio da extra-brut. In questo caso, trattandosi di bottiglie-campione degorgiate per il periodico assaggio da parte della famiglia, la maturazione era limitata a poco più di 4 anni e il dosaggio era pari a 3 g/l.
Cuvée des Caudalies 2012
100% Chardonnay
Avize – Les Pierres Vaudons
Naso molto ricco, se non addirittura denso, curiosamente segnato da una certa maturità, soprattutto sul frutto. Attendendolo, ecco sottili note fumé e una vena di craie via via più evidente. Evolve verso sensazioni di sottobosco, quasi fungine, soprattutto è profondo e sofisticato, tremendamente coerente tanto con lo stile De Sousa, quanto con l’impronta del villaggio. Ovviamente è un vino ancora giovanissimo (è addirittura oltre l’anteprima…), ciò nonostante è piuttosto difficile da ‘leggere’. Molto più convincente la bocca, sempre ricca ma accompagnata da tanta freschezza che rende lo sviluppo – di craie e agrumi – asciutto, teso, sempre coerente con la personalità della linea Caudalies, ma con maggiore snellezza. Intenso finale nettissimo di craie. Vino più cerebrale che di piacere, almeno in questa fase…
Voto: 94/100
Le Mesnil – Les Chétillons
Erick si cimenta per la seconda volta (dopo il 2005) con Le-Mesnil in purezza e sembra proprio trovarsi particolarmente a suo agio con questo villaggio. L’olfatto, infatti, segue il fil rouge del precedente, ma nel rispetto del terroir. Quindi, rispetto all’Avize, è più sottile e teso, più energico e scattante, nonché luminoso, nitido. Va bene, replica quella certa maturità, ma stavolta è imperniata sugli agrumi (canditi) e le piccantezze di spezie (zenzero), c’è inoltre uno spunto floreale e l’anima di craie è più pervasiva, oltre ad apparire tutto il naso molto verticale. L’assaggio, come accaduto con l’altro, è più coinvolgente: freschissimo, ancora energico, perfino brillante, ben bilanciato, integrato, disteso, anche elegante perché mai spigoloso nella spalla acida. Chiusura affilata e salina. Gran bello champagne, meno ‘pronto’ del precedente, ma decisamente più coinvolgente, sorso dopo sorso. Perfetta unione di stile (De Sousa) e terroir (Le-Mesnil).
Voto: 96/100
Erick non ha ancora deciso quando far uscire questi due eccezionali champagne. Sì, eccezionali, perché se già in questa fase di piena evoluzione hanno messo in mostra un simile livello qualitativo, figuriamoci tra qualche anno, quando saranno definitivamente ‘pronti’. Erick ipotizza altri tre anni di attesa, ma a nostro avviso l’Avize è praticamente pronto, mentre il Le-Mesnil sembra effettivamente bisognoso di cantina. Il dosaggio, invece, e ne abbiamo parlato lungamente con Erick, potrebbe essere ridotto per via dell’eccezionale ricchezza di questi champagne. Quanto? L’Avize potrebbe uscire pure a zéro, il Le-Mesnil forse a 2 g/l sarebbe perfetto, sempre secondo la nostra modesta opinione. Chi vivrà, vedrà…
Gli champagne De Sousa sono distribuiti in esclusiva da:
Sarzi Amadè – tel. 02/26113396 – www.sarziamade.it