Alfred Gratien e l’ideale di rosé…
Prosegue spedita la marcia di avvicinamento al debutto della guida Grandi Champagne 2018-19. Proprio questa settimana siamo ritornati in Champagne per gli ultimissimi assaggi, quelle super anteprime che permetteranno di fare in modo che la pubblicazione resti contemporanea durante tutta la sua permanenza sul mercato. Che senso ha, infatti, come fanno altri, uscire con una guida i cui vini recensiti sono per buona parte già in esaurimento?
Come detto la scorsa volta, in questa ‘manovra’ pubblicheremo qui su LeMieBollicine una serie di degustazioni che abbiamo dovuto dolorosamente tagliare dalle pagine della guida, tutte degustazioni estremamente valide come avete avuto modo di intuire, anche stavolta…
Tocca, infatti, ad Alfred Gratien, una new entry che rappresenta un ottimo esempio della miglior tradizione champenoise, visto che tutte le fermentazioni avvengono da sempre in barrique e la malolattica non è svolta. E questa tradizione è sottolineata anche dagli chef de cave che si sono succeduti in oltre un secolo, tutti della stessa famiglia (Jaeger, originari di Reuil), di padre in figlio dal 1905. In guida troverete gli champagne più importanti – se così si può dire… – della maison di Epernay, mentre qui andiamo a presentare l’immancabile rosé non millesimato. Ci riferiamo al tipico rosé d’assemblage fatto nel pieno rispetto dello stile e del savoir-faire Alfred Gratien, ma non si tratta semplicemente del Brut con aggiunta di vino rosso, peraltro di Bouzy. Rispetto al sans année bianco, infatti, cambiano l’assemblaggio e lo schema delle annate (in questo caso la maggior parte dei vini sono frutto della vendemmia 2012, mentre i vins de réserve sono dell’annata precedente e quotano il 15%) al fine di favorire la freschezza. Pertanto, sono tre gli anni di maturazione in cantina, ma poi il dosaggio è sempre a 8 g/l, come il resto della gamma.
Rosé
23% Pinot Noir, di cui l’8% in rosso, 56% Chardonnay, 21% Meunier
Olfatto senza dubbio da rosé con note di cipria, di confetto, di caramella agli agrumi, ma in un contesto che non è mai sdolcinato, bensì fresco, pulito e valorizzato da una buona tensione, nonché da un certo spessore. Passi all’assaggio e… resti spiazzato perché non trovi proprio quanto ti aspetti: una bollicina sottilissima accompagna un vino veramente fresco, molto teso, pulito, addirittura leggero e succoso, con uno sviluppo ora imperniato sugli agrumi che, solo sul finale (sempre rinfrescante nonché pulente per via della tenue tannicità), si ripropongono anche in caramella al fianco di una traccia di legno, che, nel complesso, appare molto ben gestito. A noi ha dato l’impressione di essere stato pensato a tavolino come un rosé capace di soddisfare immediatamente le aspettative di rosato da parte del consumatore medio, dal colore al gusto, e… sembra che il ‘progetto’ abbia alla fine funzionato. Almeno sul fronte della piacevolezza.
Voto: 88/100
(ha collaborato alla scheda di degustazione Vania Valentini)
Beh, in estrema sintesi possiamo dire che non è facile trovare un rosé che identifichi perfettamente l’idea-tipo di questo champagne, eppure la Alfred Gratien sembra esserci riuscita, pur senza picchi. D’altronde, da un sans année ci si aspetta proprio l’essere democratico e in questo il Rosé di Alfred Gratien non solo centra perfettamente l’obiettivo, ma riesce pure a far sue tutte quelle caratteristiche che si pensa (o si vorrebbe) di trovare in uno champagne in rosa.
Gli champagne Alfred Gratien sono distribuiti in esclusiva da:
Mionetto – Tel. 0423/9707 – www.mionetto.com