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Champagne, i dati export del 2011

Puntuale, il CIVC ha ufficializzato i dati relativi alla bottiglie di champagne che hanno lasciato le cantine delle maison nel corso del 2011. Ci si aspettava un ottimo risultato...
di Alberto Lupetti

bottiglie di champagne in cantina

Puntuale, il CIVC ha ufficializzato i dati relativi alla bottiglie di champagne che hanno lasciato le cantine delle maison nel corso del 2011. Ci si aspettava un ottimo risultato e, in effetti, sono state vendute complessivamente circa 323 milioni di bottiglie, per un valore di 4,4 miliardi di euro e una crescita quantitativa del 7% rispetto all’anno passato. Molti si sono sbrigati a far notare che non si tratta di un risultato strabiliante e, in effetti, siamo ancora sotto il record di 339 milioni di bottiglie del 2007, ma si tratta comunque di una performance maiuscola. Per più di un motivo e per buona pace dei detrattori (neanche parlo di quei “buontemponi” che si affrettano a dichiarare pomposamente che “lo spumante ha battuto lo champagne”): passata la crisi del 2008, lo champagne ha mostrato un trend in continua crescita e sta facendo segnare sviluppi impressionanti nei paesi emergenti. Vediamo meglio.

Il primo mercato per lo champagne è quello interno e dall’alto dei 181.644.194 di bottiglie si conferma imbattibile anche per tutto il mondo messo assieme, che si ferma a 141.300.000 e rotti di bottiglie. Ma proprio la Francia ha fatto registrare un calo dell’1,88% rispetto all’anno passato, certamente per via della pesante congiuntuta economica europea.

Fuori dai patrii confini, il paese che consuma più champagne rimane il Regno Unito, con un robusto “oltre 34 milioni e mezzo” di bottiglie; ciò nonostante, rispetto allo scorso anno anche qui c’è stata una flessione del 2,7%: crisi finanziaria?

Per il resto abbiamo praticamente solo incrementi: al secondo posto per l’export si collocano gli Stati Uniti con 19.369.573 di bottiglie (addirittura +14,4%), al terzo si conferma la Germania con 14.204.066 (+8,5%) e al quarto il Belgio, ufficialmente con poco più di 9,5 milioni e un incremento sempre dell’8,5%. Dico ufficialmente, perché in Champagne si dice che il Belgio valga praticamente il doppio, quindi oltre 18 milioni di bottiglie. Dove sono? Nei dati del mercato francese: la vicinanza tra il Belgio e la regione della Champagne fa sì che ci sia un via vai continuo di turisti che attraversano il confine: passano 2-3 giorni tra Reims ed Epernay e rientrano in patria con la macchina carica di bottiglie…

Giappone e Italia si confermano rispettivamente al quinto (7,96 milioni e +6,7%) e sesto posto (7,63 milioni e +6,3%). L’Italia continua a crescere dal 2007, ma siamo ancora molto distanti dagli oltre 10 milioni (e quinto posto) del periodo pre-crisi. Inoltre, qui da noi le nostre bollicine stanno certamente erodendo mercato allo champagne, soprattutto nella fascia sotto i 45 euro.

Immagine sullo Champagne ripresa nel villaggio di Hautvillers
Simpatica immagine ripresa nel villaggio di Hautvillers che potrebbe rappresentare un buon consiglio per un’ulteriore crescita dello champagne…

E veniamo alle crescite notevoli, a due cifre, anche se in numero di bottiglie siamo ancora bassi: con oltre 4,86 milioni l’Australia fa segnare un clamoroso +31,9%. Nel lontano continente oceanico le bollicine francesi piacciono sempre più e, non a caso, il CVIC organizza da anni un concorso per Ambassadeur de Champagne proprio là.

Non male anche il +24,5% della Russia, che si colloca poco sotto il milione e quattrocentomila bottiglie, mentre il colosso Cina ha acquistato 1.317.537 bottiglie (+19,4%), ma siamo solo all’inizio. Cosa che vale ancor più per l’India: fanno sorridere le 290.286 bottiglie importate, ma rispetto allo scorso anno l’incremento è stato del 58,7%!

Francamente, e alla luce di questa succedendo per il vino, mi aspettavo di più dal Brasile: solo 1.050.696 bottiglie. Ma potrebbe essere solo il timido inizio.

Per la cronaca, infine: Singapore +20%, (1,5 milioni), Hong Kong +15%, (1,4 milioni), Corea del Sud +31% (481.000 bottiglie), Malesia +44% (266.000 bottiglie). Gli Emirati Arabi Uniti confermano un forte potenziale con poco meno di 1,4 milioni di bottiglie (+18%) ossia quasi cinque volte in più rispetto a dieci anni fa.

Non mi resta che augurare: à la vôtre santé!

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