Leclerc Briant Brut Réserve: candidato al podio
Viste le numerose richieste in merito, stavo preparando un articolo dedicato ai ritrovamenti nelle proprie cantine di vecchie bottiglie di champagne, ma poi mi è sembrato giusto dare la precedenza alla recensione di un’etichetta, quindi ancora qualche giorno di pazienza per quest’articolo…
Tutto ciò perché la scorsa settimana ero a Lecce, anzi a Vernole presso quell’ottimo ristorante che risponde al nome di Don Fausto per una super edizione di ‘Cinque Chiacchiere di Champagne’. Le cinque cuvée in campo erano tutte eccellenti, per carità, ma se dal Brut Vintage 2004 di Louis Roederer ci si aspettava una goduria assoluta (com’è stato), se dalla magnum di Cuvée R.Lalou 1999 di Mumm ci si aspettavano un’eleganza e una freschezza pazzesche (com’è stato), beh, il Brut Réserve di Leclerc Briant si è rivelato una piacevolissima sorpresa. E per questo è quello che ha forse più colpito i 50 e più partecipanti. Oddio, personalmente non che non conoscessi il valore di questo champagne, no, perché mi aveva impressionato positivamente durante le degustazioni dell’ultima edizione di Grandi Champagne e aveva continuato a piacermi in assaggi successivi, solo che… non me lo aspettavo ‘così buono’!
Leclerc Briant è una maison storica e, grazie all’opera di Pascal Leclerc, è stata tra le primissime a convertirsi alla biodinamica. Non solo, nel 2010 era la più grande in biodinamica di Champagne, ma poi… Pascal scompare prematuramente, le figlie sono troppo giovani e inesperte per continuare la sua opera, così buona parte dei vigneti è venduta e, nel 2012, la stessa maison è ceduta a una coppia di americani. Che ne vogliono il rilancio e, per farlo al meglio, vi mettono a capo con pieni poteri Frédéric Zeimett, figura di prestigio nel mondo dello champagne e già forte di quasi un quarto di secolo in Moët come Direttore Finanziario. Monsieur Zeimett si preoccupa da un lato di ricostruire un buon patrimonio vitato, dall’altro di continuare, anzi di esaltare l’opera di Pascal Leclerc, così si assicura la consulenza di un vero guru della biodinamica, Hervé Jestin. Che gli appassionati ricorderanno come il bravissimo chef de cave di Duval-Leroy per vent’anni e, soprattutto, come il consulente di diversi produttori biodinamici, oltre a essere produttore egli stesso. Se mi posso permettere, l’unico errore che posso imputare a Carol Duval-Leroy è essersi lasciata scappare Hervé Jestin, perché gli champagne della maison di Vertus non sono stati più gli stessi… Ma torniamo a Leclerc Briant: subito, nel 2012, Frédéric Zeimett capisce che il rilancio della maison passa inesorabilmente per un brut sans année alto di gamma e con Jestin si mette subito all’opera. Ovviamente, essendo l’anno zero, non ci sono vins de réserve in cantina, pertanto si tratterà di un millesimato non dichiarato. Selezionano le uve, ovviamente biodinamiche, a Cumières, Verneuil, nella stessa Epernay, quindi a Sermiers e a Cramant, le fermentano in barrique e ve le lasciamo 10 mesi a maturare, senza travasi né bâtonnage. Finalmente, a luglio 2013, lo champagne viene ‘tirato’ per rimanere sui lieviti due anni e, alla fine, essere dosato a soli 2 g/l.
Brut Réserve
20% Pinot Noir, 15% Chardonnay, 65% Meunier
Il bello di questo champagne è che propone immediatamente ed evidentemente un naso fresco, pulito, addirittura croccante, soprattutto lontanissimo da ogni improbabilità di molti (troppi?) biodinamici. Il legno è appena e piacevolmente avvertibile e, più che altro, dona spessore a un’espressione fitta e profonda – ma mai insistente, per via della suddetta freschezza – fatta di tanti agrumi, prevalentemente scuri, oltre al frutto, sempre scuro e mai maturo, alle spezie dolci, al tabacco. La bocca ti mette di fronte esattamente a quanto ti aspetteresti: ancora fresca e pulita, tesa e croccante, al limite del vibrante, soprattutto gustosa, per questo veramente piacevole. Si rivela uno champagne di raro equilibrio, per questo sa essere allo stesso tempo complesso e gradevole e se l’assaggio di un anno fa ce lo faceva ipotizzare uno champagne elitario, o meglio, da appassionati, questa versione ‘definitiva’ ce lo disegna invece molto più trasversale. Con il risultato che piace, anzi, come dicemmo in guida, conquista. A tavola e fuori. Bravi!
Voto: 91/100
La bottiglia assaggiata in guida (tra l’altro non dosata) era stata gentilmente inviata da Frédéric Zeimett come anteprima assoluta e, come detto, si era già rivelata eccellente. Ma ora, dopo che ha terminato il suo normale ciclo di maturazione, è migliorata. O meglio: si è completata, rivelando il suo vero valore. Si, colloca dunque tra migliori 2-3 brut sans année in assoluto? In teoria sì e dico in teoria solo perché si tratta della primissima uscita. Vorrei, vorremmo rivedere questo Brut Réserve alla seconda e alle uscite successive, in modo da verificare se sarà riuscito a mantenere lo stesso, altissimo livello a fronte di annate diverse e con una componente di vins de réserve in campo. Ma, conoscendo le capacità di Zeimett e Jestin le premesse ci sono tutte…
Gli champagne Leclerc Briant sono distribuiti in esclusiva da:
Vintrading – www.vintrading.com