Bruno Paillard Le Mesnil 1987: caspita che champagne!
Ho detto e scritto più volte che, senza nulla togliere altri champagne Bruno Paillard, i blanc de blancs di questa maison sono veramente eccezionali, al punto che amo definire questo produttore “un vero artista dello Chardonnay”. D’altronde, il Blanc de Blancs Grand Cru è addirittura riuscito a diventare eccellente da ottimo che era (non a caso, la maison è sempre in ‘backorder’ con questa etichetta), il Millésime Blanc de blancs si rivela tra l’affascinante e l’irresistibile nel rispetto dell’annata di cui è figlio, mentre il Le Mesnil… beh, è senza dubbio tra i migliori champagne in assoluto! Va bene, ho una predilezione particolare per questo champagne, ma vedo come poi piaccia invariabilmente a chiunque abbia la fortuna di assaggiarlo. L’unico problema è che non è facilissimo da trovare, anche perché l’ultima uscita è ancora targata 1995 (ma prima o poi Bruno e Alice Paillard ci regaleranno una nuova annata…), ma qualora troviate questo blanc de blancs rimarrete anche piacevolmente sorpresi dal prezzo, estremamente vantaggioso.
Bene, finora ero convinto che questo champagne fosse stato prodotto soltanto in tre annate, la suddetta 1995, la 1990, che trovate in Grandi Champagne 2016-17, e la 1988; invece, in occasione della mia recentissima visita alla maison, Alice Paillard mi ha rivelato che esistono altre due annate, anche se veramente rare: la 1985, prima prodotta, e la inusuale 1987. Ebbene, Alice mi ha fatto un regalo enorme perché mi ha fatto assaggiare proprio quest’ultima…
Questo champagne testimonia, omaggia, esalta il fortissimo legame tra la famiglia Paillard e il villaggio di Le-Mesnil: è qui, nel 1983, che Bruno acquista il primo vigneto, il lieu-dit ‘Pudepeigne’, seguito man mano dal ‘Mournoir’ e da altri fino ad arrivare a un patrimonio di 4 ettari solo in questo Grand Cru. E il raro champagne Le Mesnil fu prodotto nelle prime tre annate soltanto con il primo dei due lieux-dits summenzionati, mentre dalla vendemmia 1990 è entrato il campo anche il secondo. Prima della degustazione, Alice Paillard mi ha portato proprio qui, per mostrarmi non tanto i vigneti in sé, ma il loro lavoro su questi. Arrivando in loco mi invita a osservare il colore del terreno dei loro vigneti e quelli degli altri, quindi mi spiega che il 70% dell’intero lavoro della Bruno Paillard è sul terreno dei vigneti, perché “è il suolo che deve trasmettere alla vigna”. Quindi Alice continua dicendo che loro mirano a “esprimere il terreno, l’origine. Come? La vigna è pigra, tende a far espandere le radici in superficie, invece noi facciamo in modo che vadano in profondità, a contatto con la craie. Inoltre, lavoriamo per esaltare la vita microbiologica dei suoli e lo facciamo rispettando le tempistiche della natura. In proposito, facciamo solo trattamenti naturali quando veramente necessario (è inutile trattare prima che ci siano almeno cinque foglie aperte) e lo facciamo con dosi sempre più ridotte”. A proposito dei trattamenti, interessante notare come Alice faccia notare che “in Champagne il rame è inutile perché piove molto, quindi va a finire tutto nel terreno…”. D’altronde, ricordavo bene cosa mi disse proprio Alice diversi anni fa a proposito della cura dei loro vigneti: “non facciamo viticoltura, ma… giardinaggio!”.
Insomma, avrete capito come in Bruno Paillard il rispetto della natura sia fondamentale, al di là di certificazioni ed estremismi ‘bio’ che fanno tanto riempire la bocca (e chiudere gli occhi) a certi presunti esperti. Bontà loro…
Tornando al Le Mesnil, è dunque il blanc de blancs più nobile della maison e, a mio avviso, forse lo champagne più coinvolgente della Bruno Paillard. La vinificazione avviene in piccole botti di rovere, così come l’N.P.U., cui segue una lunghissima maturazione sui lieviti, non meno di 10 anni, anche se poi dipende dall’annata e dai diversi dégorgement, effettuati in piccoli lotti ogni tanto. Già, perché la produzione di questo champagne è, purtroppo, estremamente limitata, inferiore alle 5.000 bottiglie.
Un’ultima nota a proposito dell’annata. Quasi sconosciuta, è stata invece millesimata da diverse maison. Fu un’annata molto difficile (piogge e grandine, addirittura una gelata il 23 maggio), che però diede alla fine dei buoni vini, subito pronti. La vendemmia iniziò l’8 ottobre, la resa, con oltre 11.600 Kg/ha, fu molto buona e le uve spuntarono un prezzo medio di 19,50 FF, poco meno dell’anno prima. Secondo Richard Juhlin, che giudica l’annata a due stelle, chi millesimò lo fece solo per ragioni commerciali e cita come unico champagne degno di nota la Cuvée Louise di Pommery. Ma forse non ha assaggiato questo Le Mesnil…
Le Mesnil 1987
100% Chardonnay
dég. lug. 2009 – Beh, l’annata sarà stata pure un mezzo disastro, ma già il primissimo naso di questo champagne ci mette di fronte a un grandissimo blanc de blancs. È senza dubbio uno champagne maturo, ancorché ben lontano dall’ossidazione, ma che via via si fa sempre più fresco. Anzi, arriva a sfoderare una vivacità insospettabile, ma soprattutto è profondo, stratificato, brillante, tra note di frutta secca, di sottobosco, di legni pregiati, perfino di cenere, quindi di agrumi canditi, di spezie dolci e, ovviamente, alla base di tutto, ecco una bellissima mineralità. Insomma, un naso di grande complessità, a dispetto dell’annata. La freschezza si esalta in bocca, al fianco di una bollicina finissima che supporta un vino cristallino, teso, levigato, gustoso, di sviluppo più ampio che profondo, sì, ma molto elegante, al punto che sembra giocare più di fioretto che di sciabola. Ma accidenti se ha stoffa, fascino, vitalità! E convince con la sua integrità, il suo finale gustoso e ancora fresco, la sua piacevolezza. Va bene, la sua persistenza più che essere solidissima tende un po’ a sfumare, ma questo non vela affatto la ‘prestazione’ di quello che è senza dubbio un grandissimo champagne. In assoluto e quando ricordiamo essere figlio di un’annata tutt’altro che da annali…
Voto: 97/100
Gli champagne Bruno Paillard sono distribuiti in esclusiva da:
Cuzziol Grandi Vini – Tel. 0438/4564 – www.cuzziol.it
Gentile Alberto Lupetti,
potrei sapere la quotazione media di questa bottiglia?
Grazie.
Paradossalmente, la linea Le-Mesnil è molto competitiva: neanche 250 euro al ristorante per un 1990!
Il 1987 è rarissimo e non so con quante bottiglie sia arrivato sul mercato, vista anche l’annata singolare, però, nel caso, non penso che costi più del 1990…
Grazie della risposta.
Prego!