Bollinger R.D. ancora tu… È la volta del 1996!
Beh, gli amici di Bollinger mi stanno proprio viziando: ogni volta che passo da loro non solo mi stappano un R.D. del 2002, ma anche uno più vecchio. Nel corso dell’ultima visita, però, visto che era previsto anche un bellissimo pranzo, i ‘vecchi’ R.D. aperti sono stati ben due (grazie!), un 1996 e addirittura un 1973. Di quest’ultimo vi dirò presto, intanto vorrei parlare del 1996, perché i diversi dégorgement influenzano parecchio – giustamente – questo grande champagne. Così, quello assaggiato in occasione della degustazione orizzontale di 1996, degorgiato a ottobre del 2007 era eccellente, quello bevuto in una recente serata con Federico Angelini (presente a quest’ultima visita insieme a Vania Valentini), degorgiato un anno più tardi, era semplicemente fantastico, a un soffio dalla perfezione (pertanto lo valuto 99/100…). Invece, quest’ultimo? Beh, lo scopriamo subito.
Oramai, visti i diversi articoli pubblicati su questo sito, tutti conoscono l’R.D., lo champagne simbolo di Bollinger, ben più del Vieilles Vignes Françaises. Bene, il ventesimo R.D. della storia è figlio di un’annata particolarissima, unica, mitizzata da noi italiani, che l’abbiamo classificata eccellente, quando, in realtà, gli champenois hanno preferito definirla ‘estrema’ perché nella storia dello champagne non era mai successo di avere uve con un alcol potenziale superiore a 10° e un’acidità anch’essa superiore ai 10 g/l. Per questo motivo, è stata un’annata difficile da interpretare e riprova ne è il fatto che molti di questi champagne sono oggi, dopo vent’anni, completamente scissi, con l’acidità ancora vibrante ma totalmente per conto suo, mentre la materia, sulla via dell’ossidazione, appare completamente slegata. Chi invece l’ha saputa interpretare, o meglio, gestire, si trova oggi con degli champagne assolutamente eccellenti e con una lunga strada di fronte a loro. Ovviamente, l’R.D. è uno di questi…
R.D. 1996
70% Pinot Noir, 30% Chardonnay
dég. 14 mar. 2013 – Naso ricchissimo, denso e vivace, pervaso, anzi animato da una freschezza straordinaria, al punto da poter essere definito ‘brillante’. Nel dettaglio, rivela grassezze, note di frutta secca, agrumi, tostature, spunti di torrefazione, dolcezze che riportano al panettone e una bellissima mineralità marina. Insomma, è integro, completo, autorevolmente potente, finanche nobile, certamente complesso. Bellissimo, insomma. Bocca anch’essa freschissima, succosa, sapida, soprattutto con l’acidità certamente netta, sferzante (siamo pur sempre di fronte a un 1996…) ma mai sovrastante, il che significa essere perfettamente integrata con la materia. Finale teso, addirittura slanciato, sapido, salato, estremamente gustoso. Ah, da non dimenticare la bollicina, splendida. Senza dubbio tra i migliori 3-4 champagne targati 1996.
Voto: 98/100
Il 14 marzo del 2013 in Bollinger dovevano essere particolarmente ispirati, visto che hanno degorgiato diversi R.D.: oltre a questo 1996, certamente il 1988 esaminato un paio di settimane fa e pure il summenzionato 1973 che vedremo la prossima volta, ma non solo. Tornando a questo 1996, voglio solo aggiungere che in questo momento (e in questo caso specifico, a fronte di 16 anni sui lieviti) lo champagne si dimostra ancora giovanissimo ed è solo per questo motivo che il punteggio non è ancora più alto. Già, voglio dire che questo champagne, oltre che una lunga vita davanti a sé, ha pure ulteriori margini di miglioramento: solo allora rivelerà fino in fondo la sua magnificenza, che potrebbe portarlo alla perfezione. Vedremo…
Gli champagne Bollinger sono distribuiti in esclusiva da:
Meregalli Giuseppe – tel. 039/2301980 – www.meregalli.it
Buongiorno
se dovesse scegliere 8 bottiglie per un orizzontale di 96 cosa sceglierebbe?
grazie
Nicholas
Ah, bella domanda!
Le rispondo così: ha visto questo articolo in tre puntate?
https://www.lemiebollicine.com/3007-champagne-1996-imperdibile-degustazione/
Mi faccia sapere se… trova adeguati spunti!