Krug Grande Cuvée: ancora tu…
Beh, non solo non si è minimamente spento il clamore del Vintage 2002, l’attesissimo, nuovo millesimato di Krug, ma, come detto lunedi scorso, è partita una vera e propria caccia a questo champagne… Forse anche perché, oltre alle grandissime aspettative, se n’è parlato tanto, forse troppo, a volte anche a sproposito, per non parlare del fatto che qualcuno gli ha tributato punteggi da capogiro. Rimane il fatto che il suo arrivo è stato certamente un evento e che, in un modo o nell’altro, rappresenterà una pietra miliare nella storia di Krug, questo sì! Ciò nonostante, come detto, i Vintage non rappresentano che una piccola parte della produzione della mitica maison di Reims, mentre è un’altra etichetta a fare la parte del leone: la Grande Cuvée.
Oramai, a forza di ripetere la storiella in giro per il mondo, il buon Olivier Krug sta dimostrando una tenacia invidiabile, forse perché crede veramente nel motto latino “repetita iuvant”. Scherzi a parte, abbiamo capito che “Krug non ha una cuvée de prestige, perché entrambi i suoi due champagne storici (N.1 e N.2, quindi Grande Cuvée e Vintage, N.d.A.) sono essi stessi cuvée de prestige” e che l’essenza della maison, il simbolo del suo stile, la materializzazione della visione del suo fondatore è proprio la Grande Cuvée, un vino di piacere ricreabile ogni anno in quanto non influenzato dall’andamento dell’annata.
E, sulla Grande Cuvée, si apre un mondo… Su questo stesso sito abbiamo avuto modo di scoprirne i segreti più reconditi come non ha fatto mai nessuno, di amarla, restarne rapiti, a volte anche perplessi. Già, perché tra Grandi Champagne e LeMieBollicine abbiamo potuto apprezzarla in tutte le sue declinazioni anno dopo anno… Alt! Non abbiamo appena detto che la Grande Cuvée è sempre uguale a se stessa? In linea di massima sì, ci mancherebbe, ma, soprattutto negli ultimi 4-5 anni, l’annata base si è fatta percepire abbastanza nettamente, influenzando così il risultato finale in bottiglia. Quindi, ecco una veramente sorprendente ‘base 2003’, una godibilissima ‘base 2004’, una deludente (ebbene sì…) ‘base 2005’, una facile e immediata ‘base 2006’, una fresca e agrumata ‘base 2007’, l’ultima, quella ora sul mercato. E pensare che è la stessa maison a essersi cacciata in questa situazione a seguito di quella vera e propria ‘glasnost’ che si è avuta con l’ID Code: ora dei Krug sappiamo tutto, assemblaggio, annata base, visi di riserva, dégorgement, tutto. Krug, che per decenni non ha rivelato nulla dei suoi vini, è stata coraggiosa, ma ora, paradossalmente, deve subire anche questa ‘radiografia’ di ogni sua cuvée da parte di noi appassionati. Fermo restando che qualcosa in Krug è cambiato, eccome! In maniera ironica lo ha perfino ammesso Olivier Krug, rispondendo “tutto è cambiato!” a una fin troppo ingenua domanda di Andrea Gori a tal proposito…
Ma mi sto un po’ prendendo per strada, quindi facciamo un attimo il punto della situazione. La Grande Cuvée è lo champagne più importante di Krug. Da qualche anno la maison sta calcando l’accento su questo aspetto, probabilmente per far uscire questo champagne dal ruolo di “vino per pochi appassionati” che era. Complice anche un aumento della produzione, questo è innegabile. Il risultato è un cambio di stile: fermo restando l’identità Krug, la Grande Cuvée è ora più fresca, leggera e agrumata. Il buon Olivier nega e dice che è una questione di riposo nelle cantine della maison dopo il dégorgement: oggi comunque lungo (almeno un anno, complimenti), impensabile per la maggior parte dei produttori, ma prima lunghissimo, anche un lustro. Quindi, sì, ci può stare la spiegazione di Olivier, ma non mi quadra del tutto. Già, perché paradossalmente, oggi la Grande Cuvée è addirittura più sofisticata: sempre il buon Olivier confessa che oggi ci sono molte più annate di vins de réserve che in passato, tra l’altro conservate in maniera migliore, più efficiente. Pertanto, siamo passati dalle circa cinque annate del padre Henri, alle dieci e passa di Eric Lebel. Allora? Qualcosa è cambiato. Appunto. Alcuni ‘vecchi’ appassionati (tra i quali il sottoscritto) rimpiangeranno per sempre ‘quel’ Krug, in compenso la maison aprirà a una nuova categoria di ‘lovers’, certamente più folta.
E la terra continua a girare e girare, incurante delle nostre sciocche beghe…
All’orizzonte, comunque, si profila un’altra novità in seno a Krug, sempre a tema Grande Cuvée. A partire da fine anno, in etichetta comparirà una nuova dicitura: XXXème Édition. Quindi, l’attuale Grande Cuvée, la ‘base 2007’, riceverà in etichetta questa dicitura, a ricordare che si tratta del 163° assemblaggio della Cuvée N.1. Nel frattempo, però, è la ‘base 2002’ a far debuttare questa nuova indicazione, pertanto diamo il benvenuto alla 158ème Édition. Il suo ID Code 108001 ci dice che questo champagne è, appunto, basato sulla vendemmia 2002 e che, nel dettaglio, l’assemblaggio ha visto concorrere 76 vini di 10 annate diverse, con la più vecchia di queste rappresentata dalla mitica 1988; il dégorgement è avvenuto nella primavera del 2008. Eccola.
Grande Cuvée 158ème Édition
44% Pinot Noir, 36% Chardonnay, 20% Meunier
Quello che al primissimo naso sembrava mancare, o meglio diluirsi nelle ultime Grande Cuvée, qui, invece, è immediatamente evidente e presente. Sto parlando della mitica firma Krug, tra note di brioche, finissime tostature, accenni grassi di burro e di nocciola. Ma non basta, perché qui ci sono complessità ed eleganza, con una straordinaria sensazione di freschezza accentuata da una componente di erbe. Bocca è potente, ricca e cremosa, sebbene queste sensazioni vengano addirittura portate in secondo piano dalla netta, vigorosa, travolgente spinta acida. Ha uno sviluppo agrumato e sapido, in un contesto certamente raffinato, mentre sul finale tende a ‘sfumare’ proprio per via di questa incredibile acidità, al punto che questo champagne sembra criminalmente giovane! Invecchierà in maniera straordinaria. Non me ne voglia Olivier, ma forse siamo di fronte all’ultima ‘grande’ Grande Cuvée. Almeno come la intendono (e la ricordano) certi appassionati…
Voto: 95/100
Questo champagne, vista l’oggettiva rarità, purtroppo non arriverà sul mercato in solitaria, ma farà parte di un’esclusiva cassetta in legno, battezzata “Les Créations de 2002”, che conterrà tre bottiglie di Vintage 2002 e tre di Grande Cuvée 158ème Édition, come omaggio della maison Krug a questa grande annata e, soprattutto, come omaggio a Joseph Krug, che oltre un secolo e mezzo fa ideava due champagne poi passati alla storia, la Cuvée N.1 e la Cuvée N.2. Guarda caso gli antenati della Grande Cuvée e del Vintage…
Mi preoccupo solo di una cosa: se da solo il Vintage 2002 già ha scatenato questa vera e propria caccia, non oso immaginare cosa potrà accadere con questa cassetta, rara e preziosa già prima di uscire sul mercato.
Gli champagne Krug sono distribuiti in esclusiva da:
Moet-Hennessy Italia – tel. 02/671411 – www.moethennessy.it
Buonasera Sig.Lupetti, avrei un paio di domande da farle. ( Non correlate a Krug ma approfitto dello spazio …)
Ricorda la sua analisi in merito al decennale 96 di Cdb?
Interessante a tal punto da farmi girare in lungo ed in largo per trovare un paio delle pochissime bottiglie rimaste in circolazione.
Quanto margine di miglioramento potrebbero avere, se ben conservate, rimando in bottiglia? Quali sarebbero le giuste aspettative in merito?
Vorrei, inoltre, conoscere meglio il mondo di Dom Perignon.
Per ora ho approfondito solo il vintage 2003 e mi chiedevo quale fosse il metodo migliore per conoscere a fondo la suddetta maison.
Vintage più remoti o provare ad affiancarsi ad una delle mitiche Oe? Nel caso saprebbe indicare un annata più utile di altre per iniziare uno studio in merito..
Grazie in anticipo.
Rigosa F.
Sì, ricordo l’ottimo Ca’ del Bosco 1996, forse uno dei capolavori di Maurizio Zanella e del suo staff. Si tratta, oramai, di una rarità, pertanto se è riuscito a trovare qualche bottiglia, beh, complimenti! Sull’invecchiamento non tirerei troppo il collo: siamo a 20 anni dalla vendemmia (che, però, non è stata come in Champagne… Che è tutta un’altra zona, beninteso), quindi mi godrei entro l’anno la o le bottiglia/e!
Per DP, invece, beh, senza andare alla ricerca di rarità, partirei con due bottiglie in commercio, peraltro eccellenti: Vintage 2006 e P2 1998. Lo step successivo potrebbe essere la ricerca di un OE 1996, uno dei grandi capolavori di sempre, e a seguire, un rosé, magari a scelta tra 1998, 2000 o 2002. Poi, ovvio che si sarebbero ulteriori step per approfondire ulteriormente, ma intanto questo può essere un buon inizio…
Mi faccia sapere
Buongiorno
come si fa asapere la base con cui è compasta la Gran Cuvee?
nel ID CODE riporta il vino più vecchio e il più giovane e la sboccatura
esempio : 412042
sbocc autunno 2012
vino più vecchio 1990
vino più giovane 2005
Grazie
Saluti
Grazie, non mancherò di farle sapere.
Mi pare di capire che riguardo alla longevità dei franciacorta lei sia piuttosto dubbioso; territorio? modus operandi? Età dei vigneti ? Quale la causa, secondo lei..
Cosa mi può dire in merito a Laherte Frère? Trovo che il Blanc de Blancs Brut Nature sia estremamente valido.
Ancora Grazie
R.F.
Sì, nutro dubbi sulla longevità. Soprattutto per questioni di terroir (clima in primis: fa sempre più caldo in zona e i vini spumanti vogliono il freddo), ma anche di una singolare voglia di abbattere sempre di più rese, anche questo contrario alle logiche dei vini spumanti, che non vogliono certo le concentrazioni. Non a caso, ho paura che i vecchi millesimati di Ca’ de Bosco, veramente superbi, non li rivedremo più… Ma era una questione di genio di Zanella, un metodo produttivo diverso e un clima diverso. Pace.
Laherte? Sì, effettivamente dovrei parlarne, ha ragione!
Grazie! A presto.
R.F.
Buonasera , sono d’accordo in tutto e per tutto con il suo articolo per quanto riguarda l’essenza Krug , ma prezzo a parte rimane ancora un 2002 tutto da scoprire , il Clos d’Ambonnay che sicuramente “secondo il mio modesto parere ” sarà uno dei migliori Krug. Non ci resta che aspettare con ansia la sua recensione.
A dirla tutta, manca pure il Clos du Mesnil 2002… Vedremo.
Buona giornata
Egregio Sig. Lupetti, avevamo già parlato con Lei di questo argomento in tempi non sospetti, quando il fatto che qualcosa fosse cambiato usciva dal calice delle ultime Gran Cuvee della mia amata Maison… sono pero’ d’accordo con l’affermazione di ms Oliver, confermato da una chiacchierata che ebbi occasione di intrattenere col resposabile delle bollicine di Antinori, il quale, parlando di quando Krug si affidava a loro per la commercializzazione, rivelo’ che la Gran Cuvee rimaneva nei loro magazzini a volte per 2 o piu’ spesso 3 anni… se li aggiunge ai 5 rivelati da Oliver ne deduciamo che per bere una Gran Cuvee vecchio stampo dobbiamo attendere almeno 8 anni dalla sboccatura. .. aggiunga poi le annate di base ultime non proprio ‘felici’ ed ecco svelato l’arcano! Tant’e’ vero che lei stesso parla della 158 in termini simili al vecchio stile, ma se ci pensa, stiamo parlando di una sboccatura risalente ai fatidici 8 anni orsono… cordiali saluti
Buonasera,
sì, ha ragione su tutta la linea e certamente le attuali GC potranno migliorare con un’adeguata maturazione post dégorgement.
Ciò nonostante, alcune cose sono cambiate nella filiera della GC, così come lo stile e questo si riflette inevitabilmente nella personalità di questo champagne. Che potrà piacere o meno, per carità, per alcuni risultare perfino migliore, ma è diverso rispetto ai suoi predecessori.
E non sono l’unico a pensarla così. Anche al di là delle Alpi…
Buongiorno,
volevo verificare l’annata portante di una bottiglia di Krug che ho in cantina per berla alla vigilia, ma mi sono accorto che non c’è l’ID code, bensì solo il codice a barre. Mi saprebbe dire da che vendemmia hanno iniziato ad inserirlo in retro etichetta, così da farmi idea su che vendemmia potrebbe essere? A questo punto, ritenendolo forse un Krug “vecchio stile” e un po’ invecchiato mi consiglia di abbinarlo con aperitivo/l’antipasto o meglio aprire un vino più “fresco” prima e successivamente il Krug a tutto pasto?
La ringrazio sin d’ora e Le rinnovo sentiti auguri di buone feste
Allora, l’ID Code è stato rivelato nell’estate del 2012 con bottiglie degorgiate nel 2010, quindi ‘base’ vendemmia 2003. Bisognerebbe poi capire se l’etichetta è l’ultimissima (quella con il nome Krug composto da sottili linee rosse, introdotta a metà 2011) o la precedente (etichetta sempre dorata, ma con il nome Krug in colore pieno, utilizzata tra il 2004 e il 2011).
Francamente, dopo un Krug con qualche anno sulle spalle berrei solo… un altro Krug, quindi faccia l’aperitivo con un’altra bottiglie e tenga la Grande Cuvée per il pasto.
Mi faccia sapere.
Auguroni
Buongiorno,
avevo fatto esattamente così.
Inutile dirle che il Krug con 5/6 anni di cantina era strepitoso!!!
Purtroppo non ne avevo più, altrimenti avremmo bevuto anche un’altra bottiglia e si trattava dell’edizione 204-2011.
Ecco…
Gentile sig. Lupetti,
credo di non aver ben compreso il funzionamento della nuova dicitura “xxx eme Edition” sulle etichette: appare e apparirà in futuro su tutte le Grand Cuvee (a partire dalla base 2002)? Il dubbio mi viene perché ho bevuto basi 2006 e 2007 senza che riportassero tale dicitura in etichetta.
Grazie se vorrà chiarirmi questo dubbio.
La prima Cuvée N°1 prodotta da Jospeh Krug era la ‘première edition’; poi è diventata Private Cuvée e successivamente Grande Cuvée, ma la numerazione progressiva non è stata mai indicata.
È uscita fuori con la Grande Cuvée base 2002 e dalla fine di quest’anno a tutte le Grande Cuvée di nuova etichettatura sarà aggiunta questa dicitura, 163ème per la base 2007, 162ème per la 2006 e così via.
Spero di essere riuscito a chiarire…
Immagino allora di non essere a conoscienza di un punto alla base di questa questione: la Grand Cuvee viene quindi immessa sul mercato senza necessariamente rispettare la consecutività delle annate base? Cioè, l’ultima uscita è quella con base 2007 (che ho bevuto ma non aveva la nuova dicitura in etichetta), ma ciò non implica che continuino ad essere immesse sul mercato GC con basi precedenti (che riporteranno la nuova dicitura in etichetta). Corretto?