Gli anni ’80, la ‘golden age’ dello champagne
(I PARTE)
A dicembre 2010 nasceva per me quella che sarebbe poi diventata una felice, anzi felicissima consuetudine: la cena di Natale con alcuni grandi amici della Champagne. Noi dall’Italia portavamo da mangiare (Mortadella Favola, Culatello e Strolghino di Squisito, Grana Padano, pasta, cotechino, ecc) e loro, gli champenois, ci mettevano da bere, scegliendo di volta in volta un’annata. Il primo appuntamento si tenne al Manoir de Verzy (Veuve Clicquot) nel 2010 ed eravamo il sottoscritto e Federico Angelini, Dominique Demarville e Jean-Baptiste Lécaillon, rispettivamente chef de cave di Veuve Clicquot e Louis Roederer. Anno dopo anno si sono aggiunti Olivier Krug e Cyril Brun (all’epoca braccio destro di Dominique, ora chef de cave di Charles Heidsieck), mentre da parte nostra sono venuti via via Daniele Tagliaferri, Giacomo Neri; a rotazione anche la sede dell’evento, che ha visto in campo pure la villa privata della Roederer. Una gran bella tradizione che è diventata il nostro consueto ‘dîner de Noël’.
Quest’anno (2015) siamo tornati da Veuve Clicquot, ma all’Hotel du Marc nel centro di Reims, mentre il gruppo degli champenois si è arricchito del grande Régis Camus (chef de cave di Piper Heidsieck); per l’occasione, il sottoscritto e Federico erano accompagnati da Amedeo Pasquino (Delegato AIS Lecce) e Pascal Tinari (sommelier del ristorante di famiglia Villa Maiella *). Il tema della serata doveva essere inizialmente l’annata 1985, ma poi gli amici champenois hanno deciso di ‘esagerare’ ed è diventato gli anni ’80. Noi abbiamo portato per l’aperitivo Mortadella Favola, Culatello di Zibello by Squisito, Capocollo di Martinafranca di Santoro, poi tagliolini al tartufo bianco d’Alba, spaghettoni Benedetto Cavalieri ‘cacio e pepe’, da Villa Maiella due cavalli di battaglia come la ‘Patata ripiena di patata su crema d’aglio di Sulmona’ e ‘Battuta croccante d’agnello’, quindi l’immancabile cotechino, stavolta quello dei F.lli Palmieri. Molto giustamente, abbiamo pensato prima di fare la degustazione e poi goderci gli champagne al fianco del lauto pasto.
Ecco il racconto della degustazione, iniziando con questa prima puntata con il padrone di casa, quindi Veuve Clicquot. Ecco, allora, gli champagne selezionati per la serata da Dominique Demarville.
La Grande Dame 1985
(ultima annata con la ‘vecchia bottiglia’, dég. 1996)
Gran bel naso, inizialmente giocato su sensazioni di zafferano, marzapane, orzo e torba. Man mano si ‘apre’ e si fa sempre più fresco a disegnare un grandissimo champagne poggiato su una splendida mineralità. Bocca al limite del perfetto, forse non al livello della mitica LGD 1988, ma ancora una volta a dimostrate la grandezza di questa etichetta quando ha la possibilità di maturare a lungo. Ad averne…
Voto: 98/100
Vintage 1985
(bottiglia, dég. 1992)
Al naso sembrerebbe avere minore articolazione del precedente, peraltro come è giusto che sia, ma svela un’insospettabile freschezza, oltre a note mineral/iodate e di cacao. Assaggio pieno ma teso, vivace, gustoso, forse non così persistente, ma non dimentichiamo che non è facile trovare uno champagne di trent’anni in tale, straordinaria forma.
Voto: 97/100
Vintage 1985
(magnum, dég. 1993)
Ovviamente è l’esaltazione del precedente… Splendido naso, tostato, finemente dolce su note di panettone, torrefatto, con evidenti spunti di pietra focaia. Bocca integra e vibrante, per non dire ancora una volta perfetta: ampia e profonda, brillante e gustosa, veramente fresca, levigata e decisamente minerale, agrumata e pure piccante (pepe bianco). Paradossalmente sembra addirittura e ancora troppo giovane! Notevole.
Voto: 98/100
Rare Vintage Rosé 1985
(dég. 2004)
Il primo tentativo di ‘œnothèque’ by VCP, prima di Vertical Limit e Cave Privée. Onora la grande tradizione in rosa della maison, con un naso carnoso su frutti rossi piacevolmente maturi, spunti di sottobosco, fiori secchi, torrefazione, tutto in un contesto di raffinata complessità. Palato integro, animato da una bella freschezza che da un lato lo snellisce e dall’altro sembra esaltare quanto riscontrato al naso, poi a culminare con una finale minerale. È uno champagne che non mi ha mai convinto del tutto, come se gli mancasse qualcosa, il colpo d’ala…
Voto: 93/100
Cave Privée Rosé 1979
(magnum, dég. 2010)
Si conferma nobile e affascinante, tra note di fungo e tartufo, frutta disidratata e legni pregiati. È un vino molto complesso e in grandissima forma, tanto che è impossibile dire si tratti di un 1979… Bocca fine, levigata, assolutamente fresca, nonché asciutta e pervasa da una bella trama fruttata, quindi pure da spezie e, soprattutto, sapida sulla mineralità in chiusura. Emozionante.
Voto: 98/100
Insomma, Veuve Clicquot ribadisce per l’ennesima volta di essere quella straordinaria maison che per me è sempre stata. Sapevo che le vecchie annate erano fantastiche, ma forse non mi aspettavo una tale infilata di capolavori. E con gli champagne che sta firmando oggigiorno proprio Dominique Demarville questa eccellenza si sta perpetrando nel migliore dei modi. M.me Clicquot ne sarebbe fiera!
Nella seconda parte andremo a scoprire Roederer e Krug, nel frattempo vi lascio a qualche altro scatto della serata…
Moet-Hennessy Italia – tel. 02/671411 – www.moethennessy.it
Illustre Alberto salve, anche se non amo i rose’ ho ceduto pensando all’annata ed al relativo invecchiamento ed ho comprando una rare vintage rose 1985….le farò sapere anche se, da quello che scrive, non la conquistata….a presto
Il Vintage Rare Rosé di VCP? Sono curioso, aspetto…
Gentile Alberto,
durante queste vacanze stappero una bottiglia di rare vintage rose 1985. Essendo la prima volta che provo champagne cosi “datati” o comunque precedenti al 1996, sarei curioso di sapere se necessita di una mezz’oretta d’aria prima di essere gustato o e’ subito pronto per il brindisi al momento dello stappo? In suo articolo sul Giulio Ferrari 2005, riconosceva un certo netto miglioramento del gusto dopo un’oretta.
La ringrazio per condividere con noi questa sua grande passione, e le porgo i miei migliori auguri per le festivita natalizie.
Santé!
Cosimo
Vorrà dire Rare 1985, perché la Rare Rosé (recensita in anteprima su questo sito poco tempo fa) è nata nel 2007 e uscirà a breve…
Rare 1985, dicevamo… Bene, sarà un caso, ma martedì prossimo troverà qui su LeMieBollicine la recensione al termine di un articolo dedicato Régis Camus: ce la fa ad aspettare?
Auguroni!
Buonasera Alberto.
Potrebbe gentilmente spiegarmi cosa è il carte d’ or di veuve clicquot?
E secondo lei quali sono le annate migliori di questa etichetta?
Sempre mille grazie.
Gabriele
È il nome dei vecchi millesimati della maison, gli antenati dei Vintage per capirci. Senza andare troppo indietro nel tempo, 1982, 1985 e 1988 sono veramente notevoli. D’altronde si tratta delle tre grandi annate della decade…