Cecchi e Collard-Picard: un matrimonio… spumeggiante
Il 28 ottobre scorso a Firenze, nella splendida cornice del Ristorante Borgo San Jacopo affacciato sull’Arno e su Ponte Vecchio, Cecchi ha ufficialmente presentato alla stampa e ad alcuni specialisti di settore la maison de champagne Collard-Picard, presente lo stesso produttore Olivier Collard.
I più attenti osserveranno che Cecchi ha iniziato a distribuire questo RM in Italia da quasi quattro anni, pertanto una presentazione ufficiale solo ora può suonare strana, però è stato lo stesso Andrea Cecchi a spiegare, a chiarire: “abbiamo voluto presentare ufficialmente Collard-Picard solo al termine di un percorso che ci ha permesso di conoscerci approfonditamente e, soprattutto, consolidare la presenza di questo champagne sul mercato italiano”. Che, a pensarci un ottimo, è indice di estrema serietà in quanto ha esposto mediaticamente il nome Collard-Picard solo quando effettivamente e assolutamente reperibile, quindi senza annunci roboanti ai quali poi non corrispondono dati di fatto.
Bene, ciò premesso, ecco un piccolo fotoracconto di questa giornata, che in questo caso penso possa più di mille parole…
Luca Stortolani, direttore commerciale Italia di Cecchi, Olivier Collard e Andrea Cecchi, patròn dell’azienda vinicola toscana insieme al fratello Cesare, purtroppo non presente in quanto all’estero per impegni improrogabili.
L’evento si è tenuto nel suggestivo Ristorante Borgo San Jacopo e ha avuto la degna conclusione nella colazione firmata dagli chef Beatrice Segoni e Peter Brunel.
Dopo l’accoglienza degli ospiti, si è svolta la degustazione della gamma Collard-Picard guidata dallo stesso Olivier. Si è iniziato con la Cuvée Sélection (50% PN, 50% PM), prodotta in circa 40.000 bottiglia annue. Accidenti, è cresciuto tantissimo questo champagne negli ultimi due anni: fresco e agrumato, pulitissimo. Un ottimo aperitivo per tutti.
Il sans année alto di gamma è la Cuvée Prestige (25% PN, 50% CH e 25% PM fermentati totalmente in botte), anch’essa prodotta in 40.000 bottiglie. È un eccellente champagne che conferma per l’ennesima volta questa sua stoffa e, soprattutto, conquista chiunque lo assaggia. In proposito, Olivier mi ha raccontato questo episodio: in un recente contest-tasting in Giappone, questo champagne ha scalato tutte le eliminatorie fino alla finale, dove ha trovato una celeberrima cuvée de prestige. Ebbene, ha vinto, raccogliendo 18 preferenze su 24 giurati in totale!
Olivier Collard sta progressivamente introducendo (per ora sui brut sans année, ma man mano sarà estesa a tutti) l’informazione della data del dégorgement e del dosage in controetichetta: bravo!
Collard-Picard produce anche un pregiato blanc de blancs 100% Grand Cru (uve bio di Oger e Le-Mesnil), interamente fermentato in botte. È la Cuvée Dom.Picard, millesimato non dichiarato attualmente basato sulla vendemmia 2008. Assaggiato in guida era apparso fin troppo giovane, ancorché con un potenziale enorme… Ecco, questo potenziale ora si sta rivelando: il vino è brillante, gustoso, appagante. Da non mancare.
Il millesimato (2006) si chiama Essentiel ed è un non dosato (<1 g/l di zucchero residuo) figlio di un assemblaggio che coinvolge tutte e tre le uve, ma con lo Chardonnay maggioritario (50%). Quando Olivier me lo fece assaggiare in anteprima un paio di anni fa non mi convinse, ma oggi l’ho trovato veramente sorprendente: dritto e verticale, pulitissimo. Prodotto in sole 8.000 bottiglie, esalta la grande tavola.
La degustazione si è conclusa sontuosamente con tre perle prodotte dal nonno di Olivier, il grande René. Tre millesimati da solo Pinot Meunier, due Brut (1976 e 1979) e un Rosé (1969): la dimostrazione non solo della longevità dello champagne, ma anche delle potenzialità del Pinot Meunier, spesso trascurato…
Dei tre, mi è piaciuto di più il Brut 1979 (dég. 2004; dosage 0 g/l), opulento e fresco, quindi assolutamente lontano dalla benché minima ossidazione, ovvero con l’età tradita in parte solo da spunti di fungo. Splendida bocca, vinosa e fresca, addirittura carezzevole e con un finale ‘saporito’. Senza nulla togliere agli altri due, beninteso, però…
Al termine hanno fatto parlare anche il sottoscritto… Beh, d’altronde Olivier è un amico, lo conosco sin dagli inizi e devo confessare che sono stato io il regista del suo incontro con i Cecchi.
L’eccellente colazione è stata accompagnata dal Rosé (50% PN, 50% PM, con circa il 15% di vino rosso aggiunto) e dalla Cuvée des Archives 2002 (20% PN, 80% CH, bouchon liège, uve da una vigna centenaria purtroppo poi espiantata.
Ma… la rivedremo in una seconda vita tra qualche anno!). Bene, se quest’ultimo champagne lo trovo molto sofisticato e nobile, un vero pezzo d’opera nonostante sia stato prodotto in quantità estremamente limitata, il primo, invece, l’ho sempre trascurato colpevolmente, salvo poi scoprirlo piacevolissimo in questa occasione: non mancherà nella prossima edizione della guida Grandi Champagne!
Cecchi – tel. 0577/54311 – www.cecchi.net