Annamaria Clementi 2004: ma che bella sorpresa!
Sarà perché oramai sono uno champagnista incallito, ma è evidente che non seguo abbastanza i e la Franciacorta, anche se ammetto con la medesima onestà che ci sono alcuni produttori (invero pochini) che lavorano veramente bene e riescono addirittura ad andare ‘oltre’ il terroir. Comunque, sottoscritto a parte, l’immagine dei Franciacorta è innegabilmente in forte ascesa, soprattutto da quando il Consorzio è guidato da Maurizio Zanella. Ritengo Maurizio un ‘geniaccio’, un personaggio nel senso più positivo del termine. La sua storia è a dir poco affascinante, ma, soprattutto, è stato il primo a capire, in tempi non sospetti, che il modo di fare vino in Italia andava radicalmente cambiato. E, nonostante tutto, è ancora lui l’anima di Ca’ del Bosco.
Questa premessa mi porta a parlare dell’etichetta di punta della cantina di Erbusco, che ho riassaggiato qualche giorno fa quasi per caso. Ero nella mia cantina a cercare alcune bottiglie quando mi sono imbattuto in un’Annamaria Clementi 2004. La guardo e ricordo di averla assaggiata al debutto, ma non ricordo il vino in sé. Brutto segno. Così decido di riprovarla, a oltre un anno di distanza. Il risultato lo vediamo poco sotto, prima, però, ricordiamo cos’è questo Franciacorta che rappresenta la massima espressione di Ca’ del Bosco ed è il risultato della continua voglia di migliorarsi da parte di Zanella, oltre a rappresentare la summa delle uve e delle capacità di Ca’ del Bosco. La Annamaria Clementi nasce nel 1979 (anche se non si chiamava ancora così) dalla più ferrea selezione di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco (oggi 16 parcelle con piante di quarant’anni e rese molto basse, meno di 80 q/ha) e dalla successiva, lunga permanenza sui lieviti (circa 7 anni); nel mezzo non bisogna dimenticare l’ulteriore selezione dei mosti (solo la primissima spremitura) e la fermentazione di questi in barrique, con 6 mesi di affinamento. La cuvée è intitolata alla mamma di Maurizio Zanella (purtroppo scomparsa a maggio di quest’anno), come un omaggio del figlio alla madre, certo, ma credo anche per ricordare che se nel 1964 la signora non avesse acquistato quella ‘casa nel bosco’ di castagni e poi non vi avesse ‘confinato’ il figlio, chissà quale sarebbe stato il futuro dello stesso e… della Franciacorta!
Annamaria Clementi 2004
20% Pinot Nero, 55% Chardonnay, 25% Pinot Bianco
sbocc. aut. 2012 – Ma che bel naso, accidenti! Perfetto nello stato di maturazione, spesso, grasso quasi burroso, decisamente tostato, pervaso da bellissime note agrumate che sfiorano la canditura, oltre a spunti di frutta secca… Dà la netta impressione di avere uno straordinario Chardonnay alla base.
Bocca piena nella materia, fine nella bollicina, ancora con gli agrumi protagonisti, soprattutto freschissima e gustosa. È un po’ statica, nel senso di non particolarmente profonda e dinamica, invero insistente sulle laterali, ma lascia una bellissima pulizia al fianco di una sapidità che sembra non voler finire mai. Così, finisco per trovare questo Franciacorta nobile, molto equilibrato, anche piacevolissimo, tanto da tirare immancabilmente un secondo calice. A memoria, una delle migliori prove non solo di questa etichetta, ma della spumantistica italiana tutta.
Voto: 91/100
Qualche tempo fa, quel palato e quello scrittore straordinari che risponde al nome di Antonio Paolini mi diceva come, a suo avviso, la miglior bollicina italiana fosse mediamente il Giulio Ferrari, “però quando la Annamaria Clementi azzecca l’annata non ce n’è per nessuno!”. Ecco, ora capisco cosa intendesse Antonio, perché questa 2004 deve essere proprio una di quelle.
Assaggiata in veste 2005, sicuramente una fra le miglior riserve franciacortine.
L’annata da lei descritta è stata, nel suddetto territorio, assai libidinosa, riprova del fatto ne è il millesimo (2004) sempre di Cdb.
Assaggiato anch’esso di recente e trovato di una freschezza quasi inaspettata e non del tutto franciacortina.
Nello specifico, al momento del primo mio assaggio della riserva in questione, rimasi abbastanza dubbioso a riguardo, probabilmente, come lei scrive in suoi precedenti articoli, ebbi un approccio più da appassionato che da critico.
Tuttavia, sorso dopo sorso, AmC, mi ha piacevolmente coccolato fino a finir la bottiglia.
Sicuramente un gran prodotto.
Francesco R.
Grazie del suo prezioso contributo!
In effetti, la AMC 2004 mi è sembrata ben fuori dagli standard franciacortini, come conferma lei, e molto “champagnosa”, se mi si passa il termine…
Devo confrontarmi con la AMC 2005, ma con l’esperienza della 2004, preferisco aspettare almeno un altro annetto…
Buongiorno Sig. Lupetti come sta? Di Champagne me ne intendo pochissimo, ma di Bollicine metodo classico Italiano ne ho bevute a “damigiane”… Indubbiamente Anna Maria Clementi é una delle 4/5 migliori appunto in Italia a mio avviso, solo il costo mi proibisce di berla con frequenza… Provi se puó gli alto Atesini come Hausmannhof o Comitissa….Altalanga Valentino Zeró o l’ Oltre pò pavese Monsupello…. Sarebbe bello sapere il suo AUTOREVOLE parere!! Complimenti grazie
Buongiorno,
sto molto meglio, grazie!
Beh, se diventerà appassionato di champagne come lo è di bollicine italiane… wow! Scherzi a parte, mi occupo quasi esclusivamente di champagne al punto a trascurare – lo so – le realtà italiane. Purtroppo, lo champagne è lo champagne. Presto, però, pubblicherò un italiano molto interessante e – credo – quasi sconosciuto, ma seguirò certamente il suo consiglio.
Grazie.
Le farò sapere, ma mi dia un po’ di tempo…
A presto
Lorenzo Faccoli, un produttore che si esula dal movimento massivo franciacortino.
Coccaglio, Monte Orfano.
Riserva 10anni, annata 2004, 108 mesi di permanenza sui lieviti.
Ho recuperato una delle poche bottiglie in circolazione ed a breve vorro’ confrontarmi con questa diversa interpretazione di un millessimo che in Franciacorta ha già regalato grosse soddisfazioni.
Le farò sapere le mie personalissime impressioni.
Francesco R.
Buongiorno,
è vero, Faccoli dovrebbe essere un produttore di primo piano di Franciacorta. Assaggiai qualcosa 7-8 anni fa, ma non ricordo. Dovrò rimediare, allora…
Comunque, mi faccia sapere che sono molto curioso.
Saluti
Buongiorno! Se posso permettermi Francesco lei ha citato uno dei miei produttori “Franciacortini”preferiti con Cavalleri ed altri 2 piccole cantine… Ci faccia sapere di questa bottiglia chel’attende ne sono molto curioso anch’io!!! Sig. Luppetti un’eticatta Italiana che m’incuriosisce parecchio e nn ho mai potuto assaggiare é d’Araprí…. Cmq quando lei dice che lo Champagne é lo Champagne…. Mi tolgo il cappello!!! Ma viste sotto un’altra luce nn di paragone, ma tutta da gustare sono buone anche alcune delle nostre ad alti livelli!!! Buona giornata e grazie
Buongiorno anche a lei!
Ebbene è proprio così: lo champagne è lo champagne… Però ribadisco che D’Araprì è una delle realtà italiane in assoluto più valide per quanto riguarda le bollicine. Anche in questo caso, i miei assaggi risalgono a diversi anni fa, ma ricordo che si trattava veramente di grandi bottiglie. Dovrò rinfrescare la memoria…
Ho bevuto questo famoso bollicine 3 giorni fa nella Enoteca della Valpolicella a Fumane per festeggiare un momento particolare.
Sono rimasto meravigliato di questo “Champagne” eccellente e ho intenzione di aggiungerlo nell mio tresore dei vini preferiti.
Dove in Germania posso comprarlo ?
Oppure potrei venire direttamente in cantina. Sono quasi una volte al mese nella vostra zona.
Buongiorno,
purtroppo questo Franciacorta, peraltro veramente eccellente, è esaurito. L’unico modo di averlo è telefonare alla stessa Ca’ del Bosco, oppure… cercarlo su Internet, dove mi sembra sia ancora reperibile…
In bocca al lupo!
Buongiorno,
ci hanno regalato 2 bottiglie di AMC brut e rosè anno 2004. Ritiene che debbano essere bevute subito, che sia quasi tardi, o che possano restare ancora un po in cantina?
La ringrazio per i suoi preziosi consigli.
È certamente un grande Franciacorta, che può invecchiare qualche anno. Ma, avendone due bottiglie, io farei così: una me la godrei subito, una tra 1-2 anni!
No?