Cristal Rosé 2006: anteprima di un grandissimo champagne in rosa
Ancora Roederer (da leggere l’attesa degustazione del Cristal Rosé 2006), d’altronde avevo detto che dopo la mia ultima visita avrei poi avuto molto da raccontare… In effetti devo dire che è stata una delle più coinvolgenti, interessanti e piacevoli visite mai fatte in Champagne (e certo non sono state poche…) e per questo vorrei ringraziare pubblicamente Jean-Baptiste Lécaillon.
Lo chef de cave ci ha (con me c’erano Alessandro Scorsone e il sommelier Pascal Tinari di Villa Maiella) innanzitutto organizzato una magnifica degustazione di vins clairs della vendemmia 2013 e devo confessare che questa è stata fondamentale per evidenziare definitivamente – al punto da definirla addirittura didattica – l’eccellenza Roederer e capirne il perché. Nel mondo del vino, i produttori amano ripetere a tal punto che “il vino si fa in vigna” da averne fatto uno slogan, ma in Roederer questo non è semplicemente vero al 100%, ma è addirittura fondamentale. La maison di Reims possiede 240 ettari di vigneti nei migliori Cru e coteaux della Champagne e 60 di questi sono in regime biodinamico, per un totale di 410 parcelle: ebbene, da queste nascono uve straordinarie che poi Lécaillon valorizza in cantina, decidendo a seconda dei casi se fermentarle in acciaio (per la purezza) o in legno (per la ricchezza, la profondità). Abbiamo assaggiato Pinot Noir della Vallée de la Marne (parcelle di Cumières e Aÿ: in Roederer si vinifica sempre per parcelle) e della Montage de Reims (Verzy e Verzenay), quindi gli Chardonnay della Côte des Blancs (Avize, Cramant, La Mesnil e Vertus), biodinamici e non, fermentati in legno o in acciaio, e il risultato è stato notevole: grandi vini, vini compiuti più che vins clairs, ricchi, complessi, con una gestione del legno assolutamente perfetta e, nel caso dei biodinamici, energici e molto verticali (e mai improbabili come avviene nel caso di moltissimi “naturalisti”: capito talebani del vino?). Ma più d’ogni altra cosa, vini tremendamente espressivi del loro territorio. Non a caso, Lécaillon dichiara giustamente che “in Roederer facciamo vini di terroir”.
Poi siamo passati agli assaggi: un irresistibile Brut Premier in magnum (ne parlerò in un’altra occasione), un fantastico Cristal 2006 che conferma la classe riscontrata negli assaggi della guida Grandi Champagne 2014-15, un Cristal 2002 che dimostra come anno dopo anno questo champagne riveli con sempre maggiore evidenza la sua preziosità, una novità rivoluzionaria a proposito della quale chiedo ancora un po’ di pazienza e, infine, “lui”, l’attesissimo Cristal Rosé 2006. Questo champagne, punta di diamante della gamma Roederer, è prodotto in massimo 40.000 bottiglie a seconda dell’annata e le uve provengono invariabilmente dalla stesse parcelle biodinamiche, per un totale di 5 ettari, ad Aÿ per il Pinot Noir e ad Avize per lo Chardonnay. Quindi, il Cristal Rosé è uno champagne 100% biodinamico. Queste uve, poi, sono macerate a freddo per il Pinot, fermentate in tini tronco-conici di legno per il 30% e alla fine assemblate insieme. Ovviamente, la malolattica non viene svolta, come avviene per tutti i vini Roederer frutto delle uve di proprietà.
Cristal Rosé 2006
55% Pinot Noir in rosa, 45% Chardonnay
L’approccio olfattivo non solo denota una grande freschezza, ma soprattutto una spiccata eleganza di questo Cristal Rosé 2006. Questa grande finezza, però, non dà immediatamente l’idea di rosé, anzi la natura di vino rosato è sussurrata nell’intreccio tra mineralità e frutto rosso. Il risultato? Una fascinosa nobiltà. La bocca rappresenta l’ideale prosecuzione del naso, quindi è ancora freschissima, non meno elegante, con quest’ultima a sposarsi perfettamente con la densità della materia, una materia ora di agrumi scuri e mineralità.
Progressione perfettamente lineare e finale rocciosamente fresco ed elegante, ma non meno lungo.
Un capolavoro di champagne, anche perché sfodera una bevibilità inusitata…
Voto: 97/100
Recentemente ho dichiarato che Roederer è “la miglior maison de champagne” in quanto ha tutti champagne eccellenti in gamma, dal primo all’ultimo, e questo succede rocciosamente anno dopo anno. Beh, sarà un caso, ma un recente speciale de La Revue du vin de France dedicato alle migliori 50 maison mette al primo posto proprio la Louis Roederer, definendola “L’Hermès de la Champagne”…
Sagna – tel. 011/8131632 – www.sagna.it
Buonasera, lo scoperto il vs. sito specializzato e vorrei approfittare della
vostra disponibilità e professionalità per far valutare alcune bottiglie
rinvenute in cantina sia in ordine alla qualità dell’annata che in merito ad un
eventuale valore di vendita. Si tratta di due bottiglie di champagne cristal
bruit Louis Roederer anno 1964 ed una bottiglia anno 1983. Inoltre ho trovato
tre bottiglie di Aquavite di vinaccia prodotto da Charles Heidsieck che non
indicano l’annata ma solo la serie W 366398-366400-366401 sull’etichetta
imposta di stato.
Grazie infinite per il tempo dedicato. Marina
Buongiorno,
premesso che per le bottiglie vecchie è fondamentale lo stato della conservazione (dove sono state tenute e come, ma dalle foto che mi ha inviato sembrano in ottime condizioni), le posso dire che la 1964 è stata un’annata eccezionale in Champagne, un po’ meno, invece, la 1983, anche se è da considerarsi comunque più che buona. Ma Louis Roederer, per via dei suoi vigneti eccezionale e del fatto che il Cristal è prodotto solo con uve di proprietà, spesso anche le annate non al top si rivelano sorprendenti. Per venire al valore, una bottiglia di Cristal 1964 si attesta sopra 1.000 euro, il Cristal 1983 tra i 400 e i 500. Ma si tratta di valutazioni da confermare, per le quali ho chiesto alla stessa maison. Quindi le farò risapere con maggiore precisione.
Per le bottiglie di Marc de Champagne di Charles Heidsieck, invece, confesso di non avere idea. Questo distillato non ha mai avuto grande successo, quindi in questo caso può essere solo la storicità delle bottiglie a determinare un eventuale valore. Scrivo alla maison, pertanto, e l’aggiorno.
Egr. Sig. Lupetti, la ringrazio per la tempestività nella risposta e resto in attesa delle valutazioni della maison. Buonasera.
Marina – Salerno
Buonasera Alberto.
Ho recentemente acquistato una bottiglia di Cristal 2006 blanc in formato Magnum completa di cofanetto e certificato.
Cercando nel sito non ho trovato recensito questo vino. Lei sicuramente avrà avuto modo di assaggiarlo e così le chiedo gentilmente se mi può dare una sua opinione.
Sapendo che il Cristal migliora dopo alcuni anni lasciato riposare in cantina, e teoricamente un Magnum ancora di più, quando sarà “pronto” per essere bevuto?
Un’ultima nota commerciale…. ho acquistato la bottiglia in enoteca a 340 euro, le sembra una cifra in linea con il mercato?
Sempre mille grazie e complimenti per la sua inossidabile professionalità.
Gabriele
Non l’ha trovato perché era nell’edizione 2014-15 della guida… Dove uscì con un ‘confortante’ 96/100. La bottiglia, perché la magnum è addirittura superiore…
Ho recentemente bevuto una magnum di 2000, annata calda più o meno come la 2006, er era a dir poco straordinaria. Quindi ha ancora un bel margine. Il problema è un altro: riuscirà a resistere?
Magnum di Cristal a 340 euro? ha fatto un affarone!