Diebolt-Vallois Blanc de blancs: un ottimo champagne per l’estate. Ma non solo…
Grande produttore Diebolt-Vallois in quel di Cramant, nato nel 1978 dal matrimonio di due rampolli di antiche famiglie di vigneron, ovvero Jacques Diebolt da Caramant e Nadia Vallois da Cuis. Oggi, la loro realtà conta 11 ettari di vigneti nella Côte des Blancs ed è curiosamente classificata NM nonostante sia di fatto RM. Infatti, i Diebolt-Vallois vendono le uve a loro stessi: anche questi giri burocratici fanno parte del grande mondo dello champagne!
Troverete maggiori dettagli su questo produttore e le degustazioni dei suoi vini di punta nella seconda edizione della guida Grandi Champagne, nel frattempo, proprio dagli assaggi della guida, ecco il loro Chardonnay in purezza non millesimato, un ottimo champagne, molto territoriale. Nonostante in gamma figuri anche un classico assemblage champenoise (Tradition), il biglietto da visita del produttore è questo proprio questa etichetta, prodotta con le uve delle vigne più giovani di Cramant, oltre a Choully, Cuis ed Epernay. La fermentazione avviene in tini di acciaio e l’assemblaggio coinvolge due annate, l’ultima vendemmia e la precedente, conservata in botte. È dosato a 6-8 g/l.
Brut Blanc de Blancs
100% Chardonnay
Naso di una tipicità addirittura emblematica, fresco, ma soprattutto evidentemente e intensamente minerale – e di mineralità gessosa si tratta – nonché agrumato. Non è molto articolato, ma certamente rappresentativo della varietà come prospera nella Cote des Blancs. Bocca morbida e rotonda, appoggiata su una bollicina finissima che porta con sé non solo i ritorni agrumati e minerali, ma anche una tenue fruttosità di pera, che rimane con un’ottima persistenza sul palato, pur non eccellendo in profondità. Insomma, alla fine è gradevolissimo nella sua semplicità e nella sua giusta impostazione secca. Esalta un ottimo aperitivo a base di crudi di pesce o del classico salmone affumicato.
Voto: 85/100
Un ottimo champagne, perfettamente adatto a rendere meno gravosa la calura di questi giorni. Freddo, infatti, rappresenta un rinfrescante momento di piacere, fresco può essere un ottimo aperitivo, come ho detto. Ma la sua trasversalità lo rende veramente per tutti e per ogni occasione. Insomma, una di quelle bottiglie che non dovrebbero mancare in cantina, o meglio nel frigorifero, visto anche il costo decisamente abbordabile: si trova a scaffale intorno ai 40,00 euro, anzi pure a qualcosa in meno
Teatro del Vino – tel. 055/8811394 – www.teatrodelvino.it
Molto bello questo articolo! Sono contento si parli finalmente di Diebolt-Vallois! Sono un grande estimatore di questa maison e credo fermamente che il Blanc de blancs, soprattutto in magnum e con qualche anno di affinamento in cantina, sia davvero un ottimo champagne! Ma soprattutto resto sempre stregato dal prodotto di punta della maison, Fleur de Passion, in cui soprattutto nelle prime annate (1995, 1996 ma anche 2002) raggiunge a mio modesto parere livelli qualitativi davvero molto elevati!
Grazie!
Beh, in effetti sono sicuro che in magnum, come avviene per tutti gli champagne, la qualità cresca nettamente, ragion per cui i grandi formati di Diebolt-Vallois, che confesso di non aver mai provato, devono essere veramente notevoli. Il Fleur, poi, entra a buon diritto tra i grandi champagne, è semplicemente appagante, anche nelle annate minori. Figuriamoci nelle top da lei citate…
Evviva, dopo lambruschi, rosè (da svenarsi) e – addirittura – demi-sec, uno CHAMPAGNE, buono, non molto dosato e a prezzi ragionevoli.
Non mancherò di procurarmelo…..
Grazie!
Beh, cerco sempre di accontentare tutti… 😉
Ho avuto l’occasione di conoscere Jacques Diebolt nel mio ultimo viaggio in champagne: grande personaggio, molto carismatico. Champagne davvero degni di nota con un ottimo rapporto qualità prezzo!
Sì, un grande produttore. Per questo, nella seconda edizione della guida “Grandi Champagne”, le sue cuvée recensite saranno molto di più! E, in effetti, il rapporto qualità/prezzo è tra i più favorevoli, nel senso più positivo del termine.
A presto
Vorrei aggiungere che gli champagne di Diebolt-Vallois sono non solo decisamente piacevoli, ma anche molto territoriali, nel senso che esprimono benissimo la varietà come prospera a Cramant, quindi con mineralità e acidità presenti, ma fuse a una materia rotonda e gustosa, pertanto mai tagliente
Concordo perfettamente con la sua analisi! Ho infatti avuto la fortuna recentemente di degustare Fleur de Passion in una verticale completa dal 2005 al 1995 e devo ammettere che la gessosità tipica di Cramant era sempre presente, accompagnata da una rotondità e mineralità davvero impressionante!
Non vedo l’ora di degustare l’annata 2008, che a detta del produttore, dovrebbe essere tra le migliori mai prodotte!
Infine, se posso permettermi, vorrei fare una mia personale nota di merito per questo blog, davvero ben fatto, con articoli frequenti, diversificati e molto interessanti!
Un saluto.
Claudio
Grazie per i complimenti, che fanno sempre piacere e spingono non solo ad andare avanti, ma a fare meglio!
2008? Beh, consideri che sarà, o meglio, è stata una delle grandi annate in Champagne, al livello della 1990, per cui avremo bottiglie strepitose d’ora in poi!
Non voleva essere un intervento polemico, anche se in effetti una vena c’era….
Ma – che vuole caro Lupetti – nella mia piccola esperienza di appassionato identifico ormai lo champagne in tipologie da brut, extra brut a nature, in versione bianco e, se ci deve essere, col minimo intervento del legno; sarò limitato ma mi va bene così…..
Però sono quasi certo, perdoni la presunzione, che anche lei – a grandi linee, beninteso, non si discosta di molto da questa interpretazione di questo grande vino…
Mi aveva promesso un suo intervento chiarificatore sull’uso appunto del legno nello champagne, attendo, credo ce ne sia bisogno.
Grazie
Non si preoccupi, veramente vorrei cercare di accontentare, o meglio coinvolgere tutti…
Rapidamente: sì, amo gli extra-brut, ma non guardo toppo al dosaggio a priori… Sa quanti brut straordinati ci sono? Invece non sono convinto dei nature. Per carità, ce ne sono di ottimi (Agrapart, Jacquesson, tanto per citarne un paio), ma è quasi l’eccezione. Ricordo la prima volta che visitai Salon, il presidente Didier Depond, a proposito del dosaggio, mi disse: “è come il trucco su una bella donna, un filo nel esalta la bellezza, troppo la appesantisce”…
Sui rosé: sono pochi quelli buoni e pochissimi gli eccellenti, ma quando sono tali sono veramente straordinari.
In ultimo, ha ragione sull’articolo, ma sono in chiusura delle seconda edizione della guida, quindi sul sito mi sto limitando alle recensioni. Ma a settembre ci conti!
A presto