Il “Dom” che certamente non conoscete
La Dame du Vin per Lemiebollicine
È uno dei miei totem e ne sono particolarmente orgogliosa perché l’ho scoperto, da brava eno-scout, lo scorso giugno al Salon de la Revue des vins de France a Parigi, e, con insistenza quasi imbarazzante, ho chiesto all’amico Vittorio Vezzola di provare a importarlo in Italia. Lo champagne non appartiene ad alcuna maison, bensì ad una cooperativa sita in Passy-Grigny, un piccolo (ma veramente piccolo) villaggio nel cuore della Vallée de la Marne, territorio incontrastato del Pinot Meunier. Mi riferisco a Dom Caudron, marchio nato recentemente, nel 2010, per ricordare il fondatore di questa cooperativa, l’abate Dom Caudron, appunto, giovane curato del villaggio di Passy-Grigny.
Nel 1929 fu il primo a contribuire con 1.000 Franchi alla fondazione della cooperativa che, come da lui desiderato, avrebbe dovuto produrre champagne in modo tradizionale e con l’ineccepibile qualità delle uve di quel territorio. Alla cooperativa aderirono 23 coltivatori che unirono le loro forze, anche economiche, e acquistarono la prima pressa che, oggigiorno, è esposta presso la sede della cooperativa.
Attualmente i vigneron parte del gruppo sono diventati 75, con una proprietà di vigneti pari a 130 ettari. La cooperativa è guidata dal giovane presidente Laurent Lequart che, coadiuvato da un attivissimo gruppo di lavoro, fra cui spicca l’intraprendente Bérangère Desportes, sta arrivando in breve tempo a risultati eccezionali.
Il milione di bottiglie prodotte si divide in 5 cuvée: Camille Philippe, Pinot Meunier in purezza (il nome omaggia il primo presidente della cooperativa); Vieilles Vignes, Pinot Meunier in purezza; Camille Philippe Rosé, 90% Pinot Meunier, di cui il 10% in rosso, 10% Chardonnay; Cornalyne, Pinot Meunier in purezza fermentato in legno, Millésime (ora siamo al 2006), 50% Pinot Meunier, 50% Chardonnay. Ebbene, in questa sede voglio raccontarvi il Vieilles Vignes, un brut da vigneti di almeno 60 anni è stato affinato in acciaio e, dopo il “tirage”, è rimasto per almeno 4 anni in bottiglia sugli lieviti.
Dom Caudron Vielles Vignes
100% Pinot Meunier, base vendemmia 2007
Il colore nel bicchiere è di un giallo scarico, con piccoli riflessi di pagliuzze dorate. Quello che è confortante è il costante risalire di un “train de bulles” sottile e vivace.
Al naso arrivano immediatamente profumi di fiori bianchi, tiglio in primo piano, amabilmente accompagnati da decise note fruttate di albicocca e mela gialla, che si evolvono, non appena il bicchiere si scalda, in mandorle e cedro, mantenendo una mineralità equilibrata e nervosa. Ciò che maggiormente mi colpisce e incanta è la netta precisione di questi profumi e la loro delicata eleganza. Sottile e preciso arriva senza sforzi a toccare le giuste corde del gusto.
Il sorso è rotondo, cremoso, avvolgente. Ora i frutti sembrano talmente presenti da poter essere masticati. La croccantezza della mela, la morbidezza della pesca, la succosità del mandarino e del cedro. Con un ritorno ben bilanciato di pietra argillosa e calcarea. Persistenza degna di grande nota e adatta a piatti complessi e speziati, oltre che a carni rosse e foie gras spadellato con coulis di mango.
Uno champagne che non si dimentica, che si vuole, che si cerca e che accarezza il palato come una dolce e meritata coccola. Quello che ci vuole ogni tanto per riprendere vigore e tuffarsi di nuovo sul palcoscenico della nostra vita. Un po’ più contenti.
Voto: 88/100
Parola di Dame.
Vittorio Vezzola – tel. 0365/1896031 – www.esawine.it
Che dire?! Complimenti alla Dame per la recensione e per aver scovato questo produttore specialista del Pinot Meunier. Questo Vecchie Vigne è uno degli champagne che apro quando passa a trovarmi un amico anche non appassionato di vini: è immediatamente godibile per chiunque senza risultare troppo banale o pacchiano.