Sorpresa, anzi conferma: champagne Bollinger La Grande Année 1999

Quando si parla di Bollinger, i più pensano immediatamente al suo ottimo brut sans année, ovvero la Special Cuvée, gli appassionati invece sognano il Vieilles Vignes Françaises e l’RD. Così, quello che è la vera bandiera della maison di Aÿ finisce per essere dimenticato… Mi riferisco allo champagne La Grande Année, definito dalla stessa Bollinger “il grande millesimato”, prodotto solo in occasione delle vendemmie migliori. Perché ritengo che sia la vera e pura espressione della maison? Beh, perché più che il loro millesimato è il loro grande champagne, tanto da essere, alla fin fine, la massima espressione della “Carta d’Etica e di Qualità Bollinger”, il decalogo ancora oggi scrupolosamente seguito e sviluppato nel 1992 da Christian Bizot e Ghislain de Montgolfier. E poi è proprio da La Grande Année che nasce l’RD…

La Grande Année è prodotta con le migliori uve Premier e Grand Cru dei soli vigneti di proprietà; i vini base che ne derivano, circa il 20% della produzione totale Bollinger, fermentano e maturano per 6 mesi complessivi, durante i quali verranno effettuati tre travasi, in piccole botti (pièces champenoises da 205 litri, barrique borgognone da 228 e qualche tonneaux da 400) che la maison produce in proprio grazie a una famiglia di mastri bottai che vi lavora da generazioni. In realtà, le botti nuove vengono inizialmente spedite al domaine che Bollinger possiede in Borgogna (Chanson Père et Fils) per il “rodaggio” e solo dal quinto passaggio in poi vengono riportate ad Aÿ per la produzione dello champagne. La Grande Année non ha mai meno del 60% di Pinot Noir nel proprio assemblage e matura non meno di cinque anni sur lattes con la bottiglia tappata con il sughero (bouchon liège), questo per “ottenere i benefici di quel processo ossidativo controllato, ideale per un ottimale autolisi dei lieviti”, spiega lo chef de cave Mathieu Kauffmann. Infine, dopo il rémuage e il dégorgement manuali, lo champagne è dosato intorno ai 7-9 g/l con la medesima liquer della Special Cuvée.

Ebbene, in cantina mi ritrovo una bottiglia e una magnum di La Grande Année 1999, devo vedermi con Federico e un altro paio di amici appassionati, così opto per la bottiglia, in modo che mi tornerà utile per ipotizzare lo stato di forma della magnum. La 1999 è un’annata che mi è piaciuta molto in Champagne, anche se è stata piuttosto calda ed è caduta tra la 1998 (eccellente vendemmia) e la 2000 (annata “simbolica”) che l’hanno messa un po’ in ombra. Eppure, a proposito proprio de La Grande Année 1999, ricordo proprio le parole del grande Ghislain de Montgolfier, con il quale ebbi la fortuna di assaggiare per la prima volta questo champagne Bollinger in occasione di una delle mie visite: “La Grande Année 1999 unisce la potenza del ’96 con la ricchezza dell’89”. E se lo dice lui… Ma vediamo.

La Grande Année 1999
63% Pinot Noir, 37% Chardonnay
(uve per l’82% Grand Cru, mosto solo cuvée)

dég. set. 2006 – Bellissimo naso, anzi attraente perché ricco, opulento, grasso, con un gran frutto giustamente maturo e una vivace mineralità, oltre ad accenni di legno – ma molto belli – e spunti di tabacco. Bocca che ingigantisce le sensazioni olfattive: è molto fresca, croccante, con netti ritorni minerali esaltati da un’ottima acidità che rende il vino estremamente succoso. Forse non eccelle in profondità, ma chiude gustosamente fruttato e delicatamente sapido.

Un grande champagne e un 1999 oltre la media. D’altronde da questa bottiglia è nato l’RD 1999 che, nella guida Grandi Champagne 2012, ha conquistato la bellezza di 97/100! A buon intenditor…

Voto: 93/100