Champagne 1996: degustazione terza parte
Terza Parte
Ultima puntata dedicata alla grande degustazione orizzontale degli champagne 1996. In quest’ultima batteria lo Chardonnay scende a circa un terzo nell’assemblaggio e sale in cattedra il Pinot Noir.
Champagne 1996
III parte, verso il regno del Pinot Noir
Veuve Clicquot – La Grande Dame
64% Pinot Noir, 36% Chardonnay
L’approccio olfattivo esprime inequivocabilmente un’abbondanza, una ricchezza di materia straordinaria, esaltata da una grande freschezza. Si capisce subito che è una bottiglia importante e in forma splendida. Esprime grasse dolcezze di crema, tante tostature e un gran bel frutto, ma soprattutto toni di legni pregiati ed erbe aromatiche per un quadro complesso, per certi versi anche “selvatico”…
La freschezza tipica dell’annata spicca in bocca già all’attacco, per poi fare da sostegno a un’anima minerale che quasi incapsula ritorni tostati e un singolare spunto fungino. Sviluppo teso e sapido, bollicina fitta e sottilissima, finale succoso e di straordinaria lunghezza. Però, alla fin fine, la sua complessità sembra dover ancora completarsi del tutto…
Champagne come detto importante, ma bevibilissimo, soprattutto moderno e tradizionale allo stesso tempo. Più che mai, il punteggio di questo champagne va letto “al momento”, ma la bottiglia ha ancora un notevole potenziale da esprimere, per questo riassaggiato tra qualche anno potrebbe collocarsi nell’Olimpo.
Voto: 94/100
Pol Roger – Cuvée Sir Winston Churchill
Pinot Noir, Chardonnay
Caspita che naso! Sembra un Borgogna fatto in Champagne: opulento, rotondo, burroso, con coinvolgenti note di tostature, di torrefazione, di erbe aromatiche, di mineralità. Insomma, è netto e complesso, soprattutto pulitissimo. E se il naso è maiuscolo, l’assaggio lascia letteralmente di stucco: è carnoso ma teso, grasso ma freschissimo, talmente sfaccettato da essere divertente: una bollicina finissima, elegantissima, quasi impercettibile, accompagna un frutto gustosissimo, erbe officinali, mineralità, tensione acida, tutte ben fuse assieme in un insieme pieno e profondo, complesso ma coinvolgente, in altre parole appagante.
È uno champagne elegante e di struttura, ma potente e perfettamente controllato, tanto da riportare, per rimanere in tema di Borgogna, al Mersault. Entusiasmante. Fa impazzire gli appassionati, ma piace pure ai neofiti. Pensatelo vino e coniugatelo champagne.
Voto: 97,5/100
Philipponnat – Clos des Goisses
65% Pinot Noir, 35% Chardonnay
dég. feb. 2007 – È un abbraccio fruttato, maturo e candito, il naso di questo champagne, ma è solo l’inizio, perché l’attraente fondo ossidato che ricorda la mela grattugiata accompagna note di frutta secca (mandorla) che danno la sensazione di pienezza, di intensità, di profondità.
Anche la bocca denota pienezza all’attacco, anzi questo potrebbe essere definito addirittura materico, se non fosse per uno slancio acido travolgente – ma non scomposto, beninteso – che dona non tanto sapidità quanto, piuttosto, asciuga letteralmente il palato, lasciando una sfumatura di erbacea.
Champagne da appassionati, molto rappresentativo dell’annata: affascina pur non essendo molto sfaccettato, soprattutto sul fronte della mineralità.
Alla fine manca un po’ di filo conduttore tra naso e bocca ma, conoscendo la tipica longevità dell’etichetta e sommandoci la verve dell’annata, possiamo dargli un altro appuntamento in un futuro tutt’altro che prossimo.
Voto: 95/100
Bollinger – R.D.
70% Pinot Noir, 30% Chardonnay
dég. 13 ott. 2007 – Naso freschissimo di note marino/iodate, più che semplicemente minerali, fuse a un agrume scuro bellissimo e, più in profondità, un frutto tropicale (banana) non maturo, oltre a tostature, spezie, finissime dolcezze, torrefazione. Ma è un naso da appassionati, che va comunque cercato più che venirti incontro…
Bocca potente, vibrante, esplosiva, di rara fusione tra acidità e materia, ma è un’acidità talmente tagliente che rende sottile la polpa, donando così una progressione travolgente e, sulle ali della sapidità e dei ritorni speziati, una persistenza ragguardevole. Alla fine di tutto, però, è talmente fresco da mancare dello stile ossidativo della maison e, soprattutto, apparire giovanissimo, al punto da non tradire minimamente i 16 anni di età… Per questo, oggi manca di un filo di immediata piacevolezza.
Oggi, perché tra dieci anni potrebbe finalmente esprimere tutta la sua complessità. Anche lui…
Voto: 97/100
Leggendo i punteggi quasi non sembra che la 1996 sia stata un’annata da Chardonnay… In effetti, in questa ultima batteria fatta di champagne a prevalenza di Pinot Noir, ci siamo trovati di fronte sempre a grandi vini, però più difficili da decifrare, ovvero meno immediati nella loro piacevolezza, nel loro fascino, nella loro avvolgenza. Anzi, sono apparsi tutti ancora in divenire, ancora non “completi” e, conoscendo la fama delle quattro maison, credo che il tempo gioverà loro, pur se – va detto – con tutta l’incognita data dalle caratteristiche dell’annata. Infatti, come abbiamo visto nell’analisi della 1996 l’annata è stata talmente particolare da poter dare vini oggi cristallizzati nella loro acidità e, pertanto, completamente arroccati su questa e non suscettibili di ulteriore sviluppo. Ma, lo ripeto, con queste bottiglie non credo che avvenga…
Unica eccezione a tutto questo discorso il Pol Roger che, però, abbiamo visto essere un gran vino sopra ogni cosa. Quindi un’espressione molto particolare in un’annata… molto particolare.
Bollinger – www.meregalli.it
Philipponnat – www.moonimport.it
Pol Roger – www.heres.it
Veuve Clicquot – www.moethennessy.it