Bollinger cambia la bottiglia
Era nell’aria da un po’ di tempo, ma per rispetto dell’ufficializzazione da parte dell’importatore italiano ho preferito aspettare un po’ a parlarne.
Ma ora ci siamo: Bollinger esordisce con una nuova bottiglia, per ora riservata alla sola Special Cuvée, ma che si estenderà a seguire (man mano che le bottiglie termineranno la maturazione sui lieviti, ovviamente…) a tutta la gamma. La Special Cuvée, recensita nella guida “Grandi Champagne 2012″ non è semplicemente il brut sans année di Bollinger, ma addirittura il simbolo di questa maison, “lo champagne – come mi dissero in Bollinger – che ci permette di vivere e prosperare“, visto che conta oltre i 2/3 della produzione totale (2 milioni di bottiglia su circa 2 milioni e ottocentomila).
Così, ora, la Special Cuvée non è più racchiusa nella classica champagnotta, bensì in una bottiglia più panciuta e con il collo più fino che ricorda a grandi linee quella di Krug e di Bruno Paillard (in proposito, ad agosto si è parlato molto di un aspro confronto tra la maison di Aÿ e monsieur Bruno per via della paternità della forma della bottiglia).
Per Bollinger si tratta di un ritorno alle origini, visto che la nuova bottiglia è la replica di quella che fu utilizzata già nel 1846 e che ora sarà riproposta nei formati demi-bouteille (0,375 ml), bouteille (0,75 ml), magnum (1,5 l) e jeroboam (3 l), anche se naturalmente la sommità del collo (cercine) è stata ridisegnata in modo da accogliere anche i tappi a corona.
Va bene, ma perché cambiare? Le ragioni sono più tecniche che estetiche… Spiega, infatti, lo chef de cave Mathieu Kauffmann che l’obiettivo era quello di replicare una “piccola magnum“, quindi di ricercare l’ottimale ratio tra vino e gas, ma anche di far penetrare più lentamente l’ossigeno all’interno (quindi minore ossidazione) visto che il collo, con i suoi 26 mm di diametro, è più sottile. Il grafico pubblicato sopra sintetizza proprio questo discorso tecnico, dimostrando come il ratio di questa nuova bottiglia si avvicini a quello ideale dell’attuale magnum champagnotta e dell’antica magnum Bollinger.
Per la cronaca, ecco un confronto schematico delle varie misure:
Ø collo | Ø base | ratio | |
champagnotta | 29 mm | 85 mm | 0,34 |
magnum | 29 mm | 115 mm | 0,25* |
bottiglia 1846 | 26 mm | 93 mm | 0,28 |
magnum 1846 | 29 mm | 118 mm | 0,25* |
*= ratio migliore
Infine, ci sono anche e certamente motivazioni estetiche alla base di questo importante cambio, visto che la base più ampia e il collo più sottile danno vita a una bottiglia più elegante, quindi con maggiore visibilità, complice anche la novità intrinseca. Anche perché è stato rivisto pure l’habillage, con la scritta “Bollinger” sulla coiffe ed etichette e fregi adesivi, che, quindi, eviteranno l’impiego di colle.
Aspettiamo di vedere le prime nuove bottiglie in Italia e le altre etichette a seguire (la nuova bottiglia dovrebbe estendersi in successione a Rosé, Grande Année, R.D. e, infine, Vieilles Vignes), nonché la risoluzione delle polemiche (se effettivamente ci sono state, speriamo si risolvano al meglio tra gentiluomini, perché in champagne sanno tutti di avere un tesoro comune…) e l’opinione tecnica degli altri chef de cave. Vi terrò informati!
Meregalli Giuseppe – tel. 039/2301980 – www.meregalli.it