Nuova annata per la Hemera di Henriot
Gli ultimi mesi sono stati piuttosto movimentati per Henriot: prima la partnership con il gruppo Artemis da parte del ramo della famiglia Henriot/de Larouzière che la stava gestendo, poi l’acquisto integrale da parte di quest’ultima, infine, dopo pochissimo tempo, una nuova vendita, stavolta a TEVC (Nicolas Feuillatte). Un simile trambusto avrebbe messo KO chiunque, ma Henriot, grazie soprattutto a una figura chiave come Alice Tetienne (cheffe de cave e Directrice Générale Adjointe), sta gettando le basi per un futuro che non solo onori il passato della Maison, ma che le assicuri un avvenire in linea con il suo blasone. Alice mi ha assicurato che l’indipendenza di Henriot sarà garantita e che i vigneron partner rimarranno invariati, mentre la nuova proprietà contribuirà con un’importante solidità finanziaria, così come un eventuale accesso a uve Grand e Premier Cru in caso di bisogno. Conoscendo bene Alice, non può che farmi piacere una tale rassicurazione, quindi le auguro il più sincero in bocca al lupo!
L’occasione della chiacchierata, però, era legata all’assaggio in anteprima di due novità Henriot e se della prima parlerò dopo l’estate, la seconda è la nuova annata della cuvée de prestige della maison, la Hemera, che ora si confronta con il millesimo 2013, che succede direttamente al 2008 di questo champagne. A tal proposito, ci sta che non siano state fatte le Hemera nel 2009, nel 2010 e nel 2011, però sorprende che non ci sia stata una Hemera 2012. Alice mi ha spiegato che i vini del 2012 erano troppo caratterizzati, avevano una personalità molto forte che non andava bene per lo schema d’assemblaggio tipico della Hemera, che è l’unico della gamma Henriot sempre uguale a se stesso. Quindi, l’annata 2012 ha permesso di fare il classico millesimato, ma non l’Hemera. Invece, è stata fatta la Hemera 2013, figlia di un’annata di grande freschezza, i cui vini base veramente “incredibili, eleganti e dettagliati” hanno consentito di plasmare una splendida Hemera, che Alice definisce come “un elegante vestito su misura fatto per un corpo muscoloso”. Le uve provengono dagli oramai celebri ‘Cru fondatori’ di Henriot, nello specifico i villaggi Grand Cru di Verzy, Verzenay e Mailly (Montagne de Reims, per il Pinot Noir), Avize, Chouilly e Le-Mesnil (Côte des Blancs, per lo Chardonnay), tutti in parti uguali, poi fermentazione in acciaio, malolattica svolta e assemblaggio. Dopo più di 9 anni sui lieviti (dégorgement luglio 2023), Alice Tetienne ha deciso per un dosaggio a soli 3,5 g/l e la liqueur è fatta con vini degli stessi 6 Gran Cru dell’assemblaggio.
Della storia di questo champagne e della sua evoluzione ho già parlato più volte, l’ultima in occasione della presentazione della precedente Hemera 2008
Hemera 2013
50% Pinot Noir, 50% Chardonnay
L’olfatto è ricco, soprattutto sul frutto, nell’ambito, però, di una spiccata eleganza. A mano a mano emergono anche note di fiori secchi e di agrumi, di marzapane e frutta secca, anche spunti fumé. Nell’insieme, questo naso si propone complesso e profondo, generoso e serioso, sempre con finezza, e sembra molto coerente con l’etichetta. A tal proposito, non so perché, ma mi ricorda l’Enchanteleurs 1995… Insomma, un gran bell’olfatto che già valorizza il vino, a dispetti dei soli 8 mesi dal dégorgement. La bocca è cremosa, molto rispondente al naso, ma da metà palato in poi sale in cattedra la freschezza, di chiara matrice minerale, che dona alla gustativa tensione e sapidità, sempre in termini di quella finezza tipica tanto dell’annata, quanto della stessa Hemera. E, per concludere, che persistenza in chiusura! Insomma, una Hemera molto buona, direi la migliore da quando si chiama così, per non parlare delle notevoli prospettive di evoluzione con il tempo…
Voto: 94(98)/100