Campania Remensis 2015, Bérêche & Fils
Il prodigioso livello interpretativo raggiunto dai fratelli Bérêche si misura con questo rosè, qui nel millesimo 2015. Potenziale aromatico sensazionale, ammalia nel suo floreale di peonia, negli agrumi e frutti rossi in confit che sfumano con l’evoluzione su note di muschio bianco, resina, eucalipto. È maturo ma con garbo, profondo e mai ostentato. Anche la bocca è costruita con mano virtuosa: il sorso è saporito e intriso di agrume, ribes, sale ed è carnoso, profondo nella trama, dall’acidità poderosa ma bel calibrata e dall’eccellente integrazione della carbonica, finissima.
Merita un calice ampio e amici appassionati.
Nel 2007 Raphaël e Vincent Bérêche prendono le redini della maison di famiglia che ha radici a Ludes dal 1847. Da allora, il loro modo di produrre champagne è decisamente cambiato e nonostante i loro 21 lieux-dits distribuiti in11,5 ettari tra la Petite Montagne, la Montagne de Reims e la Vallée de la Marne, che rendono davvero complicato lavorare in biodinamico, la loro direzione verso una viticoltura sempre più ‘naturale’ è una priorità e oggi i trattamenti sistemici e gli erbicidi sono banditi in vigna.
Alla Bèrêche non c’è spazio per l’approssimazione, il lavoro dei suoli è rigoroso, così come il l’approccio in cantina, dove si continua a ricercare, sperimentare. I loro vini hanno conquistato il cuore degli appassionati per autenticità ma, soprattutto, per la loro personalità ben distinta, singolare, spesso sorpendente. In sintesi, quelli di Raphaël e Vincent Bérêche sono champagne tremendamente affascinanti, intriganti. Come il loro Campania Remensis 2016, unico rosato in gamma e con uve proveniente da uno dei terroir apparentemente ‘meno nobili’ delle loro proprietà, Ormes. Siamo nella Petite Montagne, dove la parcella di 71 are ‘Les Montées’ è complantata con proporzioni che rispecchiano l’assemblaggio: 65% pinot noir, di cui il 5% in rosso, 30% chardonnay e 5% meunier. Alla vinificazione in legno del bianco viene aggiunto il Coteaux Champenois Rouge della medesima parcella (fatto di pinot noir e meunier insieme) e della medesima annata. Tre anni sui lieviti, tirato ‘bochoun liège’ e un dosaggio di 4 g/l. Deg. Maggio 2019
5416 bottiglie.