Pierre Péters e il rosé a Le-Mesnil
Pierre Péters è un nome molto noto tra gli appassionati di champagne per via della purezza di espressione dei suoi blanc de blancs, sempre perfettamente coerenti con il magico terroir di Le-Mesnil-sur-Oger.
Nel villaggio, il “domaine” vi è nato a inizi ‘900 con Camille (suo primo millésime il 1919), poi è stato ufficialmente costituito nel 1940 con Pierre, che poi ha passato il testimone al figlio François, mentre l’altro, Jacques, intraprendeva una brillante carriera enologica che lo avrebbe portato a essere lo chef de cave di Veuve Clicquot per ben trent’anni. Oggi questo produttore classificato RM (récoltant-manipulant, quindi colui che produce i propri champagne solo da uve di proprietà) è condotto con passione da Rodolphe Péters, enologo di formazione ma molto attento alla coltura organica, che ha applicato agli oltre 18 ettari di proprietà, non solo a Le-Mesnil, ma anche a Oger, Cramant e Avize, quindi tutti nella Côte des Blancs e tutti classificati 100% Grand Cru. Ed è sempre Rodolphe ad aver avviato recentemente un ampliamento della sede i cui lavori dovrebbero terminare giusto tra un anno. Un ultimo accenno alla cantina, dove Rodolphe fa arrivare solo grappoli al perfetto grado di maturazione, poi sofficemente pigiati nella classica pressa champenoise e, quindi, fermentati in acciaio a temperatura controllata.
Stavolta, però, non voglio parlare degli affascinanti blanc de blancs di questo produttore (che, comunque, trovate nella guida “Grandi Champagne 2012”), fini, minerali, agrumati, bensì del suo rosé, creato nel 2007 proprio da Rodolphe in onore di sua figlia Albane.
È un rosato davvero particolare perché al 40% di Pinot Meunier brevente macerato sulle bucce (un de saignée, quindi) è aggiunto per la restante parte il celebre Chardonnay di Le-Mesnil. Un modo inusuale che mira a dar vita a un rosé nel quale emerga la freschezza, l’eleganza e la purezza tipici dello stile Pierre Péters.
Dopo il dégorgement lo champagne è dosato a 7 g/l.
Rosé for Albane
60% Chardonnay, 40% Pinot Meunier in rosa
Bel naso proprio da rosé, giocato sui piccoli frutti rossi e una delicatissima dolcezza, oltre a spunti di mineralità rocciosa e di sottobosco. È molto asciutto rispetto alla media dei rosé, soprattutto mostra inusitati nerbo e tensione, il che lo rende indubbiamente intrigante.
Anche l’assaggio è molto asciutto, con il frutto ben sostenuto dal tannino e sfumature erbacee. Non eccelle in lunghezza, ma pulisce perfettamente la bocca e si beve molto bene, pertanto è sicuramente uno champagne da pasto, ovvero da carni arrosto o da salumi di razza. Vista la stagione, personalmente lo vedo per un aperitivo serale al fianco di un bel piatto di Favola, “la” Mortadella per eccellenza.
Voto: 85/100
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