Quanto è buono il nuovo champagne di Egly-Ouriet!
Come promesso nell’ultimo articolo del 2021, l’attività del sito del 2022 inizia con l’ultimo nato in casa Egly-Ouriet. Che poi non è proprio una novità: da un paio di mesi si parla di un nuovo champagne che va ad arricchire la gamma Egly-Ouriet. E non si tratta dell’oramai già noto Les Prémices (la porta d’ingresso al mondo del vigneron di Ambonnay), ma di un altro, di livello superiore, come dimostrano la bottiglia e lo stile dell’etichetta, analoghe a quelle dei Grand Cru, mentre Les Prémices ha la classica bottiglia champenoise e l’etichetta nera. Sto parlando di Les Vignes de Bisseuil, il cui nome e la cui filosofia riprendono quella di uno dei vini di maggior successo di Francis Egly, Les Vignes de Vrigny, quindi la volontà del vigneron di confrontarsi con un territorio ben diverso da quello natìo. Prima di scoprirlo in dettaglio, però, una breve riflessione su Francis Egly.
Francis è un grande. E agli amanti delle classifiche dico che presto potrebbe essere… no, meglio, sarà il più grande. Quantomeno della Champagne del XXI secolo. Già diversi anni fa, Michel Bettane l’aveva esaltato, però, personalmente, ritengo che il vero salto di qualità Francis l’abbia compiuto a partire dal 2007-2008: da quel momento, magari anche grazie all’installazione della pressa a piatto inclinato con sistema di raffreddamento dei mosti (abbinato a una vera ‘catena del freddo’), i vini si son fatti sempre più precisi, sempre più intensi, sempre più coinvolgenti. E la progressione non è ancora finita: a mio avviso, ogni anno Francis pone l’asticella più in alto e… puntualmente la supera! Ecco perché ho detto che sarà presto il più grande. Anche perché l’ultima alzata dell’asticella è rappresentata proprio da Les Vignes de Bisseuil. E non sarà certo l’ultima… Ma per il momento non posso dire di più.
Bisseuil è un villaggio Premier Cru (classificato al 95%) della parte più orientale della Vallée de la Marne, che si colloca a metà strada tra Mareuil-sur-Aÿ e Tours-sur-Marne. Il territorio è esposto a sud, ma i pendii non sono affatto ripidi ed è probabilmente per questo motivi che Bisseuil è l’unico villaggio della Vallée de la Marne a maggioranza di Chardonnay (82,30 ettari su 125,4 totali). Qui, da qualche anno, Francis Egly è riuscito ad acquistare un ettaro e mezzo di vigneto, ripartito su due sole parcelle, il che assume ancor maggior valore, vista la notevole frammentazione del ‘vignoble champenois’. L’esposizione è ovviamente a sud, la collocazione a metà coteau, il suolo di pura craie (com’è tipico del villaggio), l’età delle piante 40 anni, lo Chardonnay la varietà preponderante. Un vero gioiellino, dunque, che non ha messo alcun dubbio nella testa di Francis circa il da farsi: ne avrebbe fatto uno champagne inedito. Come detto, il nuovo acquisto ha permesso a Francis non solo di confrontarsi con un territorio diverso, come aveva fatto a suo tempo con le vigne della moglie a Vrigny, ma di farlo con una varietà per lui relativamente inusuale: il suddetto Chardonnay. Così, con l’eccellente vendemmia 2016, Francis fermenta interamente in barrique questo Chardonnay (come i Grand Cru), con soli lieviti indigeni e senza malolattica, ovviamente, poi lo unisce a una parte di Pinot Noir e di Meunier, sempre targati Bisseuil e vinificati allo stesso modo. Pertanto, si tratta di un millesimato non rivendicato come tale, mentre le successive uscite di questo champagne vedranno prima due annate in assemblaggio e successivamente le canoniche tre. Come abitudine di Francis, il tiraggio è tardivo (luglio 2017), senza filtraggio o collaggio, cui hanno fatto seguito esattamente 50 mesi sui lieviti. Infine, dosaggio a 3 g/l.
Ecco Les Vignes de Bisseuil, che con questa prima uscita è su un numero limitato di bottiglie, tanto che non è stato ancora deciso il debutto in Italia. Ma ci sarà, vista l’importanza del mercato del Belpaese per Egly-Ouriet.
Les Vignes de Bisseuil
15% Pinot Noir, 70% Chardonnay, 15% Meunier
dég. set. 2021 – Basta avvicinare il naso al calice per capire immediatamente di trovarsi al cospetto di uno champagne semplicemente eccezionale. Ebbene sì, nonostante da anni Francis ci abbia abituati a champagne notevoli già al primo naso, qui c’è di più. C’è un qualcosa di istintivamente bello, coinvolgente, attraente, intrigante. È fresco ed energico, inizialmente legato alle tostature, poi anche a una pasticceria che richiama i bignè appena sformati, quindi senza la crema, poi si lega sempre più alla scorza di agrumi gialli. Soprattutto, è rigoroso, netto, deciso, verticale, asciutto, perfetto nel giocare tra champagne e vino, sebbene l’identità champenoise prevalga sempre. Ti inebria perché non è semplicemente attraente, ma ti prende per il collo e ti tira letteralmente dentro il calice! Ti aspetti, dunque, una gran bocca, tuttavia questa… va ben oltre! È pulita, tesa, succosa, energica, distesa nella sua levigatezza, sapida, autorevole, infinita. E piacevolissima. Sì, questo champagne piace di primo acchito, non ti dà il tempo di riflettere perché vuoi subito un altro sorso. Lo stile di Francis è ben scontornato, ma l’averlo applicato allo Chardonnay gli ha donato quella scorrevolezza che con le uve nere non si era mai spinta fino a questo punto. Che poi è proprio l’aspetto sottolineato da Daniele alla fine, oltre alla bollicina tipo “punta di spillo”: ci sono la pienezza, la potenza e l’intensità tipici di Egly-Ouriet, ma ben dissimulati dietro un’eleganza notevole e una bevibilità da record. Notevole. Da standing ovation.
Voto: 96(98)/100
(ha contribuito alla degustazione Daniele Agosti)
Avrete capito che questo nuovo champagne di Francis ci è piaciuto. Tanto. Tantissimo. Non posso dire che sia il migliore, perché alcuni assemblaggi di Les Crayères e alcune annate del Millésime si muovono su livelli più sofisticati, ma mi sbilancio a dire che mette in fila tutti gli altri champagne della gamma, Grand Cru compresi. Fermo restando che, quanto a bevibilità, il miglior Egly-Ouriet lo è senza alcun dubbio. Non resta che aspettare i prossimi tiraggi per capire se sia il re assoluto dei sans année (questo è, di fatto, un millesimato), ma un indizio già lo abbiamo: con la vendemmia 2016 Francis ha fatto cose eccezionali. L’ho detto che sarà il migliore…
Nella scheda produttore Egly-Ouriet in Grandi Champagne 2022-23 avevo scritto: “Non siamo riusciti a inserire l’altro nuovo champagne, Les Vignes de Bisseuil, ma quando questa guida sarà stampata, dovreste averlo già scoperto sul sito LaMiaChampagne”. Beh, detto, fatto!
Gli champagne Egly-Ouriet sono distribuiti in esclusiva da:
Moonimport – tel. 010/314250 – www.moonimport.it
Salve Alberto,
Guida 2022/23 veramente “tres bien fait” preziosa per quelli come me che si sono avvicinati al mondo scintillante dello chamlagne da poco. Doppio punteggio bella idea rispetto alla precedente giuda.
A Natale ho assaggiato per la prima volta il brut gran cru di Egly e devo dire il migliore in assoluto mai bevuto. Tenendo conto che sono uno chardonnaysta (Non so se si può scrivere) sfegatato mi sa che questo potrebbe essere pure meglio. Insomma da provare senza se e senza ma…
Anche i gadgets a corredo della guida non male.
Saluti, Samuele
Innanzitutto mi fa piacere che le migliorie apportate alla guida sia state apprezzate: grazie!
Ecco la grandezza di Francis Egly… Deve provare, allora, questo Les Vignes de Bisseuil, a maggioranza di Chardonnay. In attesa di altre novità ‘bianche’…
Una domanda su Egly-Ouriet.
Sulla guida 2022-2023 viene recensito il Brut Grand Cru e inserita l’immagine del Brut Tradition Grand Cru. Non mi è chiaro se si tratta dello stesso prodotto. Sui siti online che trattano il marchio si trovano entrambe le etichette e spesso accade lo stesso, dicitura Brut Grand Cru e l’immagine del Brut Tradition Grand Cru.
Grazie per l’attenzione.
Il vino che una volta si chiamava Brut Tradition si chiama ora Brut Grand Cru. Dalla fine dello scorso anno ha anche cambiato bottiglia, passando dalla classica ‘champenoise’ alla ‘prestige’. Durante le lavorazioni della guida, la foto ufficiale gli Egly ancora non ce l’avevano e le bottiglie come quella dell’assaggio non erano ancora etichettate, così ho dovuto fare la foto di un prototipo ed ecco il perché del suo dubbio.
Complimenti per l’attenzione!
Buonasera e come sempre complimenti; possibile che la bottiglia in questione (Les Vignes de Bisseuil) sia quasi introvabile o non ho cercato abbastanza? 😉
A quanto ne so, in Italia non è ancora arrivato. Alcuni amici mi hanno detto di averlo trovato sul web. Comunque, essendone state fatte solo 30k bottiglie circa, ho paura che per l’Italia si passi direttamente al secondo tiraggio…
Grazie mille!
Possibile, possibile. È esaurito praticamente dappertutto, con già degli episodi di disdicevole speculazione, finora propri solo della Borgogna e del Bordeaux…. Mala tempora currunt
In effetti sono sorpreso anch’io dall’impennata media degli champagne. Da un lato mi fa piacere (la Champagne merita finalmente di essere considerata al top come Borgogna o Bordeaux), dall’altro si rischia di tagliare fuori tanti, troppi appassionati, ahimè.
Nel caso questo champagne di Egly, si tratta della prima edizione, quindi speriamo che con la seconda le cose si mettano a posto, soprattutto sul fronte della reperibilità…
Buonasera Alberto, cosa ne pensa invece del millesimato 2011 sempre di ouriet? So che non la considera una annata scintillante ma non si sa mai. Mi pare che nè in guida né sul sito sia recensito…
Grazie molte
Secondo Francis tutti i suoi millesimati sono ottimi. Per carità, ha ragione, ma poi è ovvio che un 2011 non sarà mai come un 2012, ad esempio. Per essere un 2011 in assoluto è eccellente, ma confrontato con altre annata di Egly-Ouriet…
Alla fine sono riuscito a trovarlo; a differenza di quello dell’articolo, ha passato 48 mesi sui lieviti Ed è stato “degorgiato” a luglio 2021.
Davvero notevole, trasmette un piacere che ho trovato solo in Cuvee de Prestige delle più famose Maison. Grazie per avermelo fatto scoprire
Piacere mio!