Alla scoperta della nuova annata Gosset, la 2004
Gosset è il più antico produttore di vino in Champagne (datato ben 1584), anche se poi allo champagne è arrivato curiosamente solo nel 1946. Ma poco importa, perché questa piccola maison da circa un milione di bottiglie oggi è considerata tra le eccellenze della Regione. Soprattutto grazie all’opera degli attuali proprietari (la famiglia Cointreau, quella del ramo che possiede lo straordinario Cognac Frapin), che l’acquistarono giusto venti anni or sono. E che, nonostante l’abbiano fatta crescere in produzione (dalle 350.000 bottiglie originarie al milione di oggi), l’hanno fatta crescere parallelamente anche in qualità. Una vera impresa che assume del miracolo se si considera che Gosset possiede un solo ettaro di vigneto e, quindi, acquista praticamente tutte le uve da circa 200 vigneron, anche se tutti con una classificazione minima del 95% nella scala dei Cru.
Probabilmente, il “segreto” di Gosset, se mi si passa il termine, è lo chef de cave Jean-Pierre Mareigner, un personaggio riservato, quasi d’altri tempi, che ha una sensibilità eccezionale prima nello scegliere i vini tra i circa cento vins clairs a disposizione ogni anno, che poi assembla tra febbraio e marzo rispettando lo stile di ogni cuvée. Tra l’altro, è curioso come Gosset, nonostante sia nata e basata ad Aÿ, sia invece maggiormente legata allo Chardonnay, presente in maniera importante in ogni assemblaggio e proposto addirittura in purezza come blanc de blancs in una delle tre etichette di punta Célébris e nel nuovo Grand Blanc de blancs, ma Mareigner spiega che la varietà a bacca bianca “dona equilibrio e freschezza, risultando così la spina dorsale dello stile della maison”. Tra l’altro, Mareigner è stato dotato recentemente di una nuova cantina, moderna ed efficiente, nella quale attua una vinificazione tradizionale delle uve, sempre separate per parcelle, alla quale fa seguito l’élevage in barrique per i vini migliori; la malolattica è accuratamente evitata per esaltare la freschezza, mentre dopo l’imbottigliamento è perseguita una la lunga maturazione sui lieviti. Rémuage e dégorgement, poi, sono rigorosamente manuali, anche per via dell’impiego della bottiglia riproduzione di quella storica impiegata da Jean Gosset nel XVIII secolo, e dopo il dosaggio, gli champagne Gosset riposano rigorosamente per non meno di tre mesi.
Tutta questa breve presentazione della maison vuole introdurre al meglio la nuova annata del Grand Millésime, champagne inspiegabilmente poco conosciuto, ma di eccezionale valore. Mareigner lo interpreta come una “foto dell’annata” ed è per questo che l’uso parziale del legno è deciso di vendemmia in vendemmia. Fino a qualche tempo fa era prodotto anche come Rosé nelle annate eccezionali e il risultato era parimenti eccezionale, ma questa è un’altra storia… Il nuovo 2004 è il secondo del decennio, dopo il 2000 recensito nella guida “grandi Champagne 2012”, e mi ha talmente e positivamente sorpreso che mi sembra doveroso farlo introdurre degnamente da un’annata che è non solo eccezionale (ma ingiustamente meno considerata della 1988 e della 1990), ma forse rappresenta una delle migliori espressioni di questa etichetta: la 1989. Assaggiata insieme a Federico Angelini in occasione dell’ultima visita alla maison ed è sempre Federico ad aver assaggiato il nuovo Grand Millésime con me.
Grand Millésime
1989
54% Pinot Noir, 46% Chardonnay
Dég. 1997: olfatto denso e profondo, appena maturo, ma soprattutto molto affascinante. Ci sono frutto, torrefazione, dolcezze, spunti ferrosi tendenti al marino. In bocca il vino è fresco e succoso, levigato nella materia ma anche grasso, con ritorni di torrefazione all’attacco che poi vira man mano verso la frutta matura in una progressione ampia e verticale. Finale lunghissimo con il vino che si distende pieno e vivace. L’ennesima conferma della bontà di questa annata.
Voto: 93/100
2004
55% Pinot Noir, 45% Chardonnay
Dég. 2011: gran bel naso davvero, segnato prima da mollica di pane, poi frutto, miele d’arancio e singolari note di fiori secchi, in un insieme fuso e intrigante. Ma è all’assaggio che questo champagne conquista definitivamente: bocca tesa e vibrante per via di un gran slancio acido che orchestra il passaggio dall’attacco dolce sulle note di susina gialla alla mineralità asciutta, fino ai ritorni di spezie (zenzero). Finale gustoso, sapido, croccante di frutto. Davvero una gran bella bottiglia, che non ha la polposa “pesantezza” di alcuni Gosset millesimati, bensì si rivela perfettamente bilanciato. In poche parole, uno dei migliori della serie.
Voto: 92/100
Gaja Distribuzione – Tel. 0173/635158 – www.gajadistribuzione.it
Ciao Alberto,
Cosa mi racconti del Cèlèbris 2002?
Eccellente! Oggi tende un po’ all’ossidativo, in maniera affascinante, non perché stanco, sia chiaro, ma rimane un grandissimo champagne, opulento, nobile, animato da una splendida acidità. Un grande.
Non è nell’ultima edizione della guida perché invariato rispetto alla precedente edizione…
Merci Alberto!
Je vous en prie!