Nuovo Deutz Extra Brut: una bella bottiglia!
Sin dalla sua nascita, a opera di William Deutz nel 1838, la maison omonima è sempre stata ossessionata dalla qualità. Ad esempio, in una sua lettera del 1845, il fondatore si infuriava letteralmente con i suoi collaboratori perché, nel corso di una degustazione alla cieca in Russia, il suo champagne si era classificato “solo” terzo. Per questo pretese che si facesse di tutto per procurarsi le migliori uve. E la ricerca della grande materia prima dura ancora oggi, anzi, da quando Deutz è entrata in orbita Roederer, questo aspetto è stato accentuato da Fabrice Rosset, presidente della maison, così come il forte investimento sui vins de réserve, che oggi si collocano stabilmente sui 4.000 hl: d’altronde non è un caso se il Brut Classic è considerato uno dei migliori sans année. Non solo: in Francia Deutz è considerata tra le sei maison più “serie”, mentre visitando frequentemente la Champagne, alla domanda “quale champagne ti piace oltre al tuo?” più di uno champenois mi ha risposto Deutz…
In Deutz i vini sono fermentati in tini di acciaio Pierre Guerin (i migliori di Francia) separatamente per parcelle, svolgono regolarmente la malolattica e l’assemblaggio viene effettuato solo a giugno, dopo assaggi e riassaggi. Per questo in Deutz imbottigliano molto più tardi degli altri, il che spiega perché le cuvée arrivino sul mercato in ritardo rispetto alla media. Quindi seguono oltre tre anni di maturazione nelle cantine sotterranee della maison, fatte scavare nel 1840 dentro la collina di Aÿ da René, il figlio del fondatore, che aveva capito che per ottenere una bella mousse servivano temperatura e umidità costanti. Hanno una profondità che va dai 20 ai 55 metri, con una temperatura costante di 11°C. Nella parte meno profonda c’è l’enorme tino murato da 1.000 hl per l’assemblaggio e le gyropalette per il rémuage meccanizzato, poi, scendendo in profondità, ecco i tini in cemento da 100 hl dei vins de réserve e, nella parte più profonda, le bottiglie sur lattes.
Ma torniamo al Brut Classic, forse la vera forza di Deutz. È un uvaggio paritetico di tutte e tre le varietà di Champagne di una trentina di Cru con classificazione media di ben il 97% arricchito da vins de réserve tra il 15 e il 40% (a seconda della vendemmia base); il dosaggio finale è sulla carta piuttosto altino: 10 g/l. Questo champagne è mancato nella guida “Grandi Champagne 2012”, colpevolmente dovrei dire, ma la gamma Deutz recensita era già molto ampia e l’ultimo assaggio di questo non millesimato non ci aveva convinti. Per me, però, fu un’amara sorpresa, perché ricordavo un eccellente Brut Classic dalla mia ultima visita alla maison, ma alla fine con tutto lo staff si decise di soprassedere. È quindi con estremo piacere – e non meno curiosità – che mi sono accinto ad assaggiare questa nuova e diversa declinazione del Brut Classic. Bottiglia ed etichetta, infatti, sono identiche se non fosse per una mezza luna con la dicitura Extra Brut, e anche il vino è il medesimo, ma dopo il dégorgement questo è dosato molto basso, meno della metà rispetto al Brut Classic tradizionale. Vediamolo da vicino in anteprima assoluta.
Brut Classic Extra Brut
dégorgement 27/03/2012
Naso croccante, inizialmente giocato sulle note di lieviti prima di una crescita sul versante citrino e della mineralità, in un contesto che si rivela già piuttosto asciutto, ma gradevolmente fresco. La bocca poggia su una materia delicata, quasi leggera, che non punta alla polpa ma a un simpatico e fine sviluppo acidulo e agrumato (pompelmo) che non colpisce per la profondità, ma lascia la bocca fresca e perfettamente pulita.
Sulle prime a Federico non piace, lo trova vuoto e troppo acidulo, ma riassaggiato più tardi converrà con me: si tratta di uno champagne giocato evidentemente sulla finezza, la freschezza, l’accessibilità. Mai sulla banalità, aggiungo io, anzi questo stile “leggero” vanta numerosi estimatori. Soprattutto, però, ritengo che si sia fatto un bel passo in avanti rispetto Brut Classic, perché questo Extra mi sembra ben più pulito e preciso. Per non parlare di quanto si faccia bere e ribere. Insomma, considerando anche l’estrema giovinezza, ritengo che meriti almeno:
Voto: 87/100
Questo post è solo il primo dedicato alle novità Deutz, perché man mano andremo a vedere non solo le nuove annate delle top cuvée, ma anche un’etichetta inedita come l’Extra Aged. Ringrazio il presidente della maison Fabrice Rosset per avermi concesso questa opportunità di assaggio in anteprima e noto con piacere come sotto la sua guida Deutz stia facendo sempre più bene. Insomma, i motivi di interesse sono molti, pertanto non mancate!
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