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Degustazioni

Jacquesson: ecco 744 e 739DT!

Cosa dire di nuovo dei fratelli Chiquet alias Jacquesson? Niente, se non ricordare che sono gli unici ad aver avuto il coraggio di ridurre la produzione in favore...
di Alberto Lupetti

Champagne Jacquesson 744 e 739DT

Cosa dire di nuovo dei fratelli Chiquet alias Jacquesson? Niente, se non ricordare che sono gli unici ad aver avuto il coraggio di ridurre la produzione in favore della qualità, anzi dell’eccellenza. E poi che sono i più piccoli delle maison e i più gradi dei vigneron, collocandosi perfettamente in mezzo tra le due categorie, quasi facendo idealmente da ponte tra queste. Pure, ed è una mia impressione personale, che hanno compiuto un importante salto di qualità quando hanno iniziato a fare i tiraggi ‘bouchon liège’ (i Lieux-Dits e i Dégorgement Tardif), poi uno ulteriore con la Cuvée 740, champagne che sono sempre più convito abbia rappresentato un punto di svolta per la Cuvée 7xx, etichetta emblematica, oserei dire fondamentale per Jacquesson.

Da quella Cuvée 740 in poi si sono susseguiti tre champagne ottimi, mediamente superiori a quelli del passato e, a supporto di questa mia sensazione, ecco l’occasione per fare una verifica del cambio di passo con la Cuvée 744, ora ai nastri di partenza.

Jean-Hervé e Laurent Chiquet
Jean-Hervé e Laurent Chiquet, alla guida di Jacquesson dal 1988. In trent’anni hanno reso questa storica maison prima un mito e poi hanno saputo addirittura migliorare gli champagne in termini di piacevolezza.

La Cuvée 744 è “il miglior assemblaggio possibile” a partire dalla vendemmia 2016. Infatti, la Cuvée 744, così come tutte le 7xx che l’hanno preceduta, come oramai ben sappiamo e come ho avuto modo di approfondire nel libro La Mia Champagne, conserva intatte la propria identità e tutte le sue sfumature, ma senza inseguire l’estrema regolarità della media dei sans année (“pourquoi viser la moyenne quand on peut réaliser l’excellence?” si dissero a tal proposito Jean-Hervé e Laurent). Anzi, i fratelli Chiquet sono stati i primi a introdurre questo concetto di sans année legato all’annata base e oggi nomi della massima importanza hanno sposato questo modo di vedere il non millesimato. La 2016 è stata una buona annata, comunque, molto più fresca della 2015 (e forse perfino superiore: credo che la 2015 sia stata eccessivamente sopravvalutata) e per molti superiore alla simile 2014, sebbene i pareri tra gli champenois siano decisamente contrastanti a proposito del suo valore. I fratelli Chiquet, grazie anche al fatto che non hanno vendemmiato in maniera continuativa dal 19 settembre al 6 ottobre, al fine di raccogliere sempre alla maturità ottimale, sono tra quelli soddisfatti, visto che al termine della vendemmia 2016 hanno dichiarato “raisins mûrs et parfaitement sains et les vins sont aromatiques et goûteux avec une mention particulière pour le Pinot noir, très réussi”. Così, per l’assemblaggio, hanno scelto il 55% di uve di Aÿ, Dizy e Hautvillers, tra Pinot Noir e Meunier, e il resto, quindi il 45% di Chardonnay, è di Avize e Oiry. Dalla Cuvée 740 in poi, i fratelli Chiquet hanno smesso di dichiarare l’assemblaggio esatto al fine di privilegiare la provenienza territoriale delle uve, ma lo trovate comunque pubblicato in quanto l’ho ‘estorto’ a Jean-Hervé, così come la quantità di vins de réserve: neanche questa è più dichiarata, ma posso rivelarvi che è pari a circa il 30% e questi vini, sempre dalla Cuvée 740 in poi, sono costituiti esclusivamente da assemblaggi della Cuvée 7xx precedenti.

Di Cuvée 744 sono state tirate 244.350 bottiglie, 9.905 magnum e 300 jéroboam, che, dopo tre anni sui lieviti, sono state dosate a 0,75 g/l, il dosaggio più basso mai fatto da Jacquesson, se si escludono ovviamente i rari pas dosé visti finora.

Controetichetta Jacquesson Cuvée 744
La controetichetta della Cuvée 744: fermo restando dosaggio e data di dégorgement, le informazioni su vinificazione e assemblaggio si sono fatte meno ‘freddamente’ numeriche.

Cuvée 744

Bottiglia Jacquesson Cuvée 74435% Pinot Noir, 45% Chardonnay, 20% Meunier
dég. nov. 2020 – Olfatto molto fresco e non meno ricco, nel quale l’iniziale nota burrosa vira decisamente verso la panificazione (mollica di pane, con la sua vena acidula) e gli agrumi in foglia che, insieme alle erbe aromatiche, esaltano la sensazione di freschezza, mentre il frutto, con i richiami alla prugna gialla e alla pesca bianca, completano un naso che è integro e tremendamente invitante. E non meno affascinante. La bocca può dare sensazione di vinosità solo perché ha una bollicina molto sottile, ma va oltre il vino per esaltare l’identità di Jacquesson. Non va inseguita sui riconoscimenti, la bocca, ma mette in campo tutta una serie di belle sensazioni: la succosità del frutto e la tensione minerale, la freschezza dell’annata e la concentrazione della materia (frutto e acidità insieme), l’energia della distensione e la sapidità del finale, asciutto il giusto, intrigante sulla chiusura di chinotto. Forse la migliore 7xx al debutto, credo superiore alla 740, quantomeno in termini di piacevolezza… Senza contare le enormi prospettive di evoluzione.
Voto: 94(97)/100

Non tutte le Cuvée 744 sono state degorgiate, una parte (circa 15.000 tra bottiglie e magnum) sono rimaste in cantina e le rivedremo tra 4-5 anni. Infatti, tra i non millesimati, secondo quella felice tradizione che si ripete dal 2016, il programma annuale di Jacquesson prevede anche un Dégorgement Tardif, per quest’anno la Cuvée 739DT, quindi lo stesso champagne lanciato proprio nel 2016, solo che stavolta ha ben 96 mesi sui lieviti in luogo dei 36-42 della versione ‘originale’. Ma non è solo una questione di tempo, perché, a partire dalla Cuvée 737, le versioni DT sono tirate con il sughero (bouchon liège). La Cuvée 739 era basata sulla vendemmia 2011 più il 31% di vins de réserve sia come assemblaggi precedenti (738, 737, 736, 735, 734, 733), sia come piccolissima parte di vini tradizionali. Delle 264.292 bottiglie, 10.240 magnum, 304 jéroboam, ne furono lasciate in cantina dopo l’ultimo dégorgement di aprile 2016, 14.574 bottiglie e 711 magnum, che ritroviamo ora come DT. Infine, se il dosaggio originale fu di 3,5 g/l, ora per la versione DT sono stati decisi 0,75 g/l.

Controetichetta Jacquesson Cuvée 739DT
La controetichetta della Cuvée 739DT: questo champagne rappresenta la seconda uscita (ma con più lunga sosta sui lieviti e come bouchon liège) di quello basato sulla vendemmia 2011.

Cuvée 739DT

Bottiglia Jacquesson Cuvée 739DT21% Pinot Noir, 57% Chardonnay, 22% Meunier
dég. giu. 2020 – È addirittura spiazzante la freschezza di questo champagne, il cui naso è altresì legato al frutto, sia piccolo (ribes bianco), sia tropicale (papaya), oltre a pennellate agrumate (pompelmo rosa) e a un richiamo alla pasticceria (biscotto) che lo rende affascinante. A dirla tutta, il naso è più scuro di quanto la componente di Chardonnay avrebbe fatto pensare e l’annata si palesa giustamente con un’espressione più larga che profonda. Così, nonostante pure la bocca sia dominata da una freschezza travolgente, a dirla tutta, è proprio questa a dominare la gustativa. La freschezza minerale si fa protagonista e il frutto (ora amarena) gioca dietro le quinte per chiudere su note di caramella rossa, oltre a una sottile vena agrumata e una delicata sapidità. L’ultimo Jacquesson prima della svolta stupisce per la freschezza, ma crediamo che metta anche di fronte alla fine di un ciclo…
Voto: 92(92)/100

(hanno partecipato alle degustazioni Vania Valentini, Thomas Rossi, Marco Dallabona e Simone Roveda)

Tappi degustazione Jacquesson Cuvée 739DT e Cuvée 744

Gli champagne Jacquesson sono distribuiti in esclusiva da:
Pellegrini – tel. 035/781010 – www.pellegrinispa.net

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13 risposte a “Jacquesson: ecco 744 e 739DT!”

  1. Alberto, francamente non ho capito i riferimenti che hai fatto nell’articolo riguardanti l’annata 2014 (e in parte anche alla 2013)… Ma che attinenza hanno con la Cuvée 744? Forse mi è sfuggito qualcosa o forse è stata confusa con la 2016?

    • Si sono misteriosamente mischiati due testi al momento della pubblicazione, incredibile!
      La 744 è basata sulla vendemmia 2016, certo.
      Grazie

  2. Buongiorno, ho letto e riletto tutto l’articolo e ora sono io a non raccapezzarmi sulle annate: assodato che 744 viene dalla 2016 e 739 D.T. viene dalla 2011, la 2014 come la 2015 – se ho ben capito – sono state citate solo a titolo di paragone in termini qualitativi, non vi ho trovato nulla di incongruo…..o sbaglio?
    Grazie

    • Certo, perché no? Più tempo non significa automaticamente qualità superiore. La 739DT è figlia di un’annata difficile, i fratelli Chiquet hanno fatto un mezzo miracolo, ma l’annata è quella. Invece, la 744 è buonissima!

      • Era solo una considerazione personale conoscendo abbastanza lo champagne di Jacquesson e il tempo che ci vuole per rendergli veramente giustizia , non ho però tenuto conto che poi alla fine il Dt è rimasto sui lieviti da loro quindi la maturazione non è la stessa del post degorgemant e la 744 deriva da una delle ultime e calde annate in Champagne, tutto ciò spiegherebbe.
        Saluti.

  3. Bevuta questa sera la 744 . Diventerà un grande champagne ma bisogna avvertire che ora non va proprio bevuta…..boh ho ricordi simili solo con la 736 anche se ammetto di aver sempre dato un paio di anni di tempo dal degorgemant . Consiglio personale, comprare e tenere in cantina per almeno tre anni…

    • Assolutamente d’accordo, ma già al momento può rappresentare un’interessante esperienza. A patto di avere almeno una seconda bottiglia, certo…
      Credo che sia superiore alla 736, perché dalla 740 in poi in casa Jacquesson c’è stato un ulteriore salto di qualità, a mio avviso.

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