Dove comprare: MyWineStore
Con il 2021 potrebbe nascere una nuova rubrica, dedicata a quelle enoteche o realtà specializzate (fisiche o virtuali che siano) dove acquistare champagne. Nell’attesa che si torni pian piano alla normalità, la vendita di vino ha conosciuto un’impennata in epoca Covid grazie all’asporto e, soprattutto, alla consegna a domicilio, metodologie di vendita che potrebbero continuare a riscuotere un buon successo anche dopo il l’agognato ritorno alla normalità. Ma questa rubrica non si occuperebbe solo di chi offre questi servizi, no, ma di chi, oltre all’eventuale delivery, vanta prima di tutto una buona scelta di champagne, li propone a prezzi corretti, magari offre anche un servizio di supporto alla scelta di questa o quella etichetta, possibilmente acquista da canali ufficiali…
Il test di questa eventuale, nuova rubrica lo facciamo con MyWineStore, dinamica realtà laziale creata e guidata da Francesco, in quanto, oltre a rispondere ai criteri appena elencati, ha anche voluto essere partner attivo dell’edizione 2020-21 della guida Grandi Champagne…
Alberto Lupetti
In Italia l’e-commerce del vino sembrava non aver mai decollato del tutto, però dobbiamo ammettere che questa situazione particolare causata dal virus ha dato un vero e proprio impulso al settore. Nel tuo caso, c’è effettivamente stato un forte incremento? E il trend positivo continuerà anche dopo il confinamento?
La situazione particolare causata dalla pandemia ha dato una forte scossa ad alcune categorie di negozi online, tra cui anche quella delle enoteche. L’incremento è stato notevole, in termini di nuovi clienti e vendite, ma soprattutto dal punto di vista della fidelizzazione, perché almeno la metà delle persone che ci hanno conosciuto nel periodo del lockdown, ci hanno scelto anche dopo. Già da questo aspetto si evince che, almeno per noi, il trend positivo è continuato e continuerà. Siamo fiduciosi perché determinati risultati derivano dall’impegno con cui abbiamo affrontato il cambiamento e non nascono dal nulla.
In altri settori l’e-commerce ha quasi soppiantato i canali tradizionali di acquisto, ma nel vino, come abbiamo detto, finora le potenzialità ancora non si sono espresse del tutto: quali sono a tuo avviso le ragioni?
Una delle ragioni è sicuramente il tipo di prodotto e tutte le perplessità che può causare la sua esperienza d’acquisto. I dubbi da parte dei consumatori si creano riguardo alla scelta, alla spedizione, alla consegna, ma anche al rapporto con il venditore. Ecco, noi crediamo che quest’ultimo sia un aspetto fondamentale per un’enoteca online poiché fondato sulla fiducia reciproca, elemento che forse ancora manca nel nostro settore. Si tende a pensare che una buona leva d’acquisto per il vino online sia il prezzo e, in effetti, lo è. Ma può bastare? Noi sappiamo che la risposta è no!
Parole sante, non è di certo il solo prezzo a fare la differenza! Ciò premesso, qual è il cliente tipo?
Il nostro cliente tipo è una persona attenta, che ha cognizione del vino e apprezza l’esperienza che può regalare nella sua completezza; ad esempio, anche il modo in cui una bottiglia particolare può influenzare lo stile di un’occasione. È una persona che oltre a bottiglie di un certo tipo, vuole certezze, attenzione ai dettagli e, soprattutto, che vuole sentirsi sicura e coccolata da noi.
Nell’enoteca tradizionale, sebbene oggi un po’ meno, il valore aggiunto è dato dai consigli, mentre l’e-commerce viene più guardato per il prezzo, come dicevamo, almeno dai più. Come si può ovviare a ciò?
Questa domanda mi piace particolarmente perché pone l’accento su un aspetto per noi fondamentale. Come accennavo poco fa, il prezzo online conta, sarebbe ingannevole dire il contrario: se sei un rivenditore non puoi vendere vino collocandoti in una fascia di prezzo molto più alta di quella di mercato, un minimo di competitività è necessaria. Il punto è che non è la leva più importante, almeno per noi. La nostra enoteca online è sempre attenta al discorso prezzo, su molti prodotti siamo spesso i più bassi in rete, ma riscontriamo che le persone ci preferiscono e, soprattutto, ci riscelgono per altro. È proprio lo stesso valore aggiunto del negozio fisico, il rapporto umano tra venditore e clienti, a cui noi abbiamo dato importanza fin da subito, coltivando i legami con gli utenti tramite un servizio e un’attenzione fuori dal comune. E, tra l’altro, questi aspetti sembrano scontati, ma in rete non lo sono affatto.
Purtroppo no, è vero. A tal proposito, persegui una politica di fidelizzazione?
A livello di strategia, lavoriamo su due fronti. Il primo è quello di offrire incentivi alle persone, come punti fedeltà o sconti continui da riutilizzare per nuovi ordini, che invitino quindi a tornare sul nostro e-commerce; è più immediato e genera riscontri nel breve periodo. Il secondo è in realtà quello di cui ho parlato poco fa, ovvero seguire costantemente ogni singolo cliente in tutto, da quando naviga il sito fino alla consegna, appoggiarlo e supportarlo, stupirlo anche con piccoli omaggi inaspettati. In questo caso non sono previsti sconti, ma solo un servizio esclusivo di assistenza che è proprio quello che, nel medio-lungo periodo, premia di più.
Bene, parliamo finalmente di champagne, su 100 bottiglie, quante sono del ‘re dei vini’?
Parlando di vendite, su 100 bottiglie almeno 30 sono di champagne e bollicine in genere. Sono certo che questo dato è in crescita, favorito dal fatto che stiamo puntando molto su questa categoria con l’inserimento di nuovi produttori.
MyWineStore offre un’ampia scelta di vigneron, anche dei meno conosciuti: c’è interesse da parte del pubblico verso questi nomi meno noti, o l’acquirente tipo è ancora legato alle maison più note?
In generale sì, il cliente tipo acquista più velocemente e facilmente bottiglie di maison note. Ma è un processo naturale online perché aziende già importanti sono un passo avanti rispetto alle altre in termini di popolarità e consapevolezza del brand. Alle altre maison, più piccole e meno conosciute, questo manca e, spesso, sta a noi rivenditori contribuire alla loro crescita online: se ben fatto, ci sono ottime possibilità di lavorare bene anche con le realtà più piccole. Le persone non sono restie a marchi meno noti, hanno solo bisogno di sapere e di potersi fidare.
Ho visto l’interessante iniziativa di proporre una mini-verticale di Cuvée 700 di Jacquesson, ci saranno altre proposte simili?
L’idea delle ‘mini verticali’ ci piace molto e ha riscontri interessanti tra i nostri clienti, quindi sì, continueremo a proporle. Stiamo già lavorando per inserirne subito altre due di Castelnau, storica cooperativa di Reims specializzata nella lunga permanenza sui lieviti e dall’impiego esclusivo di sola cuvée da uve selezionate in 150 diversi Cru.
Per quanto riguarda lo champagne, c’è sempre più interesse attorno alle vecchie annate, magari non vecchissime, ma diciamo a partire dagli anni ’90: è un trend destinato a intensificarsi? Ci sarà maggiore offerta qui in Italia sull’online come avviene in altri Paesi? Oppure è un settore troppo rischioso?
Nonostante in Italia l’offerta online degli champagne sia ancora limitata rispetto ad altre categorie, l’idea di intensificarla è interessante. Credo che il rischio sia solo apparente perché lavorando bene, quindi non solo nella selezione delle maison, ma anche nel modo in cui si vanno a proporre determinate scelte ai clienti, si possono ottenere buoni risultati. Con MyWineStore lo stiamo riscontrando.
Come vedono i distributori italiani, soprattutto quelli consolidati, il fenomeno dell’e-commerce del vino e dello champagne segnatamente?
Da parte dei distributori c’è entusiasmo e voglia di capire meglio le dinamiche della vendita online; tuttavia, qualche reticenza esiste, soprattutto nei confronti dei prezzi ed è comprensibile. Sta anche a noi rivenditori mostrare serietà da questo punto di vista, con strategie di vendita che non sviliscano il prodotto e l’importatore.
A parte le maggiori vendite, la collaborazione con Grandi Champagne 2020-21 ha portato l’attenzione su alcune etichette in particolare?
La collaborazione con Grandi Champagne 2020-2021, in generale, ha confermato la validità della linea che avevamo già intrapreso, ovvero quella di valorizzare anche maison meno popolari ma davvero valide. Le persone che ci hanno conosciuto tramite la guida hanno voluto provare anche qualcosa di nuovo, etichette come quelle di Philippe Gilbert e Labruyère, ad esempio.
Se fossimo un nuovo cliente curioso, consigliaci cinque champagne e motivaci ciascuna scelta…
Beh, cinque sono pochi! Però, se foste un cliente che cerca uno champagne piacevole con grande bevibilità e versatilità andrei sicuramente sul Brut Resérve Charles Heidsieck. Buona struttura e una bella spalla acida che aiuta la pulizia del palato e, soprattutto, invoglia la bevuta con un calice dietro l’altro. Naso perfetto e complesso. Il perlage fine rende ancor più gradevole l’assaggio.
Per chi ama le note tipiche dell’evoluzione ‘naturale’ dello champagne dovute alla lunga permanenza sui lieviti ma non vuole spendere troppo, consiglierei Brut Reserve Castelnau, un 72 mesi sui lieviti con sentori di tostati, polvere di caffè, spezie. Al palato è elegante con il perlage fine e una freschezza accentuata.
Se si desidera un rosé, senza rischiare, indirizzerei la scelta verso un must, che mette d’accordo molti: Laurent Perrier Rosé. Frutti rossi, piacevolezza, e struttura che ne conferisce una grande abbinabilità.
Se si ricerca una novità di alto livello, senza dubbio consiglierei Prolouge J.M. Labruyère, un Grand Cru con un naso complesso di note tostate, polvere di caffè, nocciole. Una buona struttura e un’eleganza spiccata con un finale lungo.
Infine, per una serata speciale, e se si è tra appassionati che amano grandi riserve, senza dubbio consiglierei la linea Oenotheque Castelnau, riserva di lunghe maturazioni, per esempio 1998, 1996. Eleganza nel bicchiere, complessità e lunghezza pari a nomi blasonatissimi, ma con un rapporto qualità/prezzo che non ha pari.
Se mi consente ne aggiungerei un altro a cui sono legato: Jacquesson. Una continua conferma, uno di quegli champagne che non tradiscono le aspettative: complessità al naso, buona struttura e un finale piacevolissimo!
Fantastico ….competenza professionalità disponibilità cortesia e servizio uniti ad una grande educa,ione fanno di questo punto di selezione della bollicina d’autore una tappa unica nel suo genere per chi cerca il meglio nel mondo enologico e non solo…vi raccomando anche il suo banco gastronomico con delle eccellenze italiane e straniere di assoluto livello
Buono a sapersi, allora…
Non trovo più il commento che feci tempo fa, quindi ripropongo la domanda:
Che differenza olfattiva e gustativa si apprezza assaggiando un blanc de blanc rispetto ad un blanc de noir? quali sono le caratteristiche peculiari dell’uno e dell’altro?
Grazie
Avevo risposto l’1 Febbraio a questa domanda nel post dell’Argonne di Henri Giraud…
Questa la risposta:
Beh, in linea molto, ma molto generale, i blanc de blancs sono legati agli agrumi gialli, i blanc de noirs alla frutta rossa. Poi, però, le varie zone possono dare tante sfumature agli uni e agli altri.
Come mai se lo aspettava dolce e rotondo il BdN? Ce ne sono alcuni così, ma non sono certo la maggior parte. Il Pinot Noir è struttura e nobiltà, e a volte può avere una tensione e una mineralità insospettabili… Provi l’Empreinte 2014 di Geoffroy e poi mi dica!
Grazie mille! Gentilissimo, come sempre.
Proverò la bottiglia consigliata e le farò sapere.
Santé !
Acquistato molte volte da Mywinestore e quando ho avuto bisogno di suggerimenti e/o consigli Francesco è stato disponibilissimo. Si capisce al volo che ha molta passione per quello che fa e per soddisfare i clienti. Super affidabile e super veloce.
Insomma, promosso a pieni voti!
Gentile Alberto le ho mandato le foto del dp 64.
Grazie come sempre per la disponibilità.
Edoardo