Clos des Goisses LV: è la volta del monumentale 1995!
Tra due anni, Philipponnat festeggerà un traguardo straordinario: 500 anni di presenza in Champagne! Nessun’altra maison può vantare una simile storicità, visto che la famiglia Gosset è sì qualche anno più antica, ma non è più presente nella maison omonima, mentre alla testa di Philipponnat c’è tuttora un membro della famiglia, Charles Philipponnat. E Philipponnat significa prima di tutto Clos des Goisses, un vigneto e uno champagne mitici. Grazie a Charles, in maison dal 1999, la gamma si è tanto ampliata quanto migliorata in termini di qualità assoluta, ciò nonostante il Clos des Goisses resta lo champagne emblematico, più noto, apprezzato, sognato. Nel libro La Mia Champagne racconterò nel dettaglio la storia di questo champagne e del vigneto omonimo, nel frattempo andiamo a conoscere una versione particolare di questo champagne, la L.V., che sta per Long Vieillissement, quindi una maggiore permanenza sui lieviti.
Con i campioni per le degustazioni dell’edizione 2018-19 della guida Grandi Champagne, grazie alla reputazione di cui godiamo presso Philipponnat e ai buoni uffici di Charles e della sua assistente Nicoletta, ricevemmo un Clos de Goisses che non avevamo mai visto. Era l’anteprima della versione L.V. di questo champagne, che di lì a poco avrebbe debuttato con l’annata 2000. Se già in versione con dégorgement per così dire ‘originale’ il Clos des Goisses denota una capacità di invecchiamento eccezionale, se tenuto a lungo sui lieviti questa tenuta al tempo si fa fuori dal comune e, anzi, mette di fronte a una freschezza impensabile. Anche perché i Clos des Goisses tenuti a lungo sui lieviti sono ‘bouchon liège’, una soluzione che permette di avere maggiori complessità e freschezza a fronte di maturazioni in cantina di decine d’anni. A tal proposito, bisogna ricordare che, fino al millesimo 1999, tutti i Clos des Goisses erano ‘bouchon liège’, mentre con l’arrivo di Charles, quindi dal 2000 in poi, sono stati tirati con la classica ‘capsule’ al fine di avere maggiore regolarità da bottiglia a bottiglia. Ma Charles non ha affatto rinnegato la tradizione: avendo già in mente un Clos de Goisses lungamente invecchiato, ha fatto tirare la maggior parte delle bottiglie con il tappo a corona e una piccola parte, quella destinata a rimanere in cantina, con il sughero. Negli anni a seguire, poi, ha isolato una parte delle splendide cantine, l’ha battezzata ‘Caveau du Trésor’ e vi ha racchiuso i Clos des Goisses, vecchi e nuovi, destinati a questo lunghissimo invecchiamento. Ed è da questa cantina speciale e non meno preziosa che, di volta in volta, viene scelta un’annata giunta al punto ottimale di maturazione, vengono degorgiate alcune centinaia di bottiglie e proposte sul mercato come L.V., sinonimo di eccellenza ed esclusività ineguagliabili. Ogni Clos des Goisses L.V. è proposto in cassetta singola numerata e arriva sul mercato non meno di sei mesi dopo il dégorgement.
L’annata 1995 fu caratterizzata da un inverno mite con piogge regolari, seguito da una primavera soleggiata. Purtroppo, il germogliamento è stato poi colpito da una dura gelata (-4,5°C) la notte tra il 14 e il 15 maggio che ha arrecato alcuni danni nella Montagne de Reims e nella zona di Epernay. Per fortuna, a seguire è arrivato il caldo e le piogge non hanno portato le temute muffa e botrite. La fioritura è avvenuta a fine giugno in condizioni ottimali e il tempo è stato poi soleggiato con le giuste piogge, tipiche della Champagne. Qualche pioggia si è registrata a ridosso della vendemmia, facendo temere il peggio, ma il raccolto è avvenuto sotto il sole tra il 9 e il 19 ottobre per quanto riguarda Philipponnat. L’abbondante raccolta ha portato la maison a effettuare una ferrea selezione e i mosti hanno poi denotato ottimi valori, con gli Chardonnay caratterizzati da vivacità e finezza e i Pinot Noir particolarmente corposi e complessi. All’epoca, la vinificazione avveniva in acciaio, senza malolattica e l’assemblaggio vide un po’ più Chardonnay del solito. Però, a dispetto dell’eccellente vendemmia, il tiraggio fu veramente limitato, soltanto 3.149 bottiglie: un vero peccato, dovuto alla miopia di chi gestiva la maison a quel tempo. Però Charles vi trova un aspetto positivo: il numero limitato di bottiglie portò a utilizzare il Pinot Noir soltanto della nobile parcelle ‘Les Cintres’ e lo Chardonnay di ‘Les Valofroys Blancs’, quindi solo e soltanto il cuore del vigneto. Il Clos des Goisses 1995 fu tirato ‘bouchon liège’ il 3 luglio del 1996 e 24 anni più tardi Charles ha racimolato 311 bottiglie per farlo rivivere come L.V., con dosaggio, come d’abitudine Philipponnat, a 4,5 g/l.
Clos des Goisses L.V. 1995
60% Pinot Noir, 40% Chardonnay
dég. 11 mar. 2020 – Il primo aspetto che ti sorprende di questo champagne, non appena avvicini il naso al calice, è la freschezza. Dico sorprende perché uno champagne che ha passato 24 anni sui lieviti ha bisogno di almeno due, se non più anni dopo il dégorgement perché si stabilizzi, trovi il suo equilibrio tra naso e bocca. Invece, questo Clos des Goisses non ha tratti ossidativi, no, anzi è in splendida forma, con una vitalità e una raffinatezza che conquistano. All’olfatto, l’età è tradita – si fa per dire… – da quelle splendide note di torrefazione che solo i grandi champagne d’antan sanno regalare, al fianco di note di cioccolato, di scorza di agrumi canditi, di frutta in confettura, di mandorla. Aromi terziari, dunque, sì, ma indice di un’evoluzione perfetta in quanto bilanciati da un’insita freschezza che si amplia nel calice come un estuario. La vera rivelazione è la bocca: ancora elegantissima, sottile e compatta, di una vitalità spiazzante, che significa prima il frutto fresco (pesca, che è il tratto identitario del Clos des Goisses) legato a una trama piacevolmente cremosa. In progressione, la gustativa si fa tesa, levigata e succosa, con uno slancio legato alla mineralità di craie, che si fa sempre più intensa, virando evidentemente verso il salino con ritorni di agrume di lunga e profonda persistenza. Un Clos des Goisses di un’eleganza pazzesca, perfettamente coerente tanto con l’annata quanto con il vigneto, in altre parole splendido. Ad averne…
Voto: 99/100
Questo Clos des Goisses fu fatto nel periodo più buio di Philipponnat (da cui la miope decisione di fare un tiraggio così contenuto, purtroppo…), poco prima che Bruno Paillard acquistasse la Maison, la rimettesse in sesto e la riportasse alla dimensione di gestione familiare con Charles Philipponnat. Non oso dunque immaginare cosa potranno essere i Clos des Goisses fatti da Charles negli anni seguenti quando avranno la stessa età di questo 1995. Mi vengono i brividi, ma… di piacere!
Uscita prevista a settembre.
Gli champagne Philipponnat sono distribuiti in esclusiva da:
Moonimport – tel. 010/314250 – www.moonimport.it
Alberto buonasera.
Mi auguro lei stia bene.
Le chiedo una gentilezza: recentemente ho visto una bottiglia di Philipponnat LV 1999.
Non è un Clos des Goisses, ma l’etichetta recita ‘Reserve Millesime brut LV’, etichetta nera tipo il bdn per intenderci, e sul collo scritta LV 1999.
Che vino è?
Grazie mille Alberto.
In attesa ovviamente del libro…..
Gabriele
Si tratta del vecchio millesimato classico di Philipponnat, da qualche anno non più prodotto (peccato, perché era sempre piuttosto interessante), qui ovviamente in versione ‘dégorgement tardif’. L’ultimo fu il 2005, se non ricordo male, poi credo fagocitato dal 1522 e, in parte, dal Blanc de Noirs.
Gentile Alberto,
Vorrei acquistare un PHILIPPONNAT CLOS DES GOISSES BRUT 1991 disgorged in 2003, da regalare ad un 30° a gennaio 2021, quindi ai 30 anni anche della bottiglia. Mi chiedevo, innanzitutto si mi potesse dare qualche informazione riguardo all’annata (che trovo poco documentata) e se una bottiglia simile si può anche gustare oppure serve esclusivamente agli scopi di collezionismo?
Grazie infinite e cari saluti
La 1991 è stata un’annata difficilissima e in pochi, anzi in pochissimi hanno millesimato. Però il Clos des Goisses fa un po’ storia a sé, riuscendo a lasciare il segno anche in questa annate. Non si aspetti un gran vino, però, perché, nonostante la magia del vigneto, l’annata è quella che è. Vendendo meglio alla sua domanda, lo champagne sarà più che bevibile, ci mancherebbe, il problema è la provenienza, o meglio la sua conservazione. E questo può aver influito ben più della stessa annata…
Grazie infinite Alberto, gentilissimo. Se posso le disturbo ancora con un altra domanda, quanto ritiene il giusto prezzo per una bottiglia simile nel momento in cui la sua conservazione sia stata ideale negli anni.
La ringrazio ancora e le auguro una buona domenica
Intende il 1991 ‘originale’? Trattandosi di un’annata minore, difficilmente supera i 200 euro. Invece, la versione LV ha un valore più elevato…