Lenoble: la rivoluzione ‘Mag’ ha funzionato. Eccome!
(PARTE I)
Il prossimo anno Lenoble (il nome corretto sarebbe AR Lenoble, ma mi si perdonerà la licenza di omettere le inziali del fondatore per semplicità…) festeggerà i 100 anni di storia. In un secolo è sempre rimasta una maison familiare e indipendente e la convinzione della quarta generazione, Antoine e Anne Malassagne, è di continuare su questa falsariga. Quante se ne possono contare di maison così? Non arriviamo alle dita di due mani … E, senza nulla togliere ai loro avi, ai due fratelli va riconosciuto il merito di aver riportato la maison sul panorama dello champagne, inseguendo non tanto il numero di bottiglie prodotte, che rimane sempre piuttosto contenuto (320.0000 annue), ma la loro qualità. Anzi, l’idea dei due è proprio di sacrificare i volumi in favore della qualità.
Lenoble è di fatto rinata nel 1993, quando il padre di Antoine e Anne ha chiesto loro: “cosa vogliamo fare? Vendiamo o volete occuparvi della maison?” peraltro in uno stato di semi-abbandono. Prima Antoine e poco dopo Anne hanno deciso di lasciare i rispettivi lavori e mettersi in gioco con la storica attività di famiglia: mai scelta fu più felice! Nei tre anni seguenti Antoine inizia la ricostruzione della cantina e dello stock praticamente da zero, al fianco del recupero dei vigneti, i 18 ettari che provengono dai diversi rami di famiglia tra Chouilly, Bisseuil e, naturalmente, Damery. Ancora oggi Antoine è lo chef de cave di Lenoble e la sua idea è molto semplice: “molti dimenticano che lo champagne è un vino. Nella stessa Champagne dicono che è un’altra cosa, un altro universo, ma non è così. Sì, è vero che lo champagne è un altro mondo, ma, è prima di tutto un grande vino bianco, con le bollicine. Quindi mi sono sempre approcciato allo champagne con l’idea di esaltare la complessità aromatica conservando la finezza, al fine di fare un vino di piacere. Un piacere da condividere…”. Da qui l’evoluzione stilistica che ha visto Antoine Malassagne apprendere dai propri errori e, quindi, innanzitutto abbandonare la deriva ossidativa e, come secondo passo, rispettare rigorosamente il carattere di ciascuna annata, adattando la vinificazione a ciascuna vendemmia, malolattica compresa.
Le degustazioni di Lenoble per la prossima Grandi Champagne 2020-21 (a proposito, nel giro di qualche giorno inizierà la prevendita promozionale della Limited Edition 2020-21, ancora più ricca ed esclusiva!) ci hanno messo di fronte a una sensibile crescita qualitativa dei non millesimati, che poi rappresentano gli champagne più importanti non solo per Lenoble, ma per qualsiasi produttore. Meglio. Come ho avuto modo di dire allo stesso Antoine Malassagne, l’ultimo step evolutivo, proprio alla luce di quest’ultima degustazione, trovo che abbia reso quelli che erano degli onesti champagne degli ottimi champagne. Così è finalmente decollato il rosé, sono diventati eccellenti il classico brut sans année e ancor di più il blanc de blancs. Questi ultimi due grazie alla vera e propria rivoluzione operata da Antonione Malassagne a partire dal 2010, per poi tradurla in pratica con il tiraggio del 2015 e, finalmente, presentarla nell’autunno 2018. I nomi degli champagne sono rimasti invariati, Intense il primo Blanc de Blancs Grand Cru il secondo, ma hanno guadagnato il suffisso ‘Mag xx’, dove xx sta per l’annata alla base dell’assemblaggio.
Nella prossima puntata scopriremo in dettaglio la formula del ‘Mag’ nonché il Blanc de Blancs Mag14, ora, invece, analizziamo questa sensibile crescita qualitativa attraverso il ‘rinnovato’ Intense, quindi il primo Mag14, basato quindi sulla vendemmia 2014 più il 35% di vins de réserve. Le tre uve dell’assemblaggio provengono rispettivamente da Bisseuil, Chouilly e Damery, la malolattica è svolta solo parzialmente, la maturazione sui lieviti ha superato i tre anni e, infine, il dosaggio è di 5 g/l.
Intense Mag 14
30% Pinot Noir, 25% Chardonnay, 45% Meunier
dég. nov. 2018 – Il naso denota una bella complessità, in particolar modo sul versante fruttato (soprattutto pera Williams), con spennellate di maturità e richiami tropicali, ma la spiccata pulizia e la non meno intensa freschezza donano all’espressione energia e grande tensione. E poi le note di biscotti al burro finiscono per rendere questo olfatto perfino goloso. Così passi alla bocca piacevolmente bendisposto e convinto della bontà di questa rivoluzione ‘Mag’ e, in effetti, questa ti stupisce addirittura, in positivo. È levigata come una lastra di marmo, succosa, saporita, forse non un campione di articolazione, ma di una risolutezza, una distensione, ancora una tensione encomiabili, senza mancare di una certa rotondità che conforta anche dal punto di vista della texture gustativa. Finale rinfrescante e nettamente minerale di craie. Bella bevuta e, soprattutto, un gran bel passo in avanti rispetto al passato. Bravi! Champagne molto versatile, tanto da stare particolarmente bene pure a tavola.
Voto: 90/100
(hanno partecipato alla degustazione Vania Valentini, Marco Dallabona, Thomas Rossi)
Se il buongiorno si vede dal mattino… La ‘formula’ Mag messa a punto da Antoine Malassagne sembra funzionare molto bene, perché, già al debutto, ha trasformato lo champagne più semplice di Lenoble e lo ha proiettato di slancio nella ristretta cerchia dei migliori sans année. Ma, come vedremo nella prossima puntata, le cose sono andate addirittura meglio con il Blanc de Blancs…
Gli champagne AR Lenoble sono distribuiti in Italia da:
Barbara Rinaldi – tel. 051/553259 – barbara.rinaldi5@gmail.com