12 commenti
Consigli

Gli champagne simbolo del 2018

(che poi sono anche consigli per brindare bene alla fine dell’anno…) Per queste ultime feste abbiamo volutamente evitato i triti consigli per brindare in occasione del Natale, però...
di Alberto Lupetti

gli champagne del 2018

(che poi sono anche consigli per brindare bene alla fine dell’anno…)

Per queste ultime feste abbiamo volutamente evitato i triti consigli per brindare in occasione del Natale, però non possiamo esimerci dai suggerimenti per la fine dell’anno. Non i classici consigli di brindisi, però, bensì una carrellata di champagne che per un motivo o per l’altro hanno un po’ simbolizzato questo 2018. Bando alle ciance, dunque, e scopriamo queste etichette. Otto etichette, come l’8 dell’anno che ci sta lasciando…

louis roederer brut premiere

Louis Roederer Brut Premier

L’inossidabile

Passa il tempo, ma lo champagne per tutti e per tutte le occasioni resta questo eccellente non millesimato. Che invecchia benissimo, anzi, dà il meglio di sé dopo non meno di due anni, e nel formato magnum strabilia. Solidamente al vertice della categoria nonostante la concorrenza sempre più agguerrita.

www.sagna.it

 

alexandre filiale speciale

Spéciale

L’esaltazione del vigneron

Voglia di piccolo a tutti i costi? Beh, Fabrice Gass piccolo lo è senza dubbio, visto che produce soltanto 5.000 bottiglie l’anno fatte in prima persona dalla A (la vigna) alla Z (la tappatura). I suoi champagne non piacciono… fanno innamorare. Incredibilmente senza sbagliare mai un colpo. 

www.falesco.it

 

Veuve Clicquot 2008 rosé

Veuve Clicquot Vintage Rosé 2008

La celebrazione della 2008

L’annata 2008, oramai è chiaro, è eccezionale e passerà alla storia. Ma, senza scomodare mostri del calibro di Cristal, Sir Winston Churchill e Dom Pérignon, possiamo affidarci al reperibilissimo millesimato della ‘Vedova’. Magari in rosa, che dopo aver subìto inizialmente il fratello bianco, ora lo surclassa nettamente…

www.moethennessy.it

 

jacquesson 737dt

Jacquesson Cuvée 737DT

La ragioni del tempo (e del tappo)

L’unico non millesimato che esce due volte. E che rappresenta il meglio del meglio di cui sono capaci i fratelli Chiquet. Beh, dopo che in molti sono impazziti per la 736DT (base 2008), ecco la 737DT sopravanzarla nettamente. Nonostante l’annata (2009), in teoria molto meno valida di quella che l’ha preceduta, ma con il vantaggio del tiraggio bouchon liège… Leggi la recensione del Jacquesson Cuvée 737DT.

www.pellegrinispa.net

 

bruno paillard dosage zero

Bruno Paillard D : Z

Non dosato? Sì, ma con raziocinio

Salvo le classiche 2-3 eccezioni che confermano la regola, gli champagne non dosati devono nascere come tali. Bruno Paillard ci si dedica addirittura dal 1985 e quest’anno ha finalmente trovato la quadra grazie al Meunier e una sofisticata composizione di vins de réserve. Da provare assolutamente! Leggi la recensione del Dosage Zero.

www.cuzziolgrandivini.it

 

trousset rosé

Trousset-Guillemart Rosé

Il piacere oltre il colore

Vino femminile, vino fruttato, eccetera… No! Lo champagne rosé deve essere prima di tutto un vino di piacere, mai troppo marcato sul versante ‘rosso’, ovvero fresco, vivace, gustoso, capace di conquistare tanto da solo come a tavola. In tal senso, quello di Jean-Philippe Trousset rappresenta un’ottima alternativa ai nomi più noti. Leggi la recensione del Trousset-Giullemart Rosé.

www.massuccoimport.it

 

De Sousa Cuvée des Caudalies

De Sousa Cuvée des Caudalies

Monumento al piacere

Personalmente sono più per lo Chardonnay e ritengo Erick De Sousa tra i migliori produttori di champagne, fatto peraltro oggettivo. Bene, se dovessi scegliere un solo champagne nella sua gamma non avrei dubbi: questo non millesimato è un sofisticato assemblaggio di una ventina di annate in réserve perpétuelle che, però, poi non sa proprio cosa sia la maturità. E così ti conquista irrimediabilmente un sorso dopo l’altro.

www.sarziamade.it

 

Duval Leory Extra Brut Prestige

Duval-Leroy Extra-Brut Prestige

Mille di questi champagne

Sotto la direzione di quella gran donna che è Carol Duval-Leroy la maison di Vertus non è soltanto cresciuta in qualità, ma ha anche visto nascere diversi nuovi champagne, uno più buono dell’altro. Come questo Extra-Brut nel quale il basso dosaggio è semplicemente il mezzo per esaltare una ricchezza appagante. Con almeno una seconda bottiglia, però… Leggi la recensione dello champagne Duval-Leroy Extra-Brut Prestige.

www.pescarmona-importatori.it

 

champagne 2008

Ma il simbolo del 2018 resta il trio composto da tre champagne del 2008, tre capolavori cui ho fatto brevemente menzione: il Cristal, il Dom Pérignon Vintage e il Sir Winston Churchill, in rigoroso ordine di presentazione e di uscita. Tra champagne che hanno strappato meritatamente punteggi altissimi e che lasceranno senza dubbio il segno nella storia dello champagne. Sì, è vero che il Louis Roederer e il Pol Roger sono esauriti in un lampo, ma proprio il Cristal farà nuovamente capolino sul mercato sia con un secondo di dégorgement di bottiglie, sia con l’attesissima magnum, nei primi mesi del prossimo anno. Cosa che varrà anche per Dom Pérignon: dopo la serie limitata Legacy Edition, a marzo dovrebbe finalmente arrivare sul mercato il tradizionale Vintage, senza più limiti di quantità. Al fianco di questi tre, però, non posso certo dimenticare un altro 2008, stavolta di un piccolo produttore e anch’esso sold-out in un lampo: il Fleur de Passion di Diebolt-Vallois. Jacques e i figli Isabelle e Arnaud hanno nel loro piccolo dato vita a uno champagne d’eccezione che ribadisce la bravura di questo piccolo produttore di Cramant tanto nell’interpretare l’annata, quanto in assoluto.

E per chiudere l’anno, vorrei ricordare con affetto i grandi chef de cave che hanno lasciato per termine carriera (Richard Geoffroy, Dominique Petit, Loïc Dupont e, purtroppo per motivi diversi, Didier Mariotti) e fare un grandissimo in bocca al lupo a chi ne proseguirà l’opera a partire dal 1 gennaio del 2019!

Con questo articolo ‘di sintesi’ si chiude il 2018. Un 2018 per me molto positivo, ma che vedo prodromico al 2019: a gennaio metterò in moto il motore della nuova edizione della guida, ‘Grandi Champagne 2020-21’, nel frattempo darò finalmente alle stampe il mio primo libro, ‘La Mia Champagne’, che uscirà a marzo. Inoltre, e ovviamente, non si interromperà certo l’attività delle Masterclass, quelle organizzate insieme a Vania o Raffaello, quelle ‘speciali’ richieste da piccoli gruppi di grandi appassionati e, ultime ma non ultime, quelle fatte in collaborazione con alcune Delegazioni AIS e non solo. Come detto, un 2019 di intensa attività… appunto.

Buon Anno a tutti!

Alberto Lupetti

Suggerimenti a tema:

12 risposte a “Gli champagne simbolo del 2018”

  1. Buonasera, per favore, una bottiglia di champagne Hemriot Reserve Baron Philippe de Rothschild 1973 conservata nella confezione ma in un mobile della sala può essere ancora buona? E se si mi può fare una valutazione? Grazie in anticipo!!!

    • Purtroppo la conservazione non sembra essere stata delle migliori… peccato, perché si tratta di un pezzo da collezione, l’antenata delle Hémera di Henriot, già Cuvée des Enchanteleurs, già Cuvée Baccarat e prima Baron Philippe.
      Comunque, una bottiglia ben conservata potrebbe valere anche tra i 400 e i 500 euro.

  2. Buonasera Alberto,
    visto che recentemente ha più volte ribadito la bontà dell Veuve C. Vintage 2008, assegnandogli il punteggio di 95, ritiene che il Rosè, che nell’articolo sostiene aver “surclassato” il fratello in bianco, oggi si collochi ad un punteggio maggiore di 95? Per curiosità, a che punteggio ritiene sia arrivato?

    • Un 96/100 tondo tondo se li merita tutti. Ricordo che ogni punto oltre i 90/100 è molto ‘pesante’ e dopo i 95/100 ancor più…

  3. Buonasera Alberto.
    Ho recentemente acquistato una magnum di Roederer Vintage 2012. Che punteggio stima possa valere questo magnifico champagne? E parlando sempre di annata 2012, quali altri vintage consiglierebbe di acquistare, magari in formato magnum?
    Auguri a lei e al suo staff, continuate cosi.

    • Bell’annata, la 2012, forse un po’ troppo frettolosamente stravalutata nei confronti della 2013, che sta invece sorprendendo. Ma non è il nostro caso.
      Diciamo che con gli champagne del 2012 non sbaglia, quindi segue i suoi gusti personali/preferenze di produttori, anche se molti dei grandi 2012 devono ancora uscire…
      Nel caso del Vintage 2012 di Roederer, conoscendo le straordinarie capacità di maturazione di questo champagne (oggi 1988 e 1990 sono… mostruosi), è fin troppo facile prevedere una significativa crescita qualitativa nel tempo…
      Grazie degli auguri, che contraccambio!

  4. Buonasera Alberto.
    Da qualche mese ho acquistato la guida grandi champagne 2018/19 (un bel leggere, complimenti!) e me la sono studiata per bene scoprendo alcuni produttori che prima non conoscevo, confesso che sono un simpatizzante dei piccoli vigneron e non poteva non saltarmi all’ occhio Fresnet – Juillet, maison che avevo sentito nominare un paio di volte ma di cui non ho mai assaggiato nulla.
    Ho cercato su internet ma il loro champagne di punta, lo special club, sembra introvabile, può essere che le pochissime bottiglie prodotte per l’ annata 2012 siano già esaurite? In caso contrario saprebbe indicarmi dove poterne acquistare un paio?
    Grazie in anticipo e auguri di buona continuazione a lei e a tutto lo staff di le Mie Bollicine

    • Ottimo produttore. Anche con le altre etichette. Il consiglio che posso dare è di contattare il distributore italiano LeCru75 (www.lecru75.com)…

  5. Caro Lupetti, volevo chiederle chiarimenti in merito al veuve rosé 2008. Nella sua guida parla di “dimenticarlo in cantina” e in questo articolo lo consiglia per brindare….. Purtroppo mi ha confuso!
    Concesso che sono legittime entrambe le posizioni (bere o attendere – gioventù o maturità), ma avendone in cantina 4, mi sta facendo venir voglia di stappare…..
    Mi piacciono gli champagne con la “giusta” maturità: che faccio? Sboccatura primavera 2015…..

    • Ci sta. La confusione. Assaggiato in guide, era apparso ancora contratto, decisamente bisognoso di cantina. E anche lo stesso chef de cave ammette che tra bianco e rosé ci sia una significativa differenza di maturazione. Poi, nel corso degli ultimi due mesi, il Vintage Rosé 2008 l’ho riassaggiato altre due volte… sorpresa! Sì, era passato un anno e mezzo dalla degustazione per la guida, ma lo champagne aveva veramente cambiato marcia. Ci sta. E questo non toglie, anzi, che possa essere dimenticato in cantina…
      Ho chiarito i dubbi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.