Extra Age: la scommessa vinta di Lanson
Nel 2010, nel corso di una sontuosa cerimonia a Versailles per festeggiare i 250 anni di storia, Lanson presentava un nuovo champagne, l’Extra Age Brut. Plasmato dal mitico chef de cave Jean Paul Gandon, era un assemblaggio a leggera prevalenza di Pinot Noir sullo Chardonnay, nel rispetto dello stile della maison e, soprattutto, novità assoluta per Lanson, era basato su un’armonica unione di tre annate. Il nome Extra Age (XA) stava a indicare la lunga permanenza sui lieviti, sei anni, analoga a quella del millesimato (Gold Label) e seconda solo alla Noble Cuvée, che va oltre i dieci anni. Ma, come successo a suo tempo per la stessa Noble Cuvée, che vide arrivare successivamente prima il blanc de blanc se poi il rosé, diventando una vera e propria linea, la stessa cosa è accaduta per l’Extra Age: un anno dopo il Brut ha debuttato il Rosé, e un altro anno più tardi ecco fare la sua comparsa pure il Blanc de Blancs, con bottiglia trasparente. Così, da allora Lanson ha potuto mettere in campo la linea classica (Black Label, Rosé Label, Gold Label e oggi pure White Label e Green Label), la linea di punta Noble (Brut, Blanc de Blancse Rosé, che vi anticipo a breve debutterà come millesimato e non più come unione di due annate…) e, infine, la XA con i tre champagne che abbiamo visto.
La domanda sorge spontanea: quale dei tre champagne svetta all’interno della linea XA? Personalmente trovo che ‘l’originale’ Brut sia cresciuto tantissimo con il tempo, complice anche una permanenza sui lieviti via via salita a 8-9 anni e – udite, udite! – un dosaggio parimenti cresciuto fino ai 9 g/l, a ennesima dimostrazione di come il ‘dosage zéro’ a tutti i costi serva solo a far parlare a sproposito certe persone: siamo alle solite, prima assaggiare e poi parlare! E in questo confesso che dovrei anche io, durante le mie Masterclass, smettere di rivelare il dosaggio prima dell’assaggio, ma farlo solo dopo: ci sarebbe da divertirsi…
Ma torniamo a noi. Brut al vertice, insomma, e alle sue spalle metterei il Rosé, molto pulito, fruttato e perfetto per la gastronomia, relegando così al terzo posto il Blanc de Blancs, che non mi ha mai convinto del tutto né con il primo, né con il secondo tiraggio, quello ora sul mercato: trovo, infatti, che in entrambi i casi lo champagne abbia sofferto una certa maturità e una certa insistenza, aspetti non propri di un blanc de blancs. Non credo sia colpa dello Chardonnay teoricamente (ma solo teoricamente…) poco nelle corde di Lanson, perché con la Noble la preziosa uva bianca in purezza funziona benissimo, invece credo siano le annate in assemblaggio. Vorrei pertanto aspettare il terzo assemblaggio della storia di questa etichetta per dare un giudizio più completo. Quindi, per ora, non bocciato, ma… rimandato.
Però, in proposito, sarebbe interessante sentire cosa ne pensate voi, appassionati che mi seguite (grazie ancora!), visto che tanto l’Extra Age Blanc de Blancs quanto l’Extra Age Brut saranno in degustazione nella Masterclass Lanson programmata per lunedi 11 giugno a Roma. Al fianco di altri champagne molto importati per Lanson, fino a una strepitosa Noble Cuvée Brut 1989 in magnum. Per informazioni e iscrizioni:
Masterclass Lanson – Roma, 11 giugno 2018
Ricapitolando, la linea XA si basa su tre principi fondamentali:
- assemblaggio di tre annate particolari;
- vinificazione tradizionale (acciaio senza malolattica);
- lunga maturazione (da cui il nome…) sui lieviti, in teoria almeno 5 anni, in pratica quasi il doppio.
Con l’occasione, inoltre, vorrei ripercorrere il cammino dell’Extra Age Brut, raccontando le caratteristiche dei vari assemblaggi, dal primo del debutto e fino all’attuale, non prima di aver ricordato che questo champagne è frutto di uve dei villaggi di Avize, Chouilly, Cramant e Le-Mesnil (questi ultimi due villaggi hanno sostituito rispettivamente Oger e Vertus del primo assemblaggio…) per lo Chardonnay, Bouzy e Verzenay per il Pinot Noir, quindi oggi lo champagne è 100% Grand Cru.
Extra Age Brut
60% Pinot Noir, 40% Chardonnay
1999, 2002, 2003; 6 anni sui lieviti, 6 g/l
L’XA del debutto, complesso, ma curiosamente legato a una certa maturità. Più fresca e distesa la bocca, giocata sulla mineralità e una componente di erbe aromatiche che tocca l’amaricante sul finale, peraltro morbido di materia. Champagne molto ben fatto, anche piacevole, ma… manca di quella marcia in più. Posso dirlo? Non ‘stacca’.
Voto: 87/100
2000, 2002, 2004; 7 anni sui lieviti, 6 g/l
Il secondo tiraggio, sempre con la 2002 come annata pilastro, ma liberatosi di una difficile come la 2003 in favore della ‘piacevolissima’ 2004, oltre a una più lunga maturazione sui lieviti. E già il primo naso fa capire come questo champagne sia cresciuto, si sia fatto più completo, più armonico. È intensamente fruttato, anche tostato, ingolosito da una punta dolce, cui fa seguito una bocca fresca e gustosa, agrumata e minerale, anche rotonda. Un bel passo in avanti, ma con la sensazione di poter dare ancora di più…
Voto: 89/100
2000, 2002, 2004; 9 anni sui lieviti, 8 g/l
La sensazione che mi aveva lasciato il precedente si fa certezza: più cantina, più dosage e… lo champagne decolla! Maturo in maniera affascinante, profondo, sofisticato, anche ‘scuro’, al punto da andare un po’ fuori dal solco stilistico Lanson. Ma senza rinnegarlo, attenzione, bensì reinterpretandolo, anche per via dell’assaggio polposo di frutto, avvolgente, a tratti tropicale, sempre minerale. Champagne più di testa che di pancia, ma con stoffa da vendere!
Voto: 92/100
2004, 2005, 2006; 9 anni sui lieviti, 8 g/l
Nonostante la presenza della – per me… – famigerata 2005, il terzo XA Brut dimostra definitivamente come questo champagne cresca costantemente per volare verso l’eccellenza. È intensamente champagne, è ricco, è dinamico (gioca tra il chiaro dei fiori e del frutto e lo scuro degli agrumi), soprattutto è minerale e fresco, oltre a denotare una vivace leggiadria. Ma è la bocca a conquistare definitivamente: fresca, tesa, pulita, brillante, sapida in chiusura. E s’è fatto assolutamente coerente con stile Lanson. Anzi, forse è diventato uno dei migliori champagne di tutta la gamma…
Voto: 93/100
Proprio quest’ultimo Extra Age Brut sarà presente alla Masterclass dell’11 giugno, addirittura con una maturazione sui lieviti ulteriormente prolungata (8 mesi in più) rispetto a quello assaggiato in anteprima in Grandi Champagne 2018-19 e qui sintetizzato.
Vi aspetto, qualche posto ancora c’è!
Gli champagne Lanson sono distribuiti in esclusiva da:
Duca di Salaparuta– tel. 091/945201 – www.duca.it
Ciao Alberto! Ho acquistato tutta la gamma lanson… maison da perdere la testa a mio avviso…. avrei una domanda riguardo i magnum e jeroboam se maturano sui lieviti con tappo a corona o tappo di sughero cambia il prodotto???? Grazie
Buongiorno, innanzitutto grazie per la sua competenza e la professionalità che condivide con noi.
Volevo sapere come si riconoscono le varie edizioni di Extra Age, adesso ne ho una con dégorgement 2/17. Ho provato a cercare sul sito Lanson ma non trovo alcun riferimento.
Grazie
Purtroppo non c’è modo. In base al dégorgement e alla mia varie recensioni può però risalire abbastanza facilmente all’assemblaggio…
Buona Pasqua
Buongiorno Alberto,
seguendo i suoi articoli, che trovo sempre utili e interessanti, l’anno scorso ho acquistato una bottiglia di brut extra age annate 2004-2005-2006 con degorgement marzo 2019.
Finalmente in questo weekend ho avuto l’occasione giusta per berlo e mi ha davvero stupito, uno champagne eccezionale, soprattutto nel rapporto qualità/prezzo.
Naso ricco e ampio, al palato domina il pinot nero con il frutto e la mineralità, acidità perfettamente integrata nella struttura con una persistenza davvero notevole.
Abbinato ad un filetto di manzo alla griglia si è rivelato eccellente.
E’ un peccato che l’extra age sia fuori produzione, alla prima occasione utile assaggerò il nuovo le black reserve, ma temo che difficilmente sarà a questo livello.
Il problema dell’XA era proprio la necessità di tempo: facendolo maturare in cantina cambiava tantissimo. In meglio.
Purtroppo non tutti hanno la sua stessa pazienza e il risultato è quello che sappiamo. Amen.
Il Black Réserve? Molto interessante, non la deluderà…
Buongiorno Alberto,
ho finalmente assaggiato le Black Reserve e devo ammettere che non mi ha affatto deluso.
Oltretutto ha un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Vedo con dispiacere che i prezzi degli champagne stanno continuamente lievitando ed è un peccato, spero in un cambio di rotta prima o poi…
Ho avuto occasione di assaggiare anche il millesimato 2012, che mi ha davvero colpito, apprezzo sempre più la maison Lanson.
Ottima maison. Mi sono quasi sgolato a ripeterlo, quindi non può che farmi piacere il suo commento.
Argomento prezzi: la faccenda è complessa e temo che non sia semplicemente un picco momentaneo…
buonasera Alberto, un piacere leggerla…
molto incuriosito dalla cuvee e già rimasto affascinato da quelle di veuve cliquot (extra brut extra old) mi sono procurato quella “rimandata” di “blanc de blancs” (ha avuto modo esaminarla nuovamente?)… a Natale sarà giudicata!
riguardo i prezzi è incredibile, se mi riferisco a quella che è forse la bottiglia più iconica, l’aumento di prezzo che ha sostenuto (40% minimo in 2anni), in questa maison, che non conosco molto, troviamo ancora prezzi più “umani”
saluti
Roberto
Intende il nuovo Blanc de Blancs di Lanson? Il primo (bottiglia trasparente) m’è sembrato migliore del precedente XA BdB, ma non ancora entusiasmante. Invece, l’ultimissimo con la bottiglia scura, molto, ma molto buono!
L’aumento dei prezzi di tutti gli champagne ha, ahimè, molte cause. Da una parte c’è un aumento fisiologico dato dai maggiori costi, dall’altro un aumento che lo porta ad allinearsi mano a mano ad altre Denominazioni sulla cresta dell’onda. Per decenni lo champagne – diciamocelo! – è costato mediamente poco, considerando tutto.
Poi a tutti spiace dover cacciare più soldi, ma tant’è…