Un grande rosé (Elisabeth Salmon) secondo un’annata tanto amata dagli italiani (1996)…
Quando Anselme Selosse mi disse che il suo rosé preferito era l’Elisabethdi Billecart-Salmon inizialmente rimasi spiazzato, non me l’aspettavo, ma poi c’ho riflettuto un attimo e ho pensato “beh, ci sta. D’altronde è indiscutibilmente tra i migliori cinque rosé in assoluto…”. Non a caso, è un rosé che ci ha fatto saltare dalla sedia con una grande annata (2002, in Grandi Champagne 2014-15), ma ha anche saputo stupirci a fronte di annate meno incisive (2000 nell’edizione 2012 e 2006 in Grandi Champagne 2018-19), tanto per parlare solo delle ultime uscite di questo champagne. Che è stato creato in occasione della vendemmia 1988 per omaggiare la moglie del fondatore, con un perfetto bilanciamento tra Pinot Noir e Chardonnay più un tocco (7-10%, a seconda delle annate) di vino rosso, le cui uve provengono da una vecchissima (oltre 40 anni) parcella di Mareuil (‘Valofroy’, che è il grande coteau proprio dietro il ‘Clos des Goisses’ ed esposto a sud). I vini fermentano prevalentemente in acciaio a bassa temperatura come da tradizione Billecart-Salmon (ma dal 1998 è stata introdotta una piccola parte, 5%, di legno su quasi tutte le cuvée), con malolattica parziale, segue una lunga permanenza sui lieviti che, con questa etichetta, non va mai sotto gli otto anni, per superare agevolmente i 10-12 con alcune grandi vendemmie.
Oltre le annate summenzionate, l’Elisabeth Salmon è stato prodotto nel 1990, nel 1995, nel 1996, nel 1997 e nel 1998, quindi, in totale, fa soltanto sette annate fino a oggi giunte sul mercato.
In occasione di un’ulteriore visita alla maison, che il 17 giugno celebrerà i 200 anni di storia (quel giorno seguitemi su Instagram perché vi racconterò questa festa che si preannuncia imperdibile), lo chef de cave Florent Nysci ha fatto fare una nuova carrellata della gamma attuale e, al termine, ci ha deliziato con due annate un po’ più vecchie proprio di Elisabeth Salmon, la 1998 e la 1996. Vi racconterò questo secondo champagne, perché l’altro l’ho trovato parecchio diverso tra olfatto e gusto (con quest’ultimo nettamente migliore) a causa di una bottiglia non perfetta, come ha onestamente convenuto Florent. Sono sicuro non mancherà l’occasione di riassaggiarlo… Invece il 1996in forma lo era eccome! Forte di una maturazione sui lieviti di ben 14 anni (dégorgement 2011) è stato poi dosato a 7 g/l.
Cuvée Elisabeth Salmon 1996
50% Pinot Noir, di cui l’8% in rosso, 50% Chardonnay
Naso elegante, con un’espressione fatta di agrumi confite spunti di sottobosco, con note floreali e l’imprescindibile mineralità più defilata. È un gran naso, non tanto per l’articolazione, quanto per le nette sensazioni che trasmette: intensità, profondità, raffinatezza. E la freschezza? C’è, ci mancherebbe, ma non sembra ‘da 1996’, tanto è integrata, diffusa, uniforme. La ‘solita’ (per Billecart…) bollicina sottile segna la bocca, caratterizzata da un grandissimo equilibrio, con la gustativa abilmente bilanciata tra l’agrume rosso (più che il frutto…) e la struttura del Pinot, la mineralità e la finezza dello Chardonnay, per poi distendersi sottile su una gustosa sapidità. Non è uno champagne dai forti contrasti, men che meno è un rosé da ‘fruttone’, anzi è misurato, fine, quasi delicato, pur essendo indiscutibilmente ricco, succoso. Non a caso, è animato da una fresca energia, più che dalla ‘travolgente’ acidità tipica dei 1996, per questo è eccellente. Comunque, alla fine, ogni elucubrazione, ogni distinguo, ogni riflessione tecnica vengono spazzaturizzate dalla piacevolezza di questo grande champagne: un sorso e ti piace, il secondo e ti conquista, il terzo e non vuoi più smettere…
96/100
(ha collaborato alla degustazione Vania Valentini)
Questo champagne esalta la grande tradizione di Billecart-Salmon con i rosé e, in tutta onestà, non ci aspettavamo una simile prestazione a fronte dell’annata 1996. Oramai, ne conosciamo bene le caratteristiche, ma con i rosé si rivelò veramente difficile. Si temeva che quei valori di acidità (oltre 10 g/l) potessero influire negativamente tanto sulla parte in rosso, quanto sull’equilibrio dello champagne dopo la rifermentazione, invece quei rari rosé prodotti in quella vendemmia sono oggi notevoli, come ha dimostrato l’Elisabethin questa occasione, che condivide l’Olimpo con il P2 Rosédi DP (visto in Grandi Champagne 2018-19) e con il Cristal Rosé (Vinothèque)che vedremo più avanti…
Gli champagne Billecart-Salmon sono distribuiti in esclusiva da:
Velier– Tel. 010/3108611 – www.velier.it
Buongiorno, le scrivo in primis per complimentarmi della guida 2018/2019 molto ben fatta e curata nei dettagli. Avrei bisogno di una sua consulenza, vorrei prendere una bottiglia per aprirla in viaggio di nozze (andrò in Australia/Polinesia francese) posso portarla o rischio di rovinarla con sbalzi di temperatura? Inoltre vorrei sapere il Cristal del 2008 quando esce in commercio? ho visto che lei gli ha dato il massimo punteggio! Sono incuriosito anche dal Salon che pero non ho mai assaggiato. Se lei ha qualche bottiglia da consigliarmi per l’occasione che è possibile trovare in commercio, dato che non ho trovato le guide degli anni precedenti, sono ovviamente ben accetti. Grazie per la disponibilità buona giornata
Buongiorno,
beh… grazie!
Lo champagne può viaggiare in valigia, però lo imballi in modo non solo da evitare rotture, ma anche eccessivi sbalzi termici. Al limite, e esistono contenitori anche singoli di materiale tipo polistirolo che fanno al caso suo. Appena arrivato, metta la bottiglia in frigo, la faccia riposare un paio di giorni e… se la goda!
Cristal 2008: dovrebbe finalmente uscire il mese prossimo.
Salon: il 2007, che sta uscendo, è forse il migliore degli ultimi anni…
Consigli: domanda difficilissima. Dipende da quali sono i suoi gusti. Si faccia guidare la loro…
Saluti
Salve Alberto,
possiedo alcune bottiglie di Billecart Rose cuvee Elisabeth Salmon 1997, dalle annate da lei citate manca proprio la 97 come Rosé.
Mi potrebbe spiegare il perché e cosa ne pensa di questa bottiglia se gli è mai capitato di assaggiarla, che valutazione le darebbe, e una valutazione rispetto alla 96.
Grazie mille anticipatamente
Cordiali Saluti
Lo sapevo che mi era sfuggita un’annata! Tra l’altro, nel 1997 la maison ha prodotto tutti e tre i suoi grandi millesimati…
Com’è l’Elisabeth 1997? Ovviamente non come la 1996 perché le annate sono state profondamente diverse. La 1997 è stata un po’ come la 2007: non ci hanno creduto in molti, ma alla fine gli champagne si sono rivelati ottimi!
Mi toccherà riassaggiarla la prossima volta che passo da loro…
E tra Elisabeth 97 e 98 quale sceglierebbe?
Avrei un’altra domanda, all’incirca quante bottiglie produce la Billecart di cuvee Elisabeth e quante di cuvee Nicolas?
Grazie mille Alberto