Bella verticale di Mémoire de Vignes, 2011-2002
Nelle varie edizioni della guida Grandi Champagne c’è un produttore poco conosciuto (ingiustamente…) che s’è sempre fatto valere. Parecchio. Tanto che già nell’edizione 2016-17 ha guadagnato la menzione di ‘Producteur d’Excellence’. È Michel Arnould, RM di Verzenay che produce ogni anno poco più di 100.000 bottiglie di eccellente qualità, tutte, ovviamente legate a doppio filo al Pinot Noir. Quello della parte nord della Montagne de Reims, quindi più teso e minerale. Ebbene, questa nobile uva nera in casa Arnould non solo domina tutti le cuvée, ma si esalta in purezza in uno champagne della gamma, forse il più rappresentativo della famiglia, che abbiamo definitivamente ‘notato’ durante una degustazione di Grandi Champagne 2018-19…
Questo champagne è il Mémoire de Vignes e ricordo benissimo che, durante la suddetta degustazione, avevamo ben due annate, la 2008 e la 2011, arrivata in una secondo momento come nuova uscita. Visto che la guida propone sempre l’annata più recente, decidemmo di pubblicare la più giovane in guida, raccontando invece la 2008 qui sul sito LeMieBollicine; però, più d’ogni altra cosa, l’assaggio ha definitivamente focalizzato la nostra attenzione su questo Mémoire de Vignes. Infatti, non solo questi recenti assaggi, certamente ‘trascinati’ dall’eccellenza dell’annata 2008, ci hanno colpito, ma ci hanno anche fatto ricordare quanto questa etichetta si sia sempre comportata molto bene e lo dice chi non è affatto un appassionato dei Pinot Noir in purezza! Da qui l’idea di fare un giorno una piccola verticale di questo champagne, per scoprirne diverse declinazioni a seconda dell’annata, nonché la capacità di invecchiamento. Tra l’altro, c’è addirittura qualcuno che considera il Mémoire de Vignes tra i migliori tre blanc de noirs della Champagne…
Prima, però, rivediamo brevemente cosa sia questo Mémoire de Vignes. Caratterizzato da una bottiglia particolare e curiosamente proposto nel solo formato da 0,75 cl, è uno champagne fatto con uve di vecchi lieux-dits, tre per la precisione: ‘Les Coutures’, ‘Les Potences’, siti sul grande coteau a valle del celebre mulino di Verzenay, quindi sulla collina detta ‘Le Mont Boeuf’, e ‘Les Perthois’, proprio sotto il non meno noto ‘faro di Verenay’, tutti con piante di oltre 50 anni a conduzione naturale, tanto che i vigneti sono classificati HVE (Haute Valeur Environnementale). La fermentazione avviene in cuve di acciaio termoregolate, dove i vini rimangono 7 mesi sulle fecce nobili, mentre, dopo il tiraggio, lo champagne matura 5 anni sui lieviti prima di remuage e dégorgement meccanizzati; infine il dosaggio, da ‘brut basso’, tra i 7,5 e gli 8,5 g/l. Da notare che la liqueur è fatta con vecchi vini da solo Pinot Noir di Verzenay. Insomma, è uno champagne di ‘selezione’ che vuole esprimere la nobile varietà nera su suolo calcareo tipico della parte nord della Montagne de Reims.
Per continua a seguire la felice tradizione dell’ultima edizione della guida, la degustazione si è svolta presso il ristorante Mamma Mia di Roma, con tutto il panel romano e gli immancabili calici Champagne Wine Glass di Riedel. Allons!
Mémoire de Vignes
100% Pinot Noir
2011
Naso attraente, denso ma molto fresco, evidentemente fruttato, ma sempre su un versante vivace, ovvero mai vinoso, mai scuro, forse perché arricchito da una nota di arancia, dalla frutta secca e da una nettissima mineralità. Insomma, esprime perfettamente il Pinot Noir della parte nord della Montagne… E questo Pinot Noir si fa ancora più evidente in bocca, complessa, spessa, ancora fresca, con una bella persistenza più sugli agrumi scuri che sul frutto e una chiusura sorprendentemente asciutta. Ha un bel dinamismo, evolve molto bene nel calice, rispetto alla degustazione della guida s’è fatto più armonico, però alla fine ci sembra più da abbinamento che da beva di piacere. Allora accostatelo ai grandi salumi emiliani o alla carbonara come la fanno da Mamma Mia. Si parla della 2011 come di un’annata scarsa… Beh, questo champagne ci porta a pensare ancora una volta che sia stato commesso un grossolano errore di valutazione…
Voto: 91/100
2008
Si conferma il migliore della serie, almeno finora, potente ma sottile, molto pulito.
Replica la prestazione dello scorso anno:
Michel Arnould Memoire de Vignés 2008
Voto: 94/100
2007
Non fermatevi al primo naso di questo champagne, perché se inizialmente è velato da note casearie, basta attenderlo un minimo nel bicchiere perché queste si dissipino per lasciare posto a una vena agrumata innanzitutto, quindi a una fine speziatura, alle tostature e a tanta freschezza). Insomma, un blanc de noirs lontano da un’impostazione scura o cupa, ma è l’assaggio a certificarne il valore. Ecco, infatti, uno splendido champagne, elegante nella bollicina, pulito, freschissimo, anzi rinfrescante, sottile nel suo incedere, forse non così complesso come ci si aspetterebbe pensando alla ‘tradizione’ dell’etichetta (e da un Pinot Noir in purezza…), ma di una bevibilità travolgente. E che bella bocca che lascia, pure finemente sapida! L’ho detto e lo ridico: la 2007 è stata l’année oublié. L’avevamo incontrato nell’edizione 2016-17 della guida, ma non lo ricordavamo così buono…
Voto: 92/100
2006
Naso invitante, cremoso, attraente, in tutta onestà ancor più difficile da identificare come un Pinot Noir in purezza in questa espressione. È solare, ha le dolcezze di frutto, una spennellata floreale anch’essa dolce e grassa, ha profondità, ma sa essere anche attraente, soprattutto per chi non frequenta abitualmente lo champagne, dimostrando così un’accessibilità inaspettata. Dunque, non sembrerebbe rivelare più di tanto l’annata, cosa che invece fa immediatamente all’attacco in bocca: rotonda, fruttata, con una certa deriva verso le note dolci. È rotonda, morbida, di spiccata e immediata fruibilità, ma dopo il primo sorso diventa quasi saturante. Si prefigura, pertanto, come uno champagne da tavola: con foie gras scaloppato. Anche questo era in guida, nell’edizione 2014-15, ma oggi non è riuscito a replicare la prestazione, anzi neanche ad avvicinarla. Però oramai l’abbiamo capito: l’annata 2006 è stata molto e sorprendentemente coinvolgente al debutto, salvo poi mostrare fin troppo presto la corda…
Voto: 89/100
2005
L’olfatto dà immediatamente la sensazione di trovarsi di fronte a uno champagne corposo, concentrato sul frutto, con una certa tendenza al dolce. Forse sia prevenuti (l’annata 2005, l’avrete capito, non è degna di memoria salvo 4-5 casi), ma eccola rivelarsi questa ‘famigerata’ annata… Che in bocca si svela definitivamente, con i ritorni dolci di frutto piuttosto presenti e, soprattutto, una diluzione che fa pensare a un tentativo del produttore di addomesticare il calore dell’annata. Però dobbiamo essere onesti e alla fine dire che se da un lato questo champagne non riesce a entrare nel ristretto novero deii migliori 2005, dall’altro va detto che non è nenanche tra i peggiori, anche perché manca della nota amara e della pesantezza che abituadelmente segnano la chiusura degli champagne di questa vendemmia. Insomma, una bottiglia interlocutoria… ma alla fine, detto tra noi, si fa bere. Una sorpresa, per certi versi, non a caso questo Mémoire ha staccato nettamente il gemello assaggiato nella prima edizione (2012) della guida…
Voto: 88/100
2002
Non solo l’espressione olfattiva non convince della perfetta tenuta della bottiglia, ma il proporsi grassa al limite del pannoso, seguita da note di miele millefiori, ne tradiscono una certa evoluzione che, francamente, non ci aspettavamo. E la bocca evidentemente non integrata tra acidità e dolcezze di miele che ricordano addirittura la caramella Ambrosoli confermando definitivamente che non si tratta di una bottiglia corretta… Infatti, siamo quasi certi che non si tratti di un problema di invecchiamento, bensì di uno legato alla singola bottiglia. Peccato, anche perché non ne avevamo una seconda per completare correttamente la scheda. Sarà per un’altra volta …
S.V.
Oddio, a dirla tutta, fuori dai denti, quando mi venne in mente di fare questa verticale, sull’onda dell’entusiasmo del Mémoire de Vignes 2008, mi aspettavo qualcosa in più. Però, alla fin fine, non posso parlare di delusione, perché ci siamo trovati di fronte a un bel Pinot Noir, molto territoriale, molto ben fatto e tremendamente rispettoso dell’annata di cui è figlio. Ecco, nel bene e nel male lo champagne ha perfettamente espresso il millesimo e da questo punto di vista non ci sono state sorprese: chi doveva migliorare lo ha fatto e chi doveva mostrare il fiato corto lo ha fatto. Rimane il rimpianto del 2002, che sarebbe stato interessante sia in termini di maturazione, sia di espressività dell’annata. Toccherà rimediare e cercherò di farlo al più presto.
Va detto, per chiudere, che Daniele di Mamma Mia ci ha detto di avere regolarmente in carta questo champagne e, nonostante il prezzo non proprio popolare lo metta in diretta concorrenza con etichette dal maggiore appeal, ha rivelato che piace. Deve essere lui a proporlo, certo, ma chi si fida del suo consiglio poi non rimane deluso. Saremo noi troppo critici?
Gli champagne Michel Arnould sono distribuiti in esclusiva da:
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