Il nuovo millesimato di Trousset-Guillemart: sorpresa o… conferma?
Tra i numerosi (sono ben 5.000) piccoli produttori di champagne è difficile oggi trovarne di veramente validi: i più bravi sono già stati ‘scoperti’ da tempo. Ciò nonostante, qualche eccezione c’è ancora e riguarda soprattutto la più giovane generazione (meno di trent’anni) di vigneron che da pochi anni si è affacciata nel panorama champenois. Il risultato è che già quest’anno vedremo le loro primissime bottiglie e – fidatevi! – queste saranno (sono) davvero splendide. Poi ci sono altri produttori che giovani non lo sono dal punto di vista anagrafico, ma da quello della costituzione della maison sì: si tratta per lo più di famiglie che sono uscite dalla cooperativa alla quale conferivano da tempo per dare vita alla propria realtà RM.
È, ad esempio, il caso di Jean-Philippe Trousset: la sua famiglia coltiva la vita a Sacy (Petite Montagne) da secoli, poi negli anni ‘50 del secolo scorso i Trousset entrano nella locale cooperativa, fino al 2008, quando proprio Jean-Philippe decide di uscire per diventare RM con il nome di Trousset-Guillemart. La sede, nell’adiacente Premier Cru di Les Mesneux, è ovviamente moderna, ma molto efficiente e nel pieno rispetto della tradizione champenoise. Le uve provengono dai 7,60 ettari di proprietà, tutti Premier Cru, e sono vinificate in gran parte in una straordinariamente pulita cuverie e in quota minore in legno; la malolattica è per ora svolta in gran parte, ma già con la vendemmia 2017 Jean-Philippe ha iniziato a ridurla drasticamente. La produzione si articola sulle 70.000 bottiglie annue, suddivise su sei etichette di tradizione più una parcellare che uscirà tra almeno un altro anno. Tra queste etichette figura ovviamente il classico millesimato, prodotto in poco più di 3.000 bottiglie. È l’unico a non svolgere già la malolattica e in questa sede voglio presentare il ‘nuovo’ 2013, che segue l’eccellente 2012 visto in Grandi Champagne 2018-19 insieme ai pilastri della gamma. Tornando al millesimato, beh, va detto che pur essendo l’annata 2013 nettamente inferiore alla precedente, lo champagne non fa affatto rimpiangere il più blasonato predecessore, come vedremo… Il vino è stato fermentato interamente in acciaio, ha maturato tre anni e mezzo sui lieviti e, al termine, è stato dosato a 4,5 g/l.
Millésime 2013
50% Pinot Noir, 50% Chardonnay
dég. 7 nov. 2017 – Il primissimo approccio olfattivo denota una coerenza rocciosa con lo stile del produttore, quindi grandissima pulizia e marcata freschezza. Ma questo naso è anche leggiadro, simpatico, stuzzicante nella sua fine espressione fruttata, rinvigorita da spunti agrumati e minerali. Dà l’impressione di essere uno champagne fatto di un’ottima materia e caratterizzato da un bell’equilibrio che significa tensione e leggerezza che non si prevaricano mai tra loro. Bocca ancora più coinvolgente: ritornano freschezza, pulizia e tensione, ma qui c’è anche un’invidiabile precisione nel riportare il frutto, accompagnato nello sviluppo da una bellissima salinità. Per non parlare del fatto che non sembra proprio uno champagne senza malolattica perché, sebbene molto giovane, non è mai duro o spigoloso. Insomma, uno champagne molto buono, di una bevibilità premiante (e un prezzo a dir poco concorrenziale…). Provare per credere.
Voto: 91/100
Gli champagne Trousset-Guillemart sono distribuiti da:
Massucco Import – Tel. 0124/518555 – www.massuccoimport.it