Femme 1995: un grande champagne di una grande annata in… doppia declinazione!
Nel 1991, poco prima di morire, Jean-Charles Duval-Leroy convocò tutti i dipendenti della maison e disse loro di essere condannato da un male incurabile e di avere intenzione passare il timone della maison alla moglie Carol. E aggiunse: “se non credete in lei, potete andare via immediatamente”. Poi, in privato, fece promettere alla stessa moglie che avrebbe sviluppato la maison per passarla, un giorno, ai tre figli.
Bene, possiamo dire che Carol Duval-Leroy ha assolutamente onorato la promessa: pur essendo tuttora al timone della maison, l’ha resa una delle più belle e importanti realtà della Champagne, con i figli attivissimi al suo fianco. La gamma è ampia, ma ben pensata, con champagne di personalità netta; al vertice, la cuvée Femme non solo sintetizza tutto ciò, ma sottolinea anche l’impronta fortemente femminile (quasi la metà del personale e la stessa chef de cave sono donne…) voluta da Carol per Duval-Leroy. E fu sempre Carol a decidere che la suddetta cuvée de prestige, nata nel 1990, si sarebbe poi chiamata Femme, per sottolinearne l’eleganza, per ribadire la ‘femminilità’ di Duval-Leroy e per riprendere con la prima lettera, la ‘F’, il Fleur de Champagne, il più importante vino dell’intera gamma, anche per tradizione.
La Femme è sempre a predominanza di Chardonnay, nel rispetto dello stile della maison, e le uve, come ricorda Sandrine Logette, provengono unicamente da villaggi 100% Grandi Cru e da “mi-coteaux”, non necessariamente tutte di proprietà. La fermentazione avviene per parcelle in piccole cuve con svolgimento della malolattica, ma il 5-10% è fermentato e maturato in barrique usate. Dopo l’eccellente performance della Femme 1996 in Grandi Champagne 2018-19 ero curiosissimo di assaggiare la 1995, la seconda della serie, e ho avuto la fortuna di farlo nel corso di una mia visita di dicembre 2017. Non si trattava però di un ‘dégorgement tardif’ come speravo, bensì di uno originale, anche se devo confessare che la parziale delusione è stata ben compensata dal fatto che Sandrine Logette me l’ha fatta assaggiare sia in bottiglia, sia in magnum: mica male! Oramai sapete che adoro l’annata 1995, probabilmente la migliore della decade, ma per quanto riguarda la Femme è stata anche l’ultima che ha visto in campo dei Pinot Noir più strutturati, mentre dalla successiva, la summenzionata 1996, erano stati scelti vini da uve nere più fini, più raffinati, più… coerenti con lo stile dell’etichetta. Ma com’era questa Femme 1995?
Femme 1995
24% Pinot Noir, 76% Chardonnay; dosage 9 g/l
dég. 9 feb. 2006 – Ecco la grande annata 1995! Splendido naso, elegante, fresco, ma anche ricco, complesso. È certamente agrumato e minerale, arricchito da canditure, spezie, erbe aromatiche e, a seguire, grassezze di frutta secca e tostature, con la maturità sottile, sussurrata, mai evidente. Inoltre, è uno champagne chiaramente legato a doppio filo allo Chardonnay, con il Pinot Noir che sembra dare giusto un po’ di struttura e verticalità. Insomma, eleganza, coerenza stilistica e… qualcosa in più. La bocca è succosa e piena, con una bollicina finissima, ed è animata da una bella acidità, sviluppandosi pulita, asciutta, elegantemente lineare, forse più persistente che lunga, fino alla chiusura sapida. Colpisce l’eleganza, ma anche l’incisività del gusto, soprattutto la freschezza. In sintesi: annata e savoir-faire.
Voto: 95/100
magnum, dég. mar. 2007 – Un anno in più sui lieviti, ma, soprattutto, il formato migliore. E la differenza emerge immediatamente: il naso è molto più elegante, ma anche molto meno evoluto, al punto che sembra quasi il vino abbia ancora bisogno di tempo. E questa eleganza pazzesca la ritrovi in bocca, una bocca con una freschezza soffusa e diffusa che cresce con souplesse fino al finale di agrumi e mineralità, stavolta sì molto lungo. È uno champagne di grande precisione e un monumento all’eleganza. Un’eleganza femminile, sì, da ‘grande femme’, ma senza essere… un vino femminile, perché ha leggerezza senza averla. Insomma, replica il disegno aromatico della bottiglia, ma a fronte di maggiore dettaglio, di maggiore articolazione. Forse perché vanta un equilibrio veramente pazzesco. Notevole.
Voto: 97/100
Nel corso di questa degustazione (che ha visto in campo anche Fleur, Extra-Brut, Blanc de Blancs 2006, Clos de Bouveries 2006, Femme e Femme Rosé 2007) ho avuto modo di approfondire diversi aspetti con la chef de cave Sadrine Logette, entrata in Duval-Leroy nel 1991 (proprio l’anno in cui prendeva il timone Carol…) come responsabile del controllo qualità e dal 2005 promossa a questo importante incarico, ricevendo una non facile eredità da Hervé Jestin. Visto il livello degli champagne Duval-Leroy oggi, beh, ha fatto e sta facendo non bene, ma benissimo, ma posso dire che da lei ho imparato ancora qualcosa di nuovo! Invece, a proposito della Femme, mi ha spiegato come evolverà negli anni a venire. Dopo le classiche Femme 1990, 1995, 1996 e 2000 lo champagne prenderà due strade: nelle buone annate sarà un millesimato non dichiarato (come l’attuale sul mercato, che è 100% 2004 non dichiarato), nelle annate eccezionali sarà un millesimato in tutto e per tutto (la prossima Femme di questo tipo sarà la 2008). Il sogno di Sandrine Logette è produrla tutti gli anni, ma sa bene che potrebbe non essere sempre possibile, fermo restando che la ‘formula’ di questo champagne sarà sempre la stessa: uve Grand Cru, metà coteaux, prevalenza di Chardonnay, piccola parte di barrique, lunga maturazione sui lieviti, almeno otto anni. Vedremo…
Gli champagne Duval-Leroy sono distribuiti in esclusiva da:
Pescarmona Importatori – tel. 011/533471 – www.pescarmona-importatori.it
Ciao, hai per caso anche assaggiato la 2000? Me ne hanno regalato una bottiglia ieri sera e mi sarebbe piaciuto un tuo commento prima di berla.
Mi manca un riassaggio da diversi anni, Claudio. All’epoca la ricordo molto elegante, ma, vista l’annata, non so quanto possa aver maturato…
Sarai tu a farmelo sapere!
Contaci! Ciao e grazie.