L’ottimo EBB de Il Mosnel in verticale
L’Italia può vantare un’offerta di vini Metodo Classico talmente diversificata da non avere eguali al mondo. Non sempre il desiderio di spumantizzare, però, porta a risultati degni di nota, ma oramai si sono consolidate ottime etichette sia tra le novità (bollicine da varietà mai spumantizzate prima e/o in zone vitivinicole affacciatesi da poco alla spumantizzazione ‘classica’), sia tra le cantine di tradizione. Tra queste ultime, Il Mosnel è oramai stabilmente non solo tra le migliori realtà di Franciacorta, ma dell’intero panorama nazionale e la sua cuvée de prestige EBB ne è solo l’esempio più evidente. Nata nel 2003 come N.5 per indicare che si trattava della quinta etichetta della gamma Il Mosnel (ma non solo…), è stata ribattezzata l’anno seguente EBB in onore di Emanuela Barzanò Barboglio, la mamma di quei Lucia e Giulio Barzanò che guidano con tanta bravura e non meno passione la cantina dal 2007.
Comunque, la formula di questo top Franciacorta non è mai cambiata: il migliore Chardonnay, quello dei vigneti di Passirano oggi a conduzione biologica (come peraltro tutti i 39 di proprietà), sono ulteriormente selezionati in fase di pressatura, visto che solo il mosto fiore, circa il 50% del totale, è avviato alla fermentazione in barrique. Dopo il tiraggio nella primavera successiva alla vendemmia, le bottiglie maturano in cantina tra i tre anni e mezzo e i quattro, prima del dégorgment e del dosaggio da extra-brut. Inizialmente prodotto in sole 4.600 bottiglie, la produzione si è poi stabilizzata intorno alle 9.000 totali, compresi i formati maggiori quali magnum (circa 500 pezzi tirati) e jeroboam (solo 70 prodotti).
In occasione dei 180 anni dell’azienda festeggiati lo scorso anno, Il Mosnel ha anche rinnovato l’estetica di tutta la gamma e ha lanciato la nuova annata di EBB, la 2011, che ha portato al debutto proprio la nuova veste estetica. Andiamo a conoscere da vicino questo Franciacorta insieme a quattro annate che l’hanno preceduto.
EBB
100% Chardonnay
2011
tir. mar. 2012, dég. ott. 2015, vendemmia 23-31 agosto, alcol 13°
Naso ricco, addirittura denso, pervaso da note agrumate che sembrano rasentare le canditure, ma senza sconfinare mai nella dolcezza. È pure grasso, ma, nuovamente, mai troppo, anzi, questo naso alla fin fine è addirittura brillante. Non manca di sfumature minerali e, via via, confortanti tostature. Bocca fresca e cremosa, quindi di bella polpa compensata da un buon nerbo acido. È nuovamente agrumata, ma stavolta senza quella sensazione di canditura, al punto che la definirei succosa. Non sembra inseguire la profonda verticalità, né la complessità, ma predilige invece l’ampiezza e la gustosità di beva, nonostante l’ombra amaricante da agrumi gialli sul finale. Così, alla fin fine, dopo un sorso ne desideri subito un altro…
Voto: 90/100
2010
tir. mar. 2011, dég. giu. 2015, vendemmia 23-31 agosto, alcol 13°
La prima impressione è non solo di densità e di grassezza legata alla tipicità dello Chardonnay, ma anche di freschezza, addirittura di brillantezza. E poi, via via, ecco gli agrumi, le tostature, uno spunto fumé, con tutte queste note non tanto intense, quanto più da cercarle nel bicchiere, ma alla fine il risultato è vincente perché è senza dubbio invitante. Una bollicina forse un po’ troppo delicata dà il via all’assaggio, nel quale la freschezza di questo vino emerge ancora più evidentemente. È succoso, tendente al vinoso, con il legno avvertibile, ma sul fronte della burrosità, dei ritorni tostati, così non sembra dare troppo spazio all’articolazione gustativa, ma… alla piacevolezza sì. È un vino più palatale che cerebrale, ben equilibrato tra la suddetta vinosità e l’ottima acidità, addirittura sopra la media, per questo alla fine piace. Eccome se piace!
Voto: 91/100
2009
tir. mar. 2010, dég. gen. 2015, vendemmia 11-21 agosto, alcol 12,5°
A eccezione delle tostature che strizzano l’occhio alla torrefazione, questo naso sembra poco restio a concedersi. Anche aspettandolo, l’olfatto, oltre a note fumé e una leggerissima mineralità sulfurea, rimane imperniato sulle tostature, ma si fa sempre più grasso, burroso, a disegnare un grande vino Chardonnay. Che non manca di freschezza. Freschezza che si ritrova all’attacco in bocca, ma si tratta più di vitalità del vino che di sostegno acido, anche perché il centro bocca sembra arroccarsi su questa sensazione di ‘rinfrescante leggerezza’ e nulla più. Per carità, la beva, nella sua spensieratezza, è vincente, ma, complice anche la bollicina carezzevole, manca di quell’incisività e di quella persistenza che mi sarei aspettato da quest’etichetta blasonata. L’annata non sarà stata nelle sue corde?
Voto: 87/100
2008
tir. mar. 2009, dég. apr. 2013, vendemmia 21 agosto-10 settembre, alcol 13°
Va un po’ cercato questo naso, perché non vuole rivelarsi, quasi si nasconde. Ma nelle sue profondità ecco una freschezza veramente sorprendente nella quale si muovono note fruttate più che agrumate, una certa polposità più che grassezza vera e propria e una spruzzata vivace da foglia di agrumi, oltre a una buona tostatura e, ancora più ‘sotto’, una sottile maturità. Insomma, anche se va cercato, ha una buona complessità e non meno fascino. L’attacco in bocca propone una bollicina fine ma fitta e ancora una freschezza che lascia quasi spiazzati, ma poi… beh il vino sembra un po’ perdersi. È tutto giocato su questa incredibile freschezza, al punto da rimanervi ‘inchiodato’, senza riuscire a distendersi, né replicare la complessità olfattiva. Peccato per questa dicotomia, ma, almeno, si fa bere spensieratamente ed è ben lontano dal sembrare un vino di quasi dieci anni.
Voto: 89/100
2007
tir. mar. 2008, dég. giu. 2012, vendemmia 6-16 agosto, alcol 13°
Anche questo naso rifugge l’evidente espressività, anzi manca pure delle tostature del precedente, ma è pervaso da una grande freschezza. Ma ha più di 4 anni di dégorgement, quindi lo aspetto… ciò nonostante, non sembra crescere più di tanto, salvo seguire l’impostazione del 2009 su un tono molto più tenue, quasi sussurrato. Ciò nonostante, permane questa netta sensazione di freschezza, una freschezza finemente agrumata. Pure la bocca rimane molto fresca e (ancora!) leggera, ma, a differenza del precedente, ha una bollicina più presente e fitta, una gustativa ben articolata sull’agrume e pure sapida sul finale, una persistenza degna di nota. Considerando anche l’età, un ottimo Franciacorta.
Voto: 88/100
Due di questi EBB li avevo già recensiti a suo tempo qui su LeMieBollicine, il 2010, con sboccatura, anzi dégorgement, come preferiscono scrivere i Barzanò, diverso (gennaio 2015) e il 2008 con lo stesso. Ebbene, se il 2010 non solo si è confermato, ma è addirittura ‘migliorato’, proponendosi finora come il campione della serie, il 2008 è apparso un po’ indietro rispetto a quell’assaggio. Oddio, non che abbia mostrato segni di maturità, di affaticamento, anzi si è rivelato molto fresco, ciò nonostante è mancata quell’articolazione gustativa che gli avrebbe permesso di rimanere su livelli di eccellenza. Ma il bello del vino è anche questo…