Con l’annata 2007 Philipponnat fa non uno, ma due centri!
Non molto tempo fa, ho presentato in anteprima la nuova annata dello champagne più importante di Philipponnat, quindi il Clos de Goisses 2007. Ebbene, ora tocca a un’altra cuvée della maison di Mareuil lasciare il segno con l’annata 2007, una cuvée tra le ultimissime nate da Philipponnat e voluta da Charles per onorare l’antico e strettissimo legame tra la famiglia e questa terra. I Philipponnat, infatti, vivono in Champagne dal XVI secolo, anzi dal 1522 per la precisione, ed è in quell’anno che Apvril Philipponnat ha acquistato un vigneto ad Aÿ denominato Léon. Oggi quel vigneto, piantato a Pinot Noir direttamente sulla craie, esiste ancora, è sempre di proprietà di Philipponnat ed è facilmente individuabile sulla destra, digradante verso il canale laterale della Marne, andando da Dizy ad Aÿ, proprio per il colore bianco del terreno per via della craie affiorante.
Nel 2000, per omaggiare l’avo ed esaltare la straordinaria tradizione dei Philipponnat in Champagne, Charles crea un nuovo champagne, denominato appunto 1522 e il cui Pinot Noir, preponderante nell’assemblaggio, proviene esclusivamente dal vigneto Léon. La Cuvée 1522 è inizialmente un sans année, ma già con la vendemmia 2002 diventa un millesimato. Per quanto riguarda le uve, abbiamo detto del Pinot Noir, mentre lo Chardonnay è di Le-Mesnil, pertanto, essendo anche quest’ultimo villaggio classificato 100% come Aÿ, lo champagne è anch’esso un Grand Cru. Seguendo quello che è poi lo ‘schema’ di vinificazione di Philipponnat, la fermentazione della sola cuvée avviene per il 50% in legno senza svolgere la malolattica, l’altra metà in acciaio con la malolattica; poi ben otto anni sui lieviti e un dosaggio di 4,5 g/l.
Cuvée 1522 2007
65% Pinot Noir, 35% Chardonnay
dég. set. 2016 – Se il buongiorno si vede dal mattino: naso veramente invitante, polposo di frutto, ma anche animato da una soffusa freschezza e una sottile mineralità crayeux che, man mano, si fa sempre più presente. Anche l’attacco in bocca è fruttato, ma, a differenza del naso, non è polposo e, anzi, lascia il testimone prima agli agrumi e poi a una bellissima mineralità in un contesto di apprezzabile tensione e ottima freschezza. Finale secco, pulito, molto lungo sui netti ritorni di craie. Che dire? Beh, senza dubbio che conferma l’annata: sottovalutata da molti, ma alla fine molto interessante. E anche questo champagne molto interessante lo è senza alcun dubbio!
Voto: 92/100
Gli champagne Philipponnat sono distribuiti in esclusiva da:
Moonimport – tel. 010/314250 – www.moonimport.it
Buongiorno Signor Alberto
Questo Champagne non ha nulla a che fare la Royale Réserve Brut, si tratta di tutt’altra cosa.
Grazie e cordiali saluti
Gianfranco
Esatto. La Royale Réserve è il classico brut sans année di Philipponnat, la Cuvée 1522 è una sorta di millesimato speciale.
Egregio Sig. Lupetti,
Le scrivo questo messaggio per avere un Suo cortese consiglio: mi è stata offerta la possibilità di acquistare una magnum di champagne Laurent Perrier Gran Siecle “Les Reserves” ad un prezzo di Euro 1.000 + IVA.
Sono a conoscenza del fatto che si tratta di una bottiglia non comune e piuttosto rara, ma vorrei sapere se a parer suo, rappresenta a livello di rapporto qualità/collezionabilità/prezzo, un’ occasione da non farsi sfuggire potendoselo permettere, o se vi sono bottiglie più interessanti verso le quali rivolgere l’attenzione.
La ringrazio per l’attenzione ed in attesa di un Suo cortese riscontro Le porgo cordiali saluti.
Giulio D.
Buongiorno,
non so se l’ha vista, ma di questo eccezionale champagne ho fatto la recensione a suo tempo:
https://www.lemiebollicine.com/2517-l-p-grand-siecle-les-reserves-omaggio-a-un-granduomo/
Il prezzo e il e il valore intrinseco del vino sono indiscutibili. Ma il problema è un altro: gli champagne che oggi hanno valore sul fronte ‘collezionabilità’ sono di fatto solo quattro, Dom Pérignon, Krug, Cristal e Salon, oltre a qualche annata di Comtes de Champagne. Ne ho parlato in diverse occasioni e, pur essendoci altri champagne di valore non inferiore, il mercato oggi è messo così, non c’è storia.
Il Grand Siècle di L-P è un eccellente champagne, ma continua a soffrire del fatto che ‘non ha l’annata’, oltre al fatto che le tre annata in assemblaggio non sono mai indicate. Inoltre, è la stessa maison a non colpire ancora i grandi collezionisti e gli appassionati (perfino il raro Grand Siècle millesimato, prodotto per il mercato americano fino al 1995, non spunta quotazioni superiori ai 220 euro!). Personalmente mi spiace, perché L-P è, lo ripeto, una maison d’eccellenza, ma tant’è.
Concludendo: il GS Les Réserves? Se ama lo stile L-P e può permetterselo, beh, ben venga. Se invece deve investire 1.200 in champagne in chiave collezionismo, allora forse è meglio guardi ad altri champagne…
Buongiorno sig. Alberto, ho recentemente acquistato una bottiglia di dom perignon p2 1998, qual è la data di sboccatura? O più o meno in che periodo potrebbe essere stata degorgiata? E quando secondo lei sarebbe il momento migliore per berla? Grazie e le faccio i complimenti .
Buongiorno,
in linea di massima si tratta di dégorgement del 2012 per il P2 1998. Quindi, a 5 anni di distanza, lo champagne è nella sua piena fase di espressività…
Se la goda!
La ringrazio Sig. Lupetti per la cortese ed esaustiva risposta! Le auguro una buona serata.
Cordialmente.
Giulio D.
Grazie della risposta sig. Alberto, ! Dom perignon sbocca tutte le bottiglie quando vanno in commercio o a lotti? Nel senso che ci poasono essere sboccature diverse ?
Può capitare, soprattutto nel Vintage, vista la produzione importante, molto meno nei P2/P3…
Cosa devo aspettarmi da questo p2? Ho bevuto il vintage 2006 in una degustazione e L ho trovato fantastico, una mineralita è una sapidità salmastra quasi , a me è piaciuto veramente tanto, questo p2 potrebbe essere L essenza dei vintage, quindi li segue in tutto con più potenza ed eleganza o è totalmente diverso? Grazie
Mica posso rovinarle la sorpresa! In linea generale, sappia che il P2 è il “DP in alta definizione”, l’espressione più intensa e concentrata di questo grande champagne. Considerando, ovviamente, che la 2006 fu un’annata calda, la 1998 no.
Santé!
La ringrazio per la risposta sig. Alberto.
Prego.