Essi Avellan, la signora dello champagne
Oramai da anni, in quel gruppo di 10-12 persone che si ritrova puntualmente ai grandi eventi in Champagne, oltre a un mostro sacro come Tom Stevenson o un autentico fenomeno come Richard Juhlin (non ho mai visto una persona in grado di individuare, assolutamente alla cieca, maison, cuvée e annata!) incontro sempre anche Essi Avellan, con la quale man mano si è instaurato un rapporto di stima e amicizia. Essi è affascinante, preparatissima ed è anche una Master of Wine; anzi è la prima donna MW scandinava. Già, perché Essi è finlandese, a conferma di come la Penisola Scandinava sia terra fortunata per gli esperti di champagne (Richard Juhlin è svedese).
Ebbene, dopo tutti questi incontri ho desiderato tracciare un ritratto di Essi attraverso un incontro in forma di intervista.
Alberto – Essi, come MW conosci perfettamente centinaia di vini, ma da dove viene la tua grande passione per lo champagne?
Essi – È nata piuttosto rapidamente dopo essere entrata nel mondo del vino. Mi sono accorta di avere una predilezione personale per il suo stile e poi per me lo champagne è il più grande vino del mondo! È elegante, vivace, stratificato e invecchia magnificamente: cosa si può volere di più da un vino?
Alberto – Quindi sei perfettamente d’accordo quando dico che per me lo champagne è il vino più versatile e longevo al mondo…
Essi – Assolutamente sì! I numerosi stili, le tante sfaccettature dello champagne riescono a sposare ogni occasione, inoltre è il vino più gratificante nell’accostamento al cibo. E poi, lo ripeto, lo champagne ha il miglior potenziale di invecchiamento, tappo permettendo… In proposito mi ha sorpreso in più di un’occasione: la bottiglia di champagne più vecchia al mondo che abbiamo assaggiato insieme, il Perrier-Jouët 1825 (nel 2009, in occasione del Grand Tasting organizzato dalla maison a Epernay, N.d.A.), e il Veuve Clicquot 1830 ritrovato nella stiva della nave inabissatasi nell’arcipelago finnico. Beh, entrambi i vini erano ben più che vivi!
Alberto – Va bene, ma perché, secondo te, lo champagne è così magico?
Essi – È un concetto difficile da esprimere in poche parole… Posso dirti che per me è una combinazione tra la sua storia gloriosa, le infinite operazioni di marketing e la stessa natura del vino. E poi perché lo stile dello champagne non può essere replicato in nessun altro luogo. Infatti, sebbene altri vini prodotti con metodo e uve analoghi possano vivere di riflesso la stessa magia dello champagne, quest’ultimo si colloca sempre su un altro livello. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che lo champagne è molto costoso, ma io controbatto che, invece, è tutt’altro che caro considerando quanta “magia” si riceve in cambio dei soldi!
Alberto – Lo so che è difficile, se non impossibile, da dire, ma quali sono i tuoi champagne preferiti, 3 blanc e 3 rosé? E perché…
Essi – Già, proprio una domanda difficile. Bene, provo risponderti.
Taittinger Comtes de Champagne: è uno champagne talmente cremoso e seducente da essere capace di estrinsecare il suo charme anche da giovane.
Charles Heidsieck Vintage: con il suo stile ricco e “gastronomico” rappresenta forse la bottiglia di champagne dal miglior rapporto qualità/prezzo.
Piper Hiedsieck Cuvée Rare: una cuvée de prestige meravigliosa che meriterebbe maggiore considerazione.
Louis Roederer Cristal Rosé: eleganza incomparabile. Purtroppo il prezzo mi impedisce di berne quanto vorrei…
Laurent-Perrier Cuvée Alexandra: un rosé tanto famoso quanto pieno di carattere.
Doyard Œil de Perdrix: questo récoltant è il mio preferito, capace di dare vita a vini con l’anima che ti colpiscono al cuore.
Alberto – Sono in gran parte d’accordo con te, anche se non conosco Doyard (dei Doyard apprezzo invece l’altro ramo della famiglia, quelli dell’ottimo André Jacquart, sempre a Vertus) e non mi trovi molto d’accordo sul Vintage di Heidsieck… E poi mancano la Belle Èpoque, i lieux-dits di Jacquesson e, soprattutto Dom Pérignon! Ma è la mia opinione…
Dài, cambiamo argomento e parliamo di annate. In Italia tutti impazziscono per la 1996 quando, invece, in Champagne ti dicono che la vera grande annata dopo gli anni ‘70 è stata la 1990. Tu che mi dici in proposito?
Essi – Beh, io invece penso che sia la 2002 la grande annata dopo gli anni ’70. Adoro anche la 1996, per lo stile basato sulla netta acidità. Ma è stata un’annata estrema; la grande, sì, è stata la 1990, ma piuttosto opulenta e “pesante”, tanto che ritengo molte delle cuvée oggi già al loro picco. Quindi posso dire di preferire, semmai, la ’88 alla ’90, ma la mia preferita resta la 2002.
Alberto – Attualmente come ti stai occupando di champagne?
Essi – Innanzitutto scrivo per Fine Champagne, l’unica rivista al mondo interamente dedicata a questo glorioso vino. Ora, inoltre, mi sto occupando della revisione della terza edizione della celebre opera di Tom Stevenson “La Bibbia dei vini spumanti”, ovvero “l’Enciclopedia dello Champagne e degli spumanti del mondo”, che uscirà nell’autunno del 2013. Ho anche scritto una guida per visitare la Champagne e sono membro del panel di assaggio delle riviste World of Fine Wine e Decanter; per quest’ultima faccio anche parte della giuria dei Decanter World Wine Awards. E poi sono onorata di essere stata nominata Dame Chevalier dell’Ordre des Coteaux de Champagne.
Alberto – Te lo devo chiedere, ma non in un’ottica di paragone o competizione, che ritengo totalmente sbagliata, bensì in assoluto: cosa ne pensi dei vini spumanti italiani? Ce n’è qualcuno che ti piace particolarmente? E qual è la tua opinione a proposito della grande confusione che si fa “mischiando” i Metodo Classico (Trento, Franciacorta, ecc) con i Metodo Charmat (Prosecco principalmente) raggruppandoli entrambi sotto il cappello “spumanti”?
Essi – Nella categoria qualità/prezzo credo che il Prosecco sia vincente. E spero che il Consorzio sia in grado di difendere la denominazione in futuro. Già, perché, essendo recentemente tornata dall’Australia, posso dire che là l’Australian Prosecco rappresenta veramente un fenomeno. E, a proposito, anche lo Sparkling Moscato è un altro boom. Tornando all’Italia, ritengo che le regioni del nord abbiano un grande potenziale per i vini Metodo Classico, come dimostrano proprio Trento e Franciacorta. Il mercato dei vini spumanti è in forte crescita e penso proprio che ci sia spazio per tutti. Gli altri metodi produttivi possono dare vini deliziosi, ma non possono proprio competere in qualità con i Metodo Classico.
Alberto – Ma è vero che nel Regno Unito il Prosecco è tanto popolare? Anche se lo stesso Regno Unito è il miglior mercato per lo champagne…
Essi – Il Prosecco è fortissimo nel Regno Unito e, a mio avviso, potrà diventare ancora più popolare. Fermo restando che continuerà a essere un grandissimo mercato per lo champagne…
È raggiungibile al suo sito: www.essiavellan.com