Anteprima: l’annata 2007 del Clos des Goisses
Qualcuno l’ha definito “il Romanée-Conti della Champagne” a sottolinearne l’esclusività e l’eccellenza. È il Clos des Goisses, vigneto certamente unico di cui abbiamo avuto modo di parlare in diverse occasioni. Stavolta per via della nuova annata, la 2007, in uscita proprio in quest’ultimo scorcio dell’anno. Uno dei punti di forza del Clos des Goisses (il vigneto…) è il microclima unico, per questo motivo lo champagne omonimo viene prodotto anche in annate ritenute dai più inferiori, per non dire addirittura disastrose, come fu con la 2001. Oddio, non è che la 2007 sia poi stata di livello così basso, anzi tutt’altro, per questo possiamo dire che è stata piuttosto sottovalutata, visto che, al contrario, ci sta mettendo di fronte a vini di valore, come fu con il Cristal in Grandi Champagne 2016-17, o come abbiamo visto recentemente con la Rare Rosé di Piper, tanto per citarne un paio.
Nel dettaglio, la 2007 è stata un’annata globalmente calda, contrassegnata da eventi climatici tanto intensi quanto inattesi. La primavera è stata calda, il che ha anticipato la fioritura di quasi un mese, mentre, a seguire, l’estate è stata fresca e piovosa, salvo avere poi un fine agosto asciutto, il che ha permesso di raggiungere una bella fine di maturazione. Vendemmia in condizioni ideali, ma qualità altalenante da Cru a Cru. Non solo: chi ha gestito bene i vigneti e ha selezionato, ha avuto ottime uve.
Questo in linea di massima, perché all’interno del Clos des Goisses la 2007 è stata “un’annata eccezionale, precoce nello sviluppo, ma poi con uve generose e di ottima qualità che hanno dato vini con un notevole potenziale di invecchiamento”.
Il Clos des Goisses (il vino…) nasce da una selezione delle migliori parcelle (20 in totale, ripartite su 11 lieux-dits) del vigneto a seconda dell’annata e per questo 2007 ha visto il 73% dei mosti fermentati in barrique e il mancato svolgimento della malolattica sulla totalità dei vini, che poi è una delle caratteristiche di questo champagne. Dopo il tiraggio a giugno 2008 di 21.541 bottiglie (quindi siamo appena sotto la media tipica del Clos des Goisses), lo champagne ha maturato otto anni sui lieviti prima di essere dosato a 4,5 g/l. Da notare che la bottiglia assaggiata era frutto del secondo dégorgement (il primo a marzo di quest’anno), visto che il Clos des Goisses viene degorgiato man mano in piccoli lotti fino all’uscita dell’annata successiva. Ovviamente, non tutta la produzione viene degorgiata e commercializzata, perché un certo numero di bottiglie restano invece in cantina e queste sono bouchon liège, contro il classico tappo di metallo delle altre. Queste bottiglie servono per comporre la vinothèque di Philipponnat, ma anche per essere riproposte in un secondo momento come Clos des Goisses LV, dove LV sta per Long Vieillissement, quindi come dégorgement tardif, anche se, purtroppo, in quantità limitata. Sta per essere proposto il 2000, che vi anticipo sarà nella prossima edizione della guida Grandi Champagne.
Clos des Goisses 2007
65% Pinot Noir, 35% Chardonnay
dég. giu. 2016 – Bellissimo naso, molto rappresentativo dell’annata, quindi teso, pulito, fresco. In questo momento è un naso ancora poco espressivo, al limite del chiuso, ciò nonostante ha i caratteri tipici dell’etichetta, quindi classe e autorevolezza, potenza e opulenza, complessità e freschezza. In questa sua espressione potrebbe apparire perfino algido, forse perché è molto raffinato. A ogni modo, ha senza dubbio fascino e un gran carattere. Bocca rotonda, densa ma leggera, appena matura sull’attacco (miele e frutta tropicale), ma poi entra in campo una bellissima acidità, molto ben integrata, che dona freschezza e allungo, esaltando al tempo stesso la mineralità, che rimane fine e sottile, ma assolutamente presente. Finale secco e profondo, molto pulito e sapido, soprattutto gustoso e sempre fresco. Nonché molto persistente. Conferma l’annata: sottovalutata da molti, ma alla fine molto interessante. E questo champagne molto interessante lo è senza alcun dubbio. Anzi, è un Clos des Goisses straordinariamente piacevole e coinvolgente già al debutto. Da non mancare assolutamente!
Voto: 96/100
Gli champagne Philipponnat sono distribuiti in esclusiva da:
Moonimport – tel. 010/314250 – www.moonimport.it
Buongiorno, mi aggancio a un altro champagne importato da Moonimport – Charton-Taillet e in particolare a Heurtebise 2008 recensito nella guida 16/17 e da me riassaggiato ad un anno di distanza.
Degorgiato però 2/2013, anziché 7/2013.
Me lo ricordo più piacevole dell’attuale, possibile che abbia già perso smalto per l’incipiente ossidazione?
In ogni caso non uno champagne facilissimo, almeno per me, come del resto tutti quelli di Moonimport, con la sola eccezione forse appunto di Philipponat.
Ma, in ogni caso, un grande champagne, avercene!
Beh, gli abbiamo dato 94/100, un punteggio veramente alto…
😉
Buongiorno Sig. Lupetti, innanzi tutto complimenti per la guida ed il sito. Ho bisogno di un suo consiglio:
ho in programma una serata champagne in 3 con altrettante bottiglie:
– Clos de Goisses – 2005
– Dom Ruinart BdB – 2002
– Elisabeth Salmon – 2002
In che ordine mi consiglia di procedere con il “godimento” di questi fantastici champagne e magari con quale menù si potrebbero abbinare?
Grazie ancora, un saluto.
Massimiliano
Grazie!
Beh, abbastanza facile… Essendo un blanc de blancs e anche se più vecchio di tre anni, partirei con il Dom Ruinart, a seguire il Clos de Goisses e poi… trionfale chiusura con l’Elisabeth!
Ciascuno su un piatto: antipasto sfizioso il Dom (salumi o crudi di pesce), primo piatto importante (anche un ragù) il Clos, un pesce non troppo delicato e un nell’arrosto di suino il rosé.
Buon divertimento
Salve Alberto,
vorrei conoscere le capacità evolutive di questo Champagne.
Ho proprio il 2007 ma è il mio primo Clos des Goisses così.. non vorrei aprirlo troppo presto (o tardi)
Approfitto per chiederle la stessa cosa sulla ‘Coeur de Cuvèe 2008 di Vilmart
Grazie
Prima va fatta una premessa: gli champagne invecchiati vogliono un palato ‘educato’ in tal senso per apprezzarli. Altrimenti meglio goderli un po’ più giovani…
Anche alla luce di questo, veniamo alla domanda. Entrambi gli champagne possono invecchiare benissimo, ma la ‘superiorità’ dell’annata 2008 garantisce un potenziale ancora maggiore. Però, nel suo caso, aprirei il Clos des Goisses a 2 anni dal dégorgement, mentre per il Vilmart ne aspetterei almeno 3-4 in più.
In linea di massima…
Ho preso qualche mese fa una cassa di CdeG di questa annata perché il mio fornitore me la propose a un prezzo da offerta che non si può rifiutare,ma la prima bottiglia l’ho aperta solo ieri. E mi ha sconvolto, tanto era buono. Sarà che le aspettative non erano alte (non avevo ancora letto questa rece, e non stavo aprendo un, rullo di tamburi, 2008…), sarà che la compagnia era particolarmente godereccia, ma tant’è. Annata forse figlia di un Dio minore per qualcuno, ma a sentire RD e questo philipponnat c’è di che ricredersi. Ora: io l’ho trovato più “a fuoco” del 2010, che è ritenuta annata decisamente migliore. Forse meno ‘immanente “, ma più armonioso. Più preciso. Non escludo che sia ‘colpa” di 3 anni in più sul groppone per la 07, lascio a lei esprimersi in questo senso, mancandomi e la sensibilità necessaria e la sua abitudine alle verticali.
Sottovalutata, e molto . Ma molto bene per il portafogli…. Per una volta!
Il suo contributo mi fa particolarmente piacere. Ho sempre detto che la 2007 era un’ottima annata, purtroppo largamente sottovalutata e queste sue parole sono solo l’ennesima conferma!
Nello specifico, certo, i tre anni in più hanno effettivamente messo meglio ‘a fuoco’ lo champagne, ma… chi ha detto che la 2010 è stata superiore alla 2007? Non credo proprio, la 2010 è stata molto difficile e in genere sono andati bene solo gli Chardonnay.
Insomma, bel colpo!