Moët Vintage 1985: una bellissima sorpresa!
Pranzo estivo tra amici… In realtà è una scusa, una scusa per aprire qualche bottiglia tra appassionati. Ebbene, tra queste bottiglie ce n’è una veramente particolare portata dal buon Federico (Angelini), un Moët Brut Impérial Vintage 1985. Si tratta di una bottiglia acquistata recentemente a una cifra irrisoria (e pare ce ne siano altre…), conservata perfettamente e addirittura con la sua scatola originale, anch’essa perfetta: sembra uscita ora dalla maison!
Si trattava, all’epoca (anni ’90), del classico millesimato della maison di Epernay, quando ancora il Dom Pérignon ne rappresentava la cuvée de prestige e lo chef de cave era unico, nel caso Dominique Foulon, e anche in questo caso questo Vintage rimaneva ‘schiacciato’ tra il popolarissimo Brut Impérial (il sans année) da un lato e il prestigioso DP dall’altro. Insomma, come abbiamo visto accadere tuttora con altre importanti maison, il millesimato finiva per diventare ingiustamente un illustre sconosciuto all’interno della gamma. O quasi. Poi, però, le cose in Moët sono cambiate: Dom Pérignon ha preso la sua strada, con la vendemmia 2000 questo benedetto millesimato si è evoluto in Grand Vintage ed è stata pure varata la linea ‘œnothèque’ di Moët, nel senso che le vecchie annate sono state via via riproposte come Grand Vintage Collection, tra cui anche la 1985, grazie all’iniziativa dell’ottimo Benoît Gouez, attuale chef de cave.
Ultimamente, mi sta capitando di assaggiare diversi champagne targati 1985, un’annata particolare, come abbiamo visto più volte, gelida e dalla bassissima resa, ma anche di eccellente qualità. Al punto che questi champagne sono oggi in forma smagliante e il loro unico neo – se così si può dire – è una certa mancanza di un-non-so-che, forse di incisività sul finale, forse di quello che amo definire il ‘colpo d’ala’, da imputare con tutta probabilità all’andamento dell’annata. Di contro, però, ne guadagna la bevibilità, che si fa addirittura travolgente. E questo Moët non sfugge certo alla ‘regola’!
Non mi resa che aggiungere che, trattandosi di un ‘dégorgement historique’, questo è avvenuto tra il 1990 e il 1991 (all’epoca i millesimati di Moët stavano sui lieviti 4-5 anni), quindi è una bottiglia con ben un quarto di secolo post-degorgio: riflettano su questo aspetto quanti credono ancora che lo champagne non possa/debba invecchiare!
Brut Impérial Vintage 1985
50% Pinot Noir, 25% Chardonnay, 25% Meunier
Sarà, ma, come accaduto con altri millesimati di Moët, l’olfatto ricorda tanto, ma proprio tanto quello di un DP… Già, perché ci troviamo di fronte a un naso elegantissimo e straordinariamente fresco, certamente minerale, quindi fatto di tanta torrefazione e frutta (pesca gialla), miele millefiori e spezie dolci, oltre, ovviamente, a una lieve, affascinante maturità. Senza saperlo, credo sia impossibile dire si tratta di uno champagne di oltre trent’anni, tanto è in forma! E la bocca non è meno avvincente: rotonda e soprattutto energica, tra netti ritorni di pesca e anche di albicocca, oltre alla vena minerale; soprattutto denota una bollicina finissima e una notevole spinta acida. Finale asciutto e sapido, per buona pace del dosaggio, che sarà stato di 12 g/l… Champagne piacevolissimo e, come detto, in splendida forma!
Voto: 95/100
Molti si staranno chiedendo come sia possibile che questo champagne valga addirittura un punto in più del suo omologo Collection. Un punto ‘pesante’, tra l’altro, perché siamo oltre i 90/100… Ebbene, lo vale e non solo perché è stupefacente trovare uno champagne del genere in una forma strepitosa, ma anche perché ha qualcosa in più del fratello rimasto in cantina sui lieviti. Ha più fascino, ha una texture più fitta, ha più equilibrio. Ricordo che, assaggiando il Dom Pérignon 1996 come Vintage e come Œnothèque non molto tempo fa Richard Geoffroy mi disse: “vedrai, in questo momento il Vintage è superiore. Un domani l’Œnothèque si farà valere e lo supererà alla grande, ma oggi il Vintage ha qualcosa in più”. Ecco, con questo Moët 1985 sembra essere successa la stessa cosa. Bene, non mi resta che chiedere a Benoît se sia d’accordo…
Gli champagne Moët & Chandon sono distribuiti in esclusiva da:
Moët Hennessy Italia – tel. 02/6714111 – www.moethennessy.it
Buonasera Sig. Lupetti,
a proposito di Moet volevo chiederle se i due Grand Vintage (brut e rosè) millesimo 2008 possono essere una buona scelta come champagne da “dimenticare” diversi anni in cantina. Vista la bontà dell’annata vorrei comprarne alcune bottiglie ma prima gradirei un suo consiglio.
Grazie
Cordiali saluti
Marco
Assolutamente sì! Anzi, è uno champagne che ha bisogno di anni. Soprattutto il bianco.
Buongiorno desideravo info relative a una bottiglia di moet & chandon brut imperial degli anni 90 ( non so dire con esattezza se trattasi del 93 ,94 ,95 ) che è sempre stata conservata in cantina in posizione sdraiata se ci sia la possibilità che lo champagne sia ancora buono oppure no . E se quindi la bottiglia ha un valore oppure no . Semplice curiosità .Senza dubbio ha per me un grande valore affettivo
Cordialità .alessandra
Parliamo dunque del non millesimato, il classico Brut Impérial. Lo champagne più prodotto al mondo.
Non essendo così vecchio da poter parlare di bottiglia particolare da collezionismo, no, non si può parlare di valore…
Mi spiace.
salve ho una moet chandon vintage 1985 volevo chiedervi quanto costa grazie
Dando per scontato che la bottiglia sia perfettamente conservata, la quotazione attuale è superiore ai 150 euro sul mercato del collezionismo, anche meno di 100 euro nello scambio tra privati.
buongiorno, io ho una bottiglia di moet chandon rosé imperial del 1985. Vorrei sapere il suo valore, grazie
Se ben conservato, è un eccellente champagne. Ciò nonostante, non si può parlare di valori significativi, visto che siamo sotto i 100 euro.