Vieilles Vignes Françaises 1985: grazie Bollinger!
Come ho avuto modo di dire più volte, non esiste il miglior champagne. Almeno non per me. Però, qualora mi si punti una pistola alla tempia e mi si chieda di indicare almeno quello che a mio avviso rappresenta il mito, che incarna appieno la storia, la tradizione e il savoir-faire champenois, allora un nome potrei pure farlo: Vieilles Vignes Françaises!
Sorpresi? Beh, anch’io, soprattutto perché non amo i blanc de noirs. Però, come detto, non stiamo parlando di ‘migliore’, del ‘più buono’, ma di quello che sa fondere alla perfezione eccellenza, unicità, tradizione. Qualche anno fa non avrei risposto così, ma ho capito che questo champagne, purtroppo raro e molto costoso, non può rappresentare un punto di partenza, bensì di arrivo. A me sono stati necessari quasi 10 anni, per esempio, visto che i primi assaggiati (1996 con il mitico Ghislain de Montgolfier, presidente della maison fino al 2007, 1997 con Andrea Grignaffini e Marco Dallabona, 1999 con il panel che composi in occasione della guida realizzata per il mensile Monsieur) mi piacquero e parecchio – ci mancherebbe! – ma credo che all’epoca non li capii fino in fondo. No. Sono invece stati necessari altri anni di esperienza, di degustazioni, di nuovi incontri con questo incredibile champagne (2002 e 2004, oltre al 2005 dell’ultima edizione di Grandi Champagne) per iniziare a capirlo, ma non ancora del tutto. Finché ho avuto la fortuna e l’onore di assaggiare il primo prodotto, il 1969, in occasione dell’inaugurazione delle due vinothèque di Bollinger, allora finalmente ho compreso appieno la magnificenza, la complessità, il forte simbolismo di questo champagne. Così, quando un paio di settimane fa sono tornato ‘sul luogo del delitto’ (Bollinger…), l’amico Clément Ganier (Direttore Marketing) ha pensato bene tanto di farmi un altro regalo quanto di tenermi in allenamento, così mi ha fatto trovare, al termine della sempre piacevole degustazione della gamma, una ‘fiammante’ bottiglia di Vieilles Vignes Françaises 1985!
Oltre all’interesse insito in un VVF, l’assaggio ha avuto diversi plus. Innanzitutto la 1985 è stata un’annata fredda, freddissima, gelida, con una resa molto bassa (6.627 Kg/ha); poi si tratta di un VVF prodotto ancora con tutti e tre i vigneti (Clos St. Jacques, 21 are, poco sotto la maison, Chaudes Terres, 15 are, proprio dietro la maison, e La Croix Rouge, 16 are, al confine tra Bouzy e Tauxieres, ma tecnicamente in quest’ultimo), quindi prima che la fillossera attaccasse il terzo alla fine del 2004 (unico vigneto dei tre senza mura); infine, si tratta di un dégorgement tardif (risalente a poco più di un anno fa), quindi di uno dei rari casi nei quali si può verificare il comportamento di questo champagne in condizioni da… R.D.! Per il resto ho parlato più volte delle particolarità di questo blanc de noirs, ma posso aggiungere che dal 2008 i due piccoli vigneti sono in regime organico, che maturano in media una settimana prima dei vicini vigneti di Aÿ, che producono naturalmente molto meno, 2-3 grappoli per piante contro una media di 9-10 dei ‘tradizionali’ vigneti di Champagne.
Da notare che questa bottiglia, nonostante fosse un “R.D.” come detto, aveva l’habillage originale, quello utilizzato con le bottiglia targate 1982–1992, a mio avviso il più bello. L’ho detto più volte a Clément e mi ha detto che non sono stato l’unico. Chissà che prima o poi si decidano a riadottarlo al posto dell’attuale, invero non così affascinante…
Vieilles Vignes Françaises
100% Pinot Noir
Mamma mia! Naso complesso, profondo, fitto, ma mai insistente, anzi fresco, vivace, raffinato, piacevolmente scuro, speziato, tostato, anche mineral/salino. Molto acutamente, Caroline Brun lo definisce “generoso, magnifico”. Ma è solo l’inizio, perché la bocca è addirittura ‘meglio’, è incredibile: dovrei dire setosa, ma è talmente fresca da risultare levigata. Si articola tra agrumi scuri e frutta tropicale, ritorni di spezie e note di tabacco, ma l’aspetto più sorprendente e coinvolgente è la nettissima mineralità di craie che permea il finale, rendendolo, nella sua infinita lunghezza, sapido di salinità. E che eleganza! Il tutto – e forse è questa la cosa che alla fine ti mette KO, in senso buono, ovviamente… – la bevibilità: questo champagne non è mai troppo, non è mai insistente, non è mai scostante, non è mai difficile. Tra le migliori bottiglie mai bevute e non solo di VVF!
Voto: 99/100
Vi aspettavate il 100/100? Beh, calma, è un punteggio che rappresenta la perfezione e questa, ammesso che esista, non la si incontra tutti i giorni. Qui, comunque, siamo molto, ma molto vicini e l’essere – giustamente – figlio della sua annata ha tolto a questo champagne giusto quel filo di incisività che, altrimenti sì, lo avrebbe reso perfetto. Da considerare anche che ha certamente giocato a suo favore l’essere degorgiato da poco, ma, alla fin fine… insomma, basta spaccare il capello i quattro e onore al merito di questo champagne eccezionale!
Fama, anzi mito assolutamente rispettato.
Gli champagne Bollinger sono distribuiti in esclusiva da:
Meregalli – tel. 039/2301980 – www.meregalli.it
Salve Sig. Lupetti,
tra non molto avro’ occasione di aprire e gustare una VVF 1998. Oltre alla eccezionalita’ dell’annata mi puo’ indicare cosa trovero’ in questo vino splendido.
Grazie g.paolo
Immagino sara’ ancora in vacanza per cui attendo il Suo rientro per un commento alla mia mail precedente. Ho acquistato la Guida elettronica (quella cartacea l’avevo gia’) e devo dire che sono rimasto molto deluso.Francamente non ha aggiunto niente a quello che gia’ avevo ( si la disponibilita’ immediata su smartphone) ma niente piu’. Altra cosa sarebbe avere anche le edizioni precedenti ed il data base de “Le mie Bollicine”. Mi rendo conto che l’impegno ( quindi costo ) sarebbe ben maggiore, ma ritengo che l’iniziativa verrebbe premiata dagli appassionati.
Cordialita’. giampaolo.
Buongiorno,
invece ancora devo andare in vacanza…
Oddio, fa riferimento a una sua mail ma mi deve essere sfuggita o non è arrivata…
Innanzitutto grazie per la fiducia dimostrata. In merito alla sua osservazione, invece, mi sembra che fosse ben specificato che la “app” è l’esatta trasposizione in digitale dell’ultima edizione cartacea. Anzi, a dirla tutta, c’è pure qualche scheda in più rispetto alla suddetta cartacea. L’idea è di proporre un prossimo aggiornamento che aggiunga un pacchetto di nuove schede e il server dedicato per I Preferiti/La Mia Cantina, gratuitamente. Poi, a fine 2017, usciranno contestualmente sia la nuova Grandi Champagne cartacea, sia la corrispondente, nuova Top Champagne. Insomma, la medesima guida è proposta in entrambe le versioni.
In tutta onestà, invece, non avevamo pensato a integrare anche le vecchie edizioni, ma il suo suggerimento è sicuramente interessante. Dobbiamo solo capire, nel caso, che tipo di offerta proporre.
Comunque, ci ha dato da pensare…
Saluti
Lungi da me l’idea di reclamare, ho voluto solo suggerire qualcosa che potesse essere di interesse. La mia mail precedente concerneva un Bollinger VVF 1998 che voglio aprire a breve e Le chiedevo cosa mi devo attendere.Grazie.
Cordialmente gb.
Infatti ci ha dato un ottimo spunto di riflessione… Grazie!
VVF 1998? Uno champagne scuro, complesso, potente, ma di grande eleganza, tostato e fruttato su una continua stratificazione. La bocca rivela trama gustosa e cremosa, con bollicina carezzevole, sviluppo gustoso, di gran carattere. Almeno così lo ricordo…
A ogni modo, sappia che il 1998 è uno dei migliori VVF in assoluto!
grazie Le sapro’ dire.
gpaolo