Olivier (Ulysse) Collin cala il terzo asso
In quel piccolo gruppo di vigneron che ha studiato alla corte del grande Anselme Selosse, un posto di primissimo piano spetta a mio avviso a Olivier Collin. Senza voler togliere agli altri, ritengo che questo simpaticissimo ragazzone abbia saputo far suoi, senza scimmiottarli, gli insegnamenti di Anselme, il che significa averli poi perfettamente rapportati tanto alla sua visione di vino, quanto alla sua personalità. Il risultato è un nome di rara bravura nel panorama champenois che è (colpevolmente, lo so…) mancato nella selezione dei 12 récoltant solo per questioni di oggettiva rarità delle bottiglie. La produzione di Olivier, infatti, è stata piuttosto contenuta, ma, ora, terminato il recupero di tutta la proprietà vitata, la disponibilità di bottiglie si sta assestando su numeri ben più apprezzabili. E l’occasione di un nuovo champagne firmato Ulysse Collin mi permette di riparare alla mancanza di cui sopra…
Sul Web sono iniziate a girare le foto di una cassetta che Olivier ha da poco lanciato in commercio. Una cassetta tirata in soli in 500 esemplari numerati e contenente tutta la produzione Ulysse Collin, quindi i due blanc de blancs (Les Pierrières e Les Roises) nati dalla ‘fissione’ della cuvée originaria, il blanc de noirs (Les Maillons), la sua declinazione come rosé de saignée e… Les Enfers. Ecco, questo champagne è l’ultimo nato in casa Collin e si tratta del terzo blanc de blancs della gamma. È frutto di un’altra parcella, stavolta esposta a est, vinificata nel classico stile di Olivier in occasione della vendemmia 2010 (millesimato non dichiarato) e poi tirata il 1.500 bottiglie. A metà del 2015 Olivier ne ha degorgiate 500 (quindi 48 mesi sui lieviti), a breve ne degorgerà altre 500 (il che significa che avranno maturato 60 mesi si lieviti) e l’anno prossimo preparerà le ultime 500, a quel punto forti di ben 72 mesi di maturazione. Ovviamente, nella cassetta ci sono ‘quelle’ da 48 mesi e una di queste bottiglie è anche quella che ho assaggiato nel corso della mia recente visita, insieme alle amiche appassionate Vania Valentini e Alessia Occhipinti. In tutti i casi, comunque, si tratta di un extra-brut, dosato a meno di 2 g/l.
Les Enfers
100% Chardonnay
Olivier ci ha fatto provare il nuovo champagne dopo un Les Pierrières a dir poco straordinario (base 2008, il primo, recensito a suo tempo in Grandi Champagne 2014-15), pertanto non s’è trattato di un assaggio facile. Come se non bastasse, questo nuovo champagne sembra un po’ mischiare le carte del tipico stile Ulysse Collin… Il naso, infatti, è evidentemente legato a note di frutta tropicale, pur denotando senza dubbio la sua natura di Chardonnay di Champagne. Più articolata e interessante la bocca, molto verticale e con una bollicina fine e fitta, ancora giocata sulla tropicalità e con un legno appena – ma piacevolmente – avvertibile, soprattutto freschissima, capace di distendersi in profondità con autorevolezza, al punto da essere uno di quei (grandi) vini che ti arriva fin dietro la nuca. Chiusura molto elegante su una mineralità salina. Insomma, all’inizio può spiazzare, ma poi sa farsi valere. Eccome!
Voto: 91/100
Se Anselme si definisce un ostetrico dei suoi vini, Olivier invece preferisce descriversi come un padre: “per me, i miei vini sono come figli che cresco, ognuno con le sue caratteristiche, il loro carattere. Io cerco solo di fare esprimere ognuno di loro al massimo delle proprie potenzialità, rispettandone quelle che sono le loro diverse particolarità caratteriali. Mio dovere, quindi, è accompagnarli e amarli tutti allo stesso modo” e, a proposito di questo Les Enfers, Olivier trova che sia un vino imprevedibile, per questo ora denota queste ricorrenti note esotiche.
Vuol dire che ci toccherà riassaggiarlo di anno in anno per vedere come si comporterà questa sua… imprevedibilità!
Gli champagne Ulysse Collin sono distribuiti in esclusiva da:
Moonimport – tel. 010/314250 – www.moonimport.it
Salve dott.Lupinetti, innanzitutto congratulazioni per il lavoro che fa; sempre con grande passione e determinazione! La seguo con grande curiosità e sto studiando per diventare sommelier..però il mondo delle bollicine ormai mi ha travolto (sia spumanti che champagne). E’ da un pò che sto valutando una cantinetta per vini e volevo chiederle un consiglio. Meglio una cantina monotemperatura da conservazione o una multi da servizio? Cioè, il 95% devi vini che ho sono spumanti/champagne e un paio tra bianchi/rossi/passiti..il consiglio che mi è stato dato è che, essendo un privato, non ha senso una cantina multitemperature tipo ristorante ma meglio una mono..lei condivide? La scelta è inoltre tra una eurocave e un’altra Ip industrie..sono buoni come marchi? Attendo ansioso una sua risposta 🙂
Grazie!
Beh, alle multiservizio, in tutta onestà, credo poco: è come i climatizzato multizona della auto… Funzionano? Quindi, anche alla luce delle sue esigenze, sì, certamente meglio una a singola temperatura.
Eurocave ha una grande reputazione ma è costosetta, IP Industrie è anch’essa un’ottima azienda ma non conosco i loro pezzi. Comunque, è italiana, quindi in caso di problemi dovrebbe essere più facile da contattare.
Mi faccia sapere