La grande verticale di champagne Krug a La Pergola insieme a Olivier Krug
(II PARTE)
Come promesso, ecco la seconda parte di quello straordinario evento che si è svolto il 21 ottobre scorso al ristorante ‘tre stelle’ di Roma, La Pergola, quindi la verticale di Krug dal 2003 al 1962, alla presenza dello stesso Olivier Krug. Una serata straordinaria, anzi, indimenticabile che ho avuto la fortuna di vivere grazie all’iniziativa di un gruppo di amici appassionati, proprio come successe un anno fa con Dom Pérignon… In quell’occasione, a dare ulteriore valore alla serata, ci fu lo straordinario Menu del Ventennale di Heinz Beck, stavolta, invece, i piatti erano quelli ‘nuovi’ ideato dallo chef tedesco, ma l’emozione non è stata certo minore, anzi. Sempre assolutamente perfetta, poi, per professionalità e simpatia, la performance di Marco Reitano, impagabile regista della parte vini del pregiato ristorante.
La seconda batteria comprende tre annate assolutamente memorabili per Krug. Si inizia con il Vintage 1998, l’ultimo del XX secolo per la maison di Reims. È un grandissimo Krug, ricco potente ed elegante, bevibilissimo nonostante appaia ancora piuttosto giovane. Se lo trovate ancora, non lasciatevelo scappare!
96/100
Dal tempio di Heinz, nel frattempo, un piatto da leccarsi i baffi: Tortellini d’anatra, infuso all’ago di pino e funghi porcini.
Molti sarebbero pronti a stracciarsi le vesti di fronte a questa bottiglia… Vintage 1996: bellissimo, cremoso ma teso, giocato su note di brioche e tostature, con una coinvolgente succosità. È un grande, ma tende un po’ ad arroccarsi sull’acidità tipica dell’annata. Almeno in questa fase della suo (lungo) cammino evolutivo.
97/100
Il terzetto si chiude con un Krug semplicemente fantastico, purtroppo dimenticato dai più come tutti i 1995. Champagne pazzesco, potente ma elegante, concentrato ma leggero, molto fresco, ancora tostato, ancora nettamente legato a note di brioche, oltre a note di arancia scura. Perfetta la bollicina, poi, e praticamente infinita la sapidità in chiusura. Notevole.
98/100
Uno dei capolavori (forse “il”…) dello chef tedesco: Merluzzo nero su fagioli borlotti e neve ghiacciata al prezzemolo. Un piatto che pretenderebbe il bis!
Fuori programma: avevamo escluso i Clos, invece… Invece, Olivier si presenta con l’Ambonnay e Orazio, per omaggiarlo, con un Le-Mesnil! Olivier decide di far aprire a quest’ultimo la terza batteria di degustazione, peraltro memorabile.
Clos du Mesnil 1990, un mito. Olivier mancò la vendemmia perché il papà (il grande Henri) lo mandò in Giappone… Naso speziato, ricco di frutta tropicale e incredibilmente fresco, soprattutto se si pensa alla grande ricchezza dell’annata. Per questo, la bocca è tesa e vibrante, netta, dritta, con ritorni tropicali. Un 1990 addirittura sopra la media. Per non dire sorprendente.
98/100
L’alter ego, del precedente, ovvero il Vintage 1990. A mio avviso ha sempre combattuto sul filo del rasoio con il Vintage 1988, ma stavolta? Beh, già il solo naso è spettacolare, affumicato e agrumato, per certi versi scuro, pervaso da mineralità e spezie dolci, talmente profondo che finisci per perderti al suo interno. Tremendamente affascinante, anzi, no, irresistibile! Bocca perfetta, nella bollicina e nella trama, gustosa, travolgentemente sapida, pulita, nettissima. Quando la maggior parte dei 1990 sono eccessivamente opulenti, questo, invece, è energico ed elegante, luminoso e brillante, finanche ‘dolce’. A un soffio, ma proprio a un soffio dalla perfezione.
99/100
Chiude il ‘trio delle meraviglie’ il Vintage 1988. Pur non essendo di fronte a una bottiglia perfetta come nel caso della verticale di 1988, in quanto stavolta un po’ meno espressiva, meno ‘facile’, siamo comunque al cospetto di un mostro, animato da un’acidità incredibile. Però, in questa occasione non va oltre il pareggio con il 1990…
99/100
I piatti vanno avanti con la carne secondo Heinz Beck: Filetto marinato ai pepi su purè di melanzane. Perfetto.
A questa punto fa il suo ingresso una bottiglia fuori programma che è un omaggio di Marco Reitano al nostro tavolo: Krug Rosé. Sarà, ma questo champagne non mi ha mai convinto e non ci riesce neanche questa volta. E gli altri sono d’accordo con me. Krug? Meglio blanc! Désolé, Olivier…
Come in Champagne, però, il Rosé può ben accompagnare il dessert: Insalatina di frutta con gelatina al lemongrass e gelato allo zenzero.
La cena da Heinz Beck, almeno la nostra, non può concludersi con un grande classico: Spaghetti cacio e pepe (secondo Heinz…). D’altronde, dopo la frutta dobbiamo preparare la bocca al prossimo champagne…
Prossimo – e conclusivo – champagne che rasenta il mito: Krug Collection 1962. È il primo Vintage firmato dal grande Henri e il figlio Olivier ci rivela che si trattò di una vendemmia dalla resa bassissima (solo 6.000 Kg/ha), iniziata il 6 e terminata il 21 ottobre; l’alcol potenziale fu pari a ben 11,5°, l’acidità 9 g/l. E ci svela pure l’assemblaggio: 38% Pinot Noir, 36% Chardonnay, 26% Pinot Meunier. Va bene, com’è? Il naso non sembra così sfaccettato, arroccato com’è su note di tabacco, ma è la bocca a sorprendere: pur con una bollicina praticamente scomparsa, colpiscono la grande freschezza e la straordinaria integrità. Appagante il finale, sapido e asciutto. Champagne autorevole.
97/100
Olivier Krug, giustamente soddisfatto, al termine della serata. In realtà, è stato lui a rappresentare il plus dell’evento. E che plus!
Alla fine, ecco l’impressionante batteria di champagne Krug di questa degustazione con cena unica e, forse, irripetibile. Non male, eh?
Il gruppo di amici che ha organizzato e vissuto la serata. Da sinistra: il sottoscritto, Stefano Azzolari, Maurizio Tarquini, Olivier Krug, Marco Maffei, Roberto Schneuwly, Federico Angelini e Orazio Vagnozzi. Dopo Dom Pérignon, dopo Krug, cosa ci aspetterà l’anno prossimo?
Meglio il 1995 del 1996?
Avendole entrambe (ricevute ieri in regalo) volevo sapere qual è la “migliore”, se di migliore si può parlare…
Complimentissimi per la nuova Guida. Semplicemente eccezionale.
Oggi credo proprio di sì! Il 1995, dimenticato a favore del 1996, è veramente fantastico. Poi, per carità, tra altri 10-15 anni le cose probabilmente si invertiranno, ma ora è così. E chi le ha fatto questo (preziosissimo) regalo è veramente un generoso intenditore…
Grazie per la guida, mi fa molto piacere.
Saluti
Cara Alberto come già detto (in altra occasione) sono un grande estimatore di Krug e volevo dirti che sono totalmente d’accordo con le tue valutazioni…. Amo e ho amato in modo incondizionatamente il 1988 ritengo un gradino sotto il 90 e soprattutto concordo che il 96 non è assolutamente pronto anzi è un ( crimine ) stapparla adesso, mentre il 95 è assolutamente una goduria …. Il Rosè bevuto più volte non mi ha mai entusiasmato anzi non sono mai riuscito a considerarlo come un Krug. Per il Clos du Mesnil purtroppo per me non ho mai avuto il piacere di assaggiarlo… Con una certa invidia ti faccio i complimenti per tenerci sempre aggiornati su questo magnifico vino chiamato CHAMPAGNE … Grazie e auguri di BUON NATALE
Grazie del costruttivo commento e… contraccambio gli auguri!
Buonasera Sig. lupetti. Condivido appieno le sue considerazioni sul 1995 Vs 1996. Io la mia esperienza su queste due annate l’ho fatta con l’Oenotheque e devo dirle che il 1995 é stato superiore, oggi. Ma diciamolo a voce bassa visto che i 95 si trovano molto più a buon mercato :-). Agli altri, aggiungo anche i miei complimenti per la guida. Cordialità
Infatti, oggi si fanno ottimi affari con gli champagne targati 1995 e si pagano, anche troppo, i 1996. Ma, come ha detto giustamente lei, sssshhh, non diciamolo troppo forte!
Grazie dei complimenti!
Gentile Alberto Lupetti,
vorrei approfittare di questo spazio e della sua competenza per farle una domanda a cui non ho trovato ancora una risposta certa sul web. Vorrei sapere qualcosa sullo champagne Clos du Mesnil di Julien Tarin: mi pare di aver compreso che Julien Tarin fosse il proprietario della famosa vigna fino all’inizio degli anni settanta, prima di vendere l’appezzamento a Krug, è corretto? L’ultimo millesimo prodotto da Julien Tarin per la propria etichetta è il 1971?
Le faccio inoltre i complimenti per il suo sito, che ho scoperto solo da poco.
Cordiali saluti
Esatto. Ne ho parlato recentemente con Olivier Krug e lui mi disse che quando acquistarono non lo fecero per il Clos du Mesnil. Il lotto di vendita comprendeva circa 5 ettari a Le-Mesnil e in mezzo c’era pure il Clos. Inizialmente non volevano farne uno champagne specifico, ma poi… beh, sappiamo com’andata a finire.
La cosa curiosa è che Olivier ha dubbi su quanto mi hanno invece detto da Salon e cioè che, fino al 1971, questo champagne era prodotto con 21 parcelle (dal 1971 saranno poi 20…) e la ventunesima era proprio il Clos du Mesnil!
Ah, grazie dei complimenti…
Grazie per la cortese risposta.
Prego!
Buongiorno Sig Lupetti.
Sono intenzionato ad acquistare una Bott di KRUG Rosè.
Volevo chiederle cosa ne pensa?!
Esistono Rosè di uguale livello? Non ho visto articoli scritti da lei a riguardo…
Grazie
Buona giornata
Ho detto più volte che non ritengo il rosé nelle corde di Krug… A quel prezzo molto meglio Elisabeh Salmon (BIllecart), Dom Pérignon, l’Alexandra (L-P), La Grande Dame (Veuve), perfino il Comtes Rosé (Taittinger)…
O, a una cifra nettamente inferiore, difficile battere il Vintage Rosé 2008 (sempre di Veuve) o il Vintage Rosé di Roederer (il cui Cristal Rosé, ahimè, costa parecchio di più).
Ciao Alberto. Ho cercato oggi questo tuo articolo perché ho bevuto ieri sera una magnum 1995, annata che go amato molto e per la quale condivido in pieno il tuo commento. Troppi l’hanno dimenticata La magnum era stata da me dime ticata in cantina da alcuni anni, ieri l’ho ritrovata e condivisa con alcuni amici fidati. Concordo anche con la tua valutazione, e forse aggiungerei un punticino…. se ne trovassi in vendita, ne comprerei quante ce ne fossero. A presto.
Vincenzo Tardini
Ne abbiamo già parlato telefonicamente, caro Vincenzo: dopo aver mitizzato la 1996, in maniera eccessiva, oggi la 1995 si sta prendendo la rivincita. Con Krug ma non solo…
Il problema con quasi tutti Champagne e che son bevuti troppo giovani. Vi assicuro che un krug rose invecchiato di 20 , 25 anni e da capogiro.
In più il 95 e nettamente inferiore da krug. Non per Salon che a mio parere è grandissimo.
Cordiali saluti,
Elio
Sul consumo degli champagne troppo giovani sfonda una porta aperta… Ma molti sono ancora legati all’equazione champagne = no invecchiamento e ci vuole pazienza ed educazione per far capire che, invece, è vero esattamente il contrario.
Krug Rosé: però parliamo di… un altro Krug Rosé. No so se quello di oggi sia la stessa cosa.
Krug Vintage 1995: gli ultimi assaggi mi hanno messo di fronte a una bottiglia notevole. Ma è l’annata 1995 a iniziare oggi a rivelare il suo potenziale. E prendersi la rivincita sulla 1996…
Saluti
Salve sig.Lupetti mi accodo a questa vecchia discussione perché sto entrando in possesso di un vintage 1995 le volevo chiedere se secondo lei può fare ancora qualche anno di cantina o va bevuto ora o al più presto grazie.
A mio avviso, l’annata 1995 in Champagne, non ha ancora raggiunto il suo picco. Soprattutto nel caso di Krug… Quindi siamo al solito problema: resistere o cedere? In subordine ai propri gusti personali sulla maturità dello champagne, ovviamente…
Perfetto grazie e nel frattempo ho reperito pure una 98 da bere al più presto mentre la 95 farà ancora un po’ di cantina.