I dodici champagne imperdibili per tutti…
…o per chi si avvicina a questo fantastico mondo. Sì, come promesso, dopo la ‘Top12’ delle cuvée imperdibili per gli appassionati è la volta di quelle non più semplici, no, bensì di quelle più facilmente approcciabili da chiunque, quindi immediatamente coinvolgenti anche da chi è abituato a quelle 2-3 etichette più note e diffuse o, addirittura, ritiene lo champagne qualcosa di inarrivabile. Ecco, togliamo lo champagne dal podio del lusso, dell’élite, e ricordiamoci che è prima di tutto un vino di piacere. Anzi, personalmente credo che lo champagne sia il vino di maggior piacere – oltre che il più versatile e longevo, come ho avuto modo di dire diverse volte – e per queste deve risultare fruibile da parte di chiunque. Magari anche con un occhio al portafogli, certo, per questo la selezione qui proposta non tocca mai quotazioni importanti, neanche con i millesimati, e, soprattutto, è frutto non solo della mia personale selezione, ma anche dei feedback positivi avuti da parte del grande pubblico durante le mie lezioni e le mie Masterclass, nel senso che si tratta di champagne che ho visto essere sempre e immediatamente graditi. Ci sono, ovviamente, diversi sans année, mentre per i vintage vale il discorso fatto la volta scorsa: l’annata indicata è quella ora meglio fruibile e facilmente reperibile, ma il consiglio va parimenti esteso anche alle altre annate della medesima etichetta.
Buona lettura!
Billecart-Salmon
Brut Réserve
In passato uno dei migliori sans anné, tra l’altro particolarmente amato da chi scrive, ma poi ha vissuto un periodo di incertezze che gli ha fatto perdere lo smalto di un tempo. Per fortuna, ora non solo l’ha riacquistato lo smalto, ma si è fatto pure più buono che mai! Tutto quello che ti aspetti di trovare in una bottiglia di un grande champagne, anche nel senso dell’idealmente tale.
Bruno Paillard
Blanc de blancs
Ritengo Bruno Paillard un vero artista dello Chardonnay, come dimostrano i tre blanc de blancs che propone: il raro e prezioso Le Mesnil, l’eccellente Millésime e questo qui segnalato, già Réserve Privée. Plasmato da sole uve Grand Cru, è un ‘multimillesimato’ e non un mero sans année e, per favorirne la cremosità, ha una pressione minore rispetto agli altri champagne (4,5 atmosfere anziché 6). Sempre più buono, è un inno al piacere e alla finezza sotto il segno della Côte des Blancs…
Charles-Heiscieck
Brut Réserve
Il classici brut sans année possono anche sfoderare una complessità da far impallidire un millesimato, ma, beninteso, senza perdere in piacevolezza per tutti. Anzi, a volte questa complessità può rendere la suddetta piacevolezza addirittura coinvolgente, come in questo caso. Il suo segreto? Ben il 40% di vins de réserve di 10 annate (qualcuno lo definirebbe ‘multivintage’…), una lunghissima maturazione sui lieviti e un dosaggio… sorprendente.
Encry
Brut
Lo champagne ‘italiano’, prodotto da Enrico Baldin in quel di Le-Mesnil. In passato sono stato tra i più feroci critici di Encry, ma – poiché chi la dura la vince – oggi non ho nessuna remora ad ammettere con piacere che i suoi champagne sono cresciuti tantissimo. E questo blanc de blancs, più del suo celebre fratello Zéro, sfodera oggi una piacevolezza al limite dell’irresistibile. Bravo!
Fleury
Blanc de noirs
Ritenete gli champagne da solo Pinot Noir troppo da appassionati? Avete paura della biodinamica e delle sue improbabilità? Considerate l’Aube una zona di serie B? Bene, allora non mancate questo champagne e in un sol colpo vi ricrederete su tutto. Solo Pinot Noir dell’Aube coltivato in biodinamica, anzi questo produttore è stato il primo biodinamico in Champagne. Per non parlare del prezzo…
Laurent-Perrier
Cuvée Rosé
Se questo è il rosé di maggior successo sul mercato un motivo ci sarà pure, no? Fu creato dal grande Bernard de Nonancourt nel 1968 da solo Pinot Noir Grand Cru, ma guai a chiamarlo de saignée! È tutto quello che ti aspetti da un grande champagne declinato rosa, ma senza eccessi di dolcezze o polposità fruttate che affliggono molti (troppi…) rosé. Buonissimo da solo, esalante a tavola.
Louis Huot
Cuvée Initiale
Più che una moda, quello del dosaggio zero è un fenomeno. Un fenomeno che ha preso piede anche in Champagne, ma con diverse modalità: c’è chi non dosa (senza sbandierarlo) semplicemente perché il vino non ne ha bisogno, c’è che al momento del dégorgement un po’ dosa e un po’ no (ma questa strada non funziona) e, infine, chi pensa lo champagne non dosato già a partire dalla vigna e tenendolo poi più a lungo sui lieviti. Ecco, questi nature sì che ‘funzionano’, eccome! Come questa cuvée che non è più una bella sorpresa, ma, oramai, una piacevole conferma.
Lanson
Gold Label 2004
Uno degli champagne a me più cari, semplicemente perché… è sempre buonissimo. Tra l’altro, ci riporta agli champagne di qualche decennio fa, quando non svolgevano la malolattica. Sole uve Grand Cru in equilibrio quasi perfetto (dipende dall’annata) tra Pinot Noir e Chardonnay. Non è un caso se da questa etichetta sia poi nata la strepitosa Vintage Collection… Sul mercato ora c’è il 2005, ma non dovrebbe essere difficile trovare ancora il 2004. In attesa del fantastico 2008.
Louis Roederer
Vintage Rosé 2008
Non poteva certo mancare un Roederer tra gli champagne ‘per tutti’. Già, perché i vini di questa maison sono eccellenza allo stato puro, ma anche piacere. Soprattutto il Rosé millesimato, vivace da giovane, gustosissimo quando un po’ invecchiato, ma sempre teso e profondo per via della trama legata agli agrumi e alla mineralità, più che al frutto. Il 2008 è ovviamente buonissimo, ma sorprendono anche altre annate come la 2009 o la prossima 2010, per citare stavolta le più recenti…
Moët & Chandon
Grand Vintage Collection 1990
Ebbene sì, credo che anche chi non sia un appassionato di champagne possa apprezzarne uno d’antan e capire non solo perché si parla di longevità eccezionale, ma anche e soprattutto essere catturato dall’affascinante evoluzione a fronte di una freschezza impensabile. Solitamente, questo tipo di champagne sono rari e costosissimi, ma grazie alla ‘forza’ di Moët tutto ciò diventa più che fattibile. Per reperibilità e soprattutto prezzo.
Veuve Clicquot
La Grande Dame 1998
Giustamente, in Clicquot si crucciano del fatto che La Grande Dame non sia conosciuta e apprezzata come le altre cuvée de prestige di maggiore diffusione. E a ragione, perché è fatta veramente con tutti i crismi. Però, credo di aver capito perché non colpisca i più: da giovane non esprime affatto la proprio eccellenza. Un’eccellenza, tra l’altro piacevole, godibile, coinvolgente per chiunque. Ne è riprova oggi la magnifica 1988, ma, senza andare tanto indietro nel tempo, il discorso vale pure per la penultima annata commercializzata, la 1998. Provate e fatemi sapere.
Vilmart
Grand Cellier d’Or 2008
Uno dei produttori che adoro, e non solo tra gli RM. Segnalatomi tanti anni fa da Tom Stevenson, sono rimasto da subito colpito dalla piacevolezza di questi champagne e dalla costanza di questa, perfino in annate disastrose come la 2001. Maggioranza di Chardonnay e magistrale uso del legno i punti di forza di Vilmart, che ha in questo suo classico millesimato il gioiellino in grado di mettere d’accordo appassionati esigenti e grande pubblico.
Caro Alberto,
Volevo chiedere se ci sono stati imprevisti con le consegne della guida, io la sto aspettando con impazienza (ho fatto il bonifico con valuta 16 Novembre). Cordiali Saluti
Moreno Radaelli
Stiamo evadendo cronologicamente tutti gli ordini…
Grazie della fiducia (e della pazienza)
Alberto salve, ieri sera ho bevuto un Vranken 2002 e non le nego che -forse non aspettandomi nulla di clamoroso- l’ho trovato estremamente interessante, complice probabilmente un buon invecchiamento…. come sempre mi piacerebbe un suo parere; grazie.
Ps: la guida è veramente bella vi siete superati……e già attendo la prossima….
Grazie!
Ma per Vranken 2002 intende Pommery Cuvée Louise 2002?
No no, proprio vranken brut millesime 2002
Cosa intende?
…..per l’esattezza brut grande reserve millesime 2002
Lo champagne che ho bevuto non è la louise ma Vranken brut grande reserve millesime 2002
E le è piaciuto? Mi scusi ma non ho capito se alla fine lo mettere tra questi 12. Io, personalmente, no…
Caro Alberto che ne pensi di Maurice Grumier…..??? Io lo trovo piacevolissimo sia il Tradition che il Rosè ….sono curioso di sapere la tua…. Ciao
Mi toccherà provarlo, non lo conosco…
Si sì …mi piacerebbe avere un tuo parere ….. Grazie
Gent.mo sig.Lupetti,
Ho avuto il piacere di seguire a Roma quest anno le sue masterclass su Bollinger, Roederer e Heidsieck; le scrivo per avere dei consigli circa l’acquisto di una bottiglia di champagne. In enoteca ho trovato infatti, per circa lo stesso prezzo (110/130 euro) diverse bottiglie interessanti, ovvero La Grande dame annata 1998, Clos de Goisses 1999, Comtes des Champagne 2002 e La grande annèe 2004, essendo tutte bottiglie mai assaggiate prima d’ora, ed essendo il mio gusto personale ancora in fase di embrionale sviluppo (per ora il vino che più mi ha stregato è stato il Blanc des millenaires 1995 provato durante la sua masterclass) le volevo chiedere quale lei ritenesse per valori assoluti la più valida fra queste bottiglie. La conservazione delle bottiglie spero sia stata quella ottimale (si tratta pur sempre di una enoteca). Nello scriverLe colgo l’occasione per complimentarmi con Lei, e il panel di degustazione, per la guida Grandi Champagne, che ho trovato davvero piacevole da leggere e consultare. La ringrazio per la pazienza un caro saluto.
Accidenti, mi mette veramente in difficoltà!
Ha elencato, infatti, quattro splendidi champagne!
Bellissima La Grande Dame 1998, che ora inizia appena a rivelare il suo grande potenziale: quindi buona oggi, fantastica domani.
L’ultimo Clos des Gousses del XX secolo ha grande fascino e, per via dell’annata calda, potrebbe rivelarsi tendente al maturo.
Comtes de Champagne 2002: grande annata per quello che è forse il più grande Blanc de blancs, quindi… Potrebbe solo essere un po’ troppo giovane.
Bollinger La Grande Année 2004: piacere allo stato puro. Punto e basta.
A questo punto, a lei la scelta!
E… grazie per i complimenti!
Salve sig.Lupetti,sono in possesso di una bottiglia di Krug vintage reims del 1982…vorrei sapere quanto quota…grazie
Le ho risposto nell’altro post…