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Rosé

Rosé estremo by Leclerc Briant: un’esperienza

Ho visitato Leclerc Briant, storica (è stata fondata nel 1872 a Cumières) maison di Epernay, otto anni fa e devo confessare che non rimasi troppo impressionato. Così ho...
di Alberto Lupetti

champagne Rubis de Noirs 2006 rosé

Ho visitato Leclerc Briant, storica (è stata fondata nel 1872 a Cumières) maison di Epernay, otto anni fa e devo confessare che non rimasi troppo impressionato. Così ho colpevolmente mancato di seguirla da vicino in questi anni e non accorgermi tempestivamente che stava vivendo “una rinascita, non una rivoluzione”, parafrasando la presentazione del nuovo corso della maison… Per fortuna, da più parti ho sentito dire della bontà dei suoi champagne oggi e così ho deciso di inserirla a buon diritto nella nuova edizione (2016-17) della guida Grandi Champagne. Posso anticipare che gli champagne sono effettivamente molto, molto buoni, con due aspetti fondamentali: nonostante siano dosati bassissimi o addirittura pas dosé, non risultano mai troppo secchi o duri; nonostante siano rigorosamente biodinamici, non sono mai improbabili, anzi spesso e volentieri risultano estremamente piacevoli.

Personaggi chiave champagne champagne Leclerc Briant
Le grandi figure che hanno contraddistinto la storia di Leclerc Briant: il fondatore Lucien, colui che l’ha sviluppata e portata alla biodinamica, Pascal, e chi l’ha fatta rinascere, Frédéric Zeimett.

Già, perché oggi Leclerc Briant è orgogliosamente un “domaine en biodynamie”, con Pascal Leclerc, quinta generazione della famiglia, che ha iniziato man mano la conversione dei vigneti di proprietà già nel 1990 con mezzo ettaro, esaltando il concetto di conduzione organica del vigneto iniziata dal padre addirittura nel 1947. Poi un altro mezzo nel 1991, uno e mezzo nel 1992 e così via fino al 2002, con la conversione completata. Ma non solo: Pascal è stato il primo a proporre nel 1994 champagne da singolo vigneto, dei lieux-dits quindi, clos a parte, ovviamente, e, per sorprendere i visitatori, costruì una piramide di ben 33.081 bicchieri: un record. Nel 2010, con 30 ettari, Leclerc Briant era il più grande biodinamico di Champagne. Purtroppo, Pascal scompare prematuramente quello stesso anno e, dopo due anni di incertezze che hanno visto vendere anche parte dell’importante patrimonio viticolo (13 ettari a Lanson e 4 più successivamente altri 5 a Louis Roederer), fino al 2012, quando una coppia di americani appassionati acquista la maison e vi mette a capo, con l’idea di rilanciarla, lo champenois Frédéric Zeimett, coadiuvato da Ségolène Leclerc, primogenita di Pascal. Il resto è storia recente che approfondiremo man mano tanto su questo sito, quanto, soprattutto nella guida Grandi Champagne.

vigneti Leclerc Briant
Dai 30 ettari originari, oggi il patrimonio viticolo di Leclerc Briant ammonta a 8 ettari, tutti in biodiamica, così come i circa 7 dei conferitori.

Tra le degustazioni di Leclerc Briant per la guida, siamo capitati di fronte a uno champagne veramente particolare, talmente particolare da fare quasi categoria a sé: il Rubis de Noirs. Fa parte addirittura della linea di punta della maison “Les Spécialités”, insieme alla Cuvée Divine e ai vecchi Vintage e si tratta di un Pinot Noir in purezza (uva da Hautvillers, Cumières e Dizy) millesimato, macerato per ben 6 giorni (!) prima della fermentazione, parte in barrique come tutti gli champagne Leclerc Briant. Che sono certificati AB – Agricolture Biologique e Demeter.

champagne Rubis de Noirs Leclerc Briant
Precedenti annate del particolarissimo rosé Rubis de Noirs, ora rivisto tanto nella bottiglia, quanto nell’habillage.

 

Rubis de Noirs 2006

100% Pinot Noir, dosage 6 g/l
Rubis de Noirs 2006 rosé
Un consiglio, innanzitutto, che vale per tutti gli champagne Leclerc Briant: degustateli non troppo freddi, anzi, anche qualche grado in più della media (12°C), pena la mancanza della giusta espressività. Bene, di fronte al bicchiere, già il color sangue, talmente scuro da risultare inusuale non solo per uno champagne, ma addirittura per un vino, toglie ogni dubbio sulla particolarità di questo champagne. In effetti, anche il naso ha qualcosa di ematico, in un contesto indubbiamente da vino Pinot Noir, selvatico e giocato sui frutti rossi, ma anche mineral/roccioso a riportarci alla Champagne e allo champagne, nonché balsamico. L’assaggio è rigoroso, asciutto, con una nota predominante di rabarbaro sopra il frutto (lamponi) e uno spunto terroso. Non è molto profondo, ma risulta fresco, molto pulito, lievemente tannico in chiusura e piuttosto persistente su note ancora di radici e di cola. Spiazzante…
S.V.

Dò immediatamente conto della mancanza del classico voto in centesimi: è uno champagne molto, troppo particolare, che va ben oltre qualsiasi rosé de saignée, anche il più estremo (forse lo avvicina in parte solo il Rosé 4 Jours di Roger Brun). Per questo, come ha fatto giustamente notare il buon Alessandro Scorsone, fa categoria a sé, non può essere paragonato a nessun’altra cuvée, andando quasi oltre lo champagne. Un po’ come fu a suo tempo l’Ice Impérial di Moët, solo che questo ne rappresenta esattamente l’estremo opposto…

Gli champagne Leclerc Briant sono distribuiti in esclusiva da:
Bottazzi 1957www.bottazzi1957.com

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