Blanc de blancs Pol Roger: champagne da intenditori
Sapete a chi ha tributato, qualche anno fa, il suo primo 100/100 Richard Juhlin? A un Pol Roger 1928. Ovviamente non può trattarsi del Sir Winston Churchill, ma non si tratta neanche del Vintage, bensì del Blanc de blancs (millésime, ovviamente). Per carità, diverse maison hanno un blanc de blancs – millesimato o meno – nella loro gamma, ma in Pol Roger questa etichetta riveste un ruolo importantissimo. Me ne resi conto, con non poca sorpresa, la prima volta che visitai la maison e successivamente lo compresi definitivamente quando la prima verticale che feci in Pol Roger fu proprio con il Blanc de blancs. D’altronde, se andiamo a guardare i vigneti di proprietà di Pol Roger (88 ettari), scopriamo che la maggior parte di questi sono proprio nella Côte des Blancs (ad Avize, Cramant, Le Mesnil, Oiry e Oger), quindi a Chardonnay. Questo nonostante lo stile della maison sia fortemente legato al Pinot Noir… Non solo. Il suddetto 1928 fu prodotto quasi per caso e il blanc de blancs è entrato stabilmente nella gamma Pol Roger solo negli anni ’60 per “racchiudere in bottiglia l’espressione dei nostri vigneti di proprietà, ricostruiti dopo la II Guerra Mondiale”, così Laurent d’Harcourt, bravissimo presidente della maison dal 2013, dopo aver ricoperto il ruolo di direttore marketing.
Prima di andare a scoprire alcune straordinarie annate di questo Chardonnay in purezza, però, ‘ripassiamo’ un attimo chi è Pol Roger… Nata ad Aÿ (da cui il legame con il Pinot Noir), ha sede oggi a Epernay sulla prestigiosissima Avenue de Champagne. È tra le sole quattro maison ancora e ininterrottamente in mano ai discendenti del fondatore ed è considerata tra le “migliori” tre in assoluto. Produce circa 1,8 milioni di bottiglie l’anno, ma nei 7 Km di cantine sotterranee vi riposa uno stock di 7,5 milioni di bottiglie, quindi poco più di 4 anni di produzione. In Pol Roger acquistano uve per ulteriori 90 ettari equivalenti, tutte nella Champagne “classica”, avviano alla fermentazione la sola cuvée in tini di acciaio termoregolati, con lunghe sedimentazioni a freddo e costante svolgimento della malolattica. La cuverie è stata progressivamente rinnovata a partire dal 2000: moderna e pulitissima, è strutturata per fermentare per parcelle pure molto piccole (tini anche da soli 22 hl), mentre i vins de réserve sono conservati in vasche di cemento vetrificato. A proposito della nuova cuverie, Laurent d’Harcourt fa notare che “i migliori cuochi usano le ricette dei nonni, ma non… le cucine dei nonni!”: in effetti…
In cantina, le bottiglie sui lieviti vi rimangono per 36-48 mesi nel caso dei sans année, diversi anni, fino a 10, i millesimati. A proposito di cantine, Pol Roger vanta le più profonde (-35 m) e fredde (9,5°C) di Champagne, il che renderebbe migliore la maturazione dei vini e più fine la bollicina. Il successivo rémuage è rigorosamente manuale: è un’altra delle peculiarità di Pol Roger, nel cui staff figurano ben 4 dei 15 rémuer ufficiali ancora operanti oggi in Champagne. Dopo il dégorgement, le bottiglie riposano inderogabilmente 3 mesi i non millesimati, 6 i vintage e 12 il Sir Winston. Lo chef de cave è Dominique Petit, con una solida esperienza in Krug al fianco del grande Henri.
Brut Blanc de Blancs Vintage
100% Chardonnay
2000
dég. 11 ott. 2010 – Bel naso, dai netti profumi varietali fusi a una confortante grassezza di nocciola e un’anima minerale. Bocca gustosa, leggera ma non di certo ‘vuota’, ovvero bevibilissima e valorizzata da una splendida bollicina (fil rouge della degustazione e dello stile Pol Roger). Rivela ancora il suo essere varietale attraverso un’ampia florealità, stavolta accompagnata da rotonde dolcezze. Finale a sfumare sulla mineralità di incredibile piacevolezza. Una gran bella sorpresa, soprattutto pensando alla media dell’annata…
Voto: 90/100
1999
dég. 23 lug. 2009 – Olfatto non molto intenso, ma certamente denso di materia fruttata, con una piacevole nota matura, oltre alle tostature. Bocca simmetrica all’attacco, ancora tostata, quindi arricchita dalla mineralità e, soprattutto, da un bel frutto. Rimane, però, piuttosto morbida e un po’ insistente sul finale sulla florealità, pur lasciando una confortante sensazione di fresca pulizia. Si vorrebbe maggiore profondità. Figlio della sua annata (calda).
Voto: 88/100
1998
dég. 14 set. 2006 – Come tutti i ’98, deve ancora raggiungere il suo picco e, anche nel bicchiere, vuole un minimo di attesa. Ma ecco venire fuori man mano un grande naso, polposo ma elegante, grasso al limite del burroso ma freschissimo, arricchito da note di frutta secca e mineralità. La grande freschezza segna anche il palato, al fianco dei ritorni di grassezze e mineralità, ma anche spunti floreali che, grazie allo splendido supporto acido, segnano di slancio e in profondità il lungo finale. Champagne di grandi potenzialità.
Voto: 93/100
1996
dég. 7 apr. 2004 – Naso molto fine, quasi timido, denso e fitto, in altre parole veramente ricco e non meno fresco. Oltre alla imprescindibile mineralità, emergono note di frutta secca, di torrefazione, oltre a una certa burrosità e tutto ciò si ritrova puntualmente in bocca, anche se qui queste note sono talmente in armonia tra loro, talmente ben fuse alla vibrante acidità, che lo champagne denota un equilibrio pazzesco. Per questo, pur essendo indiscutibilmente un grande, va capito per essere apprezzato fino in fondo. Un ’96 insolito…
Voto: 94/100
1993
dég. 1 dic. 1999 – Olfatto intenso e di grande espressività, finanche vivace, certamente fresco, gustosamente ‘poggiato’ su un fondo grasso sul quale si articolano note floreali, fruttate dolci, minerali, il tutto, però, talmente ben bilanciato da risultare elegante. Palato succoso e rotondo, pervaso da una sottile – e intrigante – maturità, grasso e dolce a riportare alla mou, ampio, pieno, anche a discapito della profondità. Chiusura morbida e grassa, a ricordare il burro alle erbe. Molto buono.
Voto: 91/100
1990
dég. 26 mag. 1999 – Naso profondo e fitto, soprattutto freschissimo, di grassa florealità, polposa fruttosità, netta mineralità. Bocca sontuosa, morbida e appena matura all’attacco, ma di sviluppo vigoroso e sapido per via di un’acidità oggi quasi inusuale per quest’annata. Chiusura profonda e pulitissima, di lunghissimo sviluppo minerale. Champagne tanto importante quanto piacevole, ricco e nobile, per questo in equilibrio perfetto. Eccellente.
Voto: 96/100
1988
Il migliore della serie, almeno a mio avviso. Rimando, però, alla orizzontale di 1988 che pubblicherò a breve…
1986
dég. 14 nov. 1994 – Olfatto di grande fascino, per via di una sorta di “Yin e Yang” tra i profumi maturi e la sensazione di insita freschezza della materia. Via via emergono morbide e gustose note di brioche, finemente dolci, su un fondo di sottile mineralità. La bocca sembra perfettamente simmetrica, ma, quando meno te lo aspetti, ecco un vigoroso slancio acido che esalta l’assaggio, donandogli profondità e sapidità. Lungo finale su note di torrefazione e, soprattutto, dominato da una tale piacevolezza di beva da renderlo appagante. Champagne sorprendente, addirittura stupefacente se si guarda all’annata…
Voto: 95/100
Heres, tel. 055/5341093, www.heres.it
Buonasera.
Quale champagne consiglia per una cena a base di pesce (specialmente crostacei)?
Con un prezzo che non superi i 100 euro.
Grazie mille.
Andrea
Buonasera a lei,
se i crostacei sono crudi, un non dosato è assolutamente perfetto, diversamente può orientarsi su un blanc blancs caratterizzato da una bella spalla acida, meglio se millesimato. A cominciare proprio da questo Pol Roger…
Alberto buonasera.
Purtroppo non ho le sue precedenti guide, magari lo ha già recensito, ma mi piacerebbe sapere come valuta il bdb 2008.
Immagino sia appena sopra il 2008 vintage, quindi dai 95/100 in su?
In analogia con il medesimo vino targato 1988 che fu una delle “sorprese” nella orizzontale 1988, tenendo testa a diverse top cuvee, potrebbe anche lui fra alcuni anni essere un vino memorabile?
In una ipotetica scaletta come posiziona i Pol Roger vintage, rosé e bdb targati 2008?
Cari saluti.
Gabriele
Era nell’edizione 2016-17 e all’epoca fu valutato 94/100. A parità di condizioni di assaggio (anteprima in guida, anche se in due edizioni diverse), quindi si porrebbe dietro il Vintage 2008, peraltro un vero capolavoro. Però, conoscendo le capacità di invecchiamento (e di miglioramento…) del BdB, penso che tra qualche anno sarà a dir poco magnifico.
Visto che le piace il BdB di Pol Roger, ha visto questo vecchio mio articolo?
https://www.lemiebollicine.com/5652-blanc-de-blancs-pol-roger-champagne-da-intenditori/
Infine, visto che me lo chiede… Tolto il SWC 2008, quest’annata la vedrei così: Vintage, BdB e Rosé
Grazie mille della risposta Alberto.
L’articolo di cui parla l’ho letto, eccome; è proprio leggendolo che mi è venuto il quesito che le ho posto.
E leggendo avevo pensato che fosse proprio il bdb la migliore espressione di Pol Roger, SWC a parte, ma si vede che il 2008 fa eccezione.
Avendo sia il vintage che il Rosé 2008 volevo completare con il bdb, ma non faccio acquisti prima di aver interpellato il maestro!!
Quindi ora provvederò anche se di bottiglie in giro ne sono rimaste proprio pochine…..
Cari saluti.
Gabriele