Anteprima Deutz: l’Amour si… tinge di rosa
In occasione dell’anteprima del William Deutz 2002, avevo accennato all’arrivo di un inedito Amour de Deutz Rosé. Già, perché l’annata 2002 è stata l’ultima che ha visto la versione rosa proprio del William ed è stato lo stesso presidente della maison, Fabrice Rosset, a spiegarmi questa inaspettata decisione. Mi ha confessato che il William è uno champagne potente e complesso, per questo difficile, quindi non per tutti; pertanto, non aveva senso continuare a seguire questa filosofia con addirittura due cuvée… Meglio, invece, dar vita a un nuovo rosé (al fianco degli ottimi sans année e millésime…) sul versante dell’Amour, usufruendo pure del vantaggio della fortissima immagine di questo raffinato blanc de blancs. Quindi c’è stata una sorta di staffetta tra il classico stile Deutz e il suo nuovo simbolo in tutto il mondo, fatto di nobiltà ed eleganza. Per questo, la maison preferisce parlare di “evoluzione e non di rivoluzione”, che significa rispondere ancora meglio alle esigenze degli appassionati senza rinnegare i 176 anni di storia.
Ecco, da tutto questo nasce l’inedito Amour de Deutz Rosé, tirato per la prima volta nel 2005, ma con una formula singolare. Personalmente – ma credo proprio che sia così per tutti … – se penso a una versione in rosa dell’Amour, ipotizzo una forte base di Chardonnay (90, anche 95%) con l’aggiunta di un tocco di Pinot Noir in rosso, giusto? Beh, non è affatto così: la bottiglia è quella trasparente dell’Amour blanc, certo, l’habillage è una versione ancora più elegante di quello che già conosciamo, ma l’assemblage è ben diverso e fortemente legato non allo Chardonnay, ma al Pinot Noir, anche se non come nel precedente William Rosé, beninteso. Nel caso, le uve nere provengono da Aÿ, Bouzy e Verzenay, mentre le bianche da Avize, Choully e Villers-Marmery (il villaggio Premier Cru della parte est della Montagne, tradizionalmente impiegato anche nell’Amour bianco). Ancora più selezionate le uve da vinificare in rosso: sono frutto esclusivamente dei migliori lieux-dits di proprietà di Aÿ (“La Pelle”) e Mareuil (“Cumaine” e “Charmont”).
Poi, però, c’è la faccenda dell’annata 2005… Ho detto e ridetto che non mi piace e in un recente incontro con lo chef de cave di un’importantissima maison ho avuto la definitiva conferma: “la 2005 è stata una vendemmia nella quale non si sarebbe dovuto millesimare…” mi ha detto. Però, in Deutz ci hanno provato comunque e l’anteprima di quello champagne ho avuto la fortuna di farla lo scorso aprile. Com’è andata? Beh, appena messo il naso nel bicchiere sono rimato perplesso per via della non trascurabile maturità, per via delle note da vino rosso evoluto… E al palato le cose non sono andate meglio: è un rosé molto particolare, quasi da vigneron. Mi ricordo di aver cercato conforto negli occhi di Alessandro Scorsone e Pascal Tinari, con me in quell’occasione, ma anche in loro ho trovato nuovamente forte perplessità. Allora mi sono fatto coraggio e, poiché Fabrice Rosset è un amico, ho potuto confessargli candidamente questi miei dubbi… Ricordo che lui è rimasto un attimo in silenzio, mi ha osservato e poi non solo mi ha detto di apprezzare la mia onestà, ma anche di non essere pienamente convinto egli stesso di questo champagne, proprio a causa dell’annata!
Passa un po’ di tempo e risento il buon Fabrice, ovviamente gli chiedo com’è andata a finire la faccenda dell’Amour Rosé… Beh, rimango sorpreso – ma anche soddisfatto – quando sento che il 2005 non arriverà sul mercato e, invece, il primo Amour de Deutz Rosé sarà il 2006. Non ho l’occasione di tornare da Deutz a breve, ma la mia curiosità viene soddisfatta dal presidente della maison, che mi spedisce in anteprima assoluta una delle primissime bottiglie corredata da una lettera esplicativa. Bene, lascio riposare lo champagne un mesetto e poi lo assaggio insieme a Marco Reitano e alla simpaticissima appassionata Alessia Occhipinti a La Pergola. Ecco com’è andata.
Amour de Deutz Rosé 2006
55% Pinot Noir, di cui l’8% in rosso, 45% Chardonnay
Naso fresco e vivace, pervaso da una gran bella mineralità sulla quale poggiano i piccoli frutti rossi, ma più dolci che asprigni e questa sensazione è rafforzata da evidenti spunti di confetto rosa, oltre a note floreali che ricordano la viola.
La bocca, nonostante sia chiaramente di volume (ampia, non concentrata) è decisamente elegante, setosa ma con un gran bel supporto acido a sostenere una materia morbidamente polposa di frutta che ricorda quasi il succo di lampone. Ma non pensate a un vino insistente o pesante, no, perché invece sfodera un bel dinamismo gustativo e un finale sapido accompagnato da continui ritorni fruttati molto gustosi. È chiaro che è uno champagne che deve ancora equilibrarsi del tutto, è giovanissimo, “si sta preparando al viaggio” come dice acutamente Marco Reitano, ma si percepisce nettamente che ha una gran strada davanti a sé. In conclusione, un rosé molto raffinato e gustoso, “una carezza” secondo Alessia Occhipinti…
Voto: 93/100
Questo Amour de Deutz Rosé sembra uno champagne fatto apposta per piacere a un grande pubblico, per questo ha un’impostazione gradevolmente dolce, ma non zuccherina, risultando così gustoso, soprattutto elegantissimo. Ma, per dire se farà rimpiangere o meno il William Deutz Rosé ci vorrà tempo, parecchio tempo, anche se l’inizio è certamente promettente e le prospettive di miglioramento alla lunga molto interessanti: per questo, il punteggio attribuitogli va visto come una fotografia dello stato attuale e non in prospettiva. È esattamente quello che ho detto a Fabrice Rosset quando, a fronte delle mie primissime impressioni in anteprima, lamentava la necessità di ancora un po’ di tempo di bottiglia: se il buongiorno si vede dal mattino… Insomma, quando arriverà sul mercato, l’Amour de Deutz Rosé sono convinto che sarà ancora un po’ più espressivo e lo sarà sempre più con il passare del tempo. Resto comunque sono sorpreso dal tipo di assemblaggio se rapportato all’etichetta, come ho detto, pur riescendo comunque a rappresentare perfettamente lo stile tipico dell’Amour. Infine, un plauso a monsieur Rosset, che ha avuto il coraggio di sacrificare la produzione di un’intera annata per esordire sul mercato con un’altra che rappresentasse senza dubbio l’eccellenza di Deutz e l’esclusività dell’Amour.
Bene, non mi resta che augurare a tutti quanti seguono questo sito Buon Anno! All’insegna dello champagne, ovviamente…
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