Il Mosnel Parosé 2008: conferma o… sorpresa?
Ho già avuto modo di dire più volte che ritengo Il Mosnel tra i migliori produttori in assoluto non solo in quel di Franciacorta, ma sulla Penisola tutta, ovviamente quando si parla di bollicine. Ebbene, sono sempre rimasto molto colpito dal loro Parosé ogni volta che l’ho assaggiato, ciò nonostante ho sempre colpevolmente dimenticato di parlarne. L’ultima volta, comunque, assaggiando il 2008, mi ero appuntato tutta la degustazione, ipotizzandone al più presto la recensione, ma anche in quel caso me ne stavo nuovamente dimenticando… fino a quando un fedele lettore di LeMieBollicine mi ricordato la bontà di questo Franciacorta in rosa, accidenti. E poi, come se non bastasse, ho letto recentemente anche una bellissima recensione su FB firmata dal buon Armando Castagno: è stato il reminder definitivo che avrei finalmente dovuto parlare di questo rosé, anche perché è veramente buono!
Nella gamma della cantina di Camignone figurano due Franciacorta in rosa, il classico Rosé (un brut 40% PN in rosa, 40% CH e 20% PB) e il Parosé, che rappresenta un po’ il rosato haut de gamme, oltre ad avere il plus di essere un non dosato. Prodotto per la prima volta in occasione della vendemmia 2001, è tirato in quantità non dico limitata, ma quantomeno ridotta (5.800 bottiglie, 447 magnum e 70 jeroboam nel caso di questo 2008) utilizzando sole uve di proprietà dei vigneti della zona di Passirano, esposti a est/sud-est. Nello specifico, si tratta dei lieux-dits Roccolino, Limbo, Giardino e Tesa, dai quali si ricavano 80 q/ha, che poi in cantina significa 52 hl/ha. Della spremitura, però, solo il mosto fiore (circa il 50% della massa) è avviato alla fermentazione in barrique, non prima, per il solo Pinot Noir, ovviamente, di una breve macerazione pellicolare; infine, dopo cinque mesi, è la volta dell’assemblaggio e del successivo tiraggio. In bottiglia il Parosé vi rimane teoricamente non meno di 36 mesi, in realtà questo 2008 ha maturato sui lieviti più di 48 mesi e, dopo la sboccatura, non è stato aggiunto alcun dosaggio.
Parosé 2008
70% Pinot Noir in rosa, 30% Chardonnay; dosage 0 g/l
sbocc. lug. 2013 – Naso molto gradevole, fresco, inizialmente segnato da note fragranti di lieviti, per farsi via via sempre più asciutto e pervaso da spunti di pompelmo rosa e di piccoli frutti rossi selvatici, quindi naturalmente aciduli. Finissime tostature e sensazione di fittezza, di compattezza completano questo quadro ben più che confortante. L’attacco in bocca è segnato da una bollicina un filino abbondante, quindi ecco una materia piena, inizialmente polposa di frutto rosso – un frutto ora gustoso e molto espressivo del Pinot – successivamente secca e agrumata. Lo sviluppo sembra portare con sé una nota amaricante, in realtà si tratta della componente di erbe aromatiche che segna la chiusura al fianco dei continui ritorni fruttati. Alla fin fine, la bocca rimane sempre piena, gustosa, pulitissima, tutt’altro che marcatamente rosé, finanche sapida. Un eccellente Franciacorta che non sbaglia un colpo, ma soprattutto un eccellente rosé, sul podio dei migliori Made in Italy. Da non dimenticare, infine, l’assolutamente perfetta gestione del legno.
Voto: 90/100
Alla fine, lascio la conclusione proprio al succitato pezzo di Armando Castagno in quanto ritengo la sua sintesi di questo Franciacorta semplicemente perfetta: “trovo possa sedere non dico da ospite d’onore, ma almeno con pari dignità dei commensali, al tavolo dei pari tipologia e prezzo della Champagne meridionale (Aube, Montgueux, Côte de Sézanne)… Il nome è meno riuscito del vino ma non si beve, se non altro. Su tutto il resto, rien à dire: è veramente buono e per me personalmente il vertice nella categoria in Italia oggi”.
E credo proprio che i lettori di questo sito siano anch’essi d’accordo, vero?
www.ilmosnel.com
Verissimo. Sarà sulla tavola della vigilia di Natale con i ravioli di pesce…
Noblesse oblige… Anche se lo vedrei bene con piatti un po’ più grassi, no?
Se mi dai un consiglio lo suggerisco a mia moglie così cambiando pietanza mantengo il Parosé…Auguri anche se in anticipo.
Premesso che non esiste l’abbinamento assoluto e che sono convinto che ciascuno debba assecondare i propri gusti, le proprie preferenze (evidenti storture a parte, ovviamente), personalmente abbinerei una bollicine bianca ai ravioli e terrei il rosé per preparazioni di mare più grasse e incisive, oppure per salumi da pentola o preparazioni di carni bianche.