Ha ufficialmente debuttato il Brut Nature 2006 di Louis Roederer
Ho avuto l’onore e il grandissimo piacere di assaggiare – e recensire – in anteprima il nuovo champagne di Louis Roederer, il Brut Nature 2006. È il primo non dosato della prestigiosa maison di Reims, nonché il migliore della categoria, almeno per me e finora. Le foto della mia recensione lo ritraevano con un habillage di fortuna, simile a quello del Brut Vintage com’era prima del recente restyling, ma, come detto, si trattava di una super-anteprima, probabilmente mondiale, nell’attesa del debutto ufficiale.
La presentazione del nuovo champagne è poi avvenuta il 18 settembre scorso a Parigi, presenti Frédéric Rouzaud (proprietario), Jean-Baptiste Lécaillon (chef de cave) e… Philippe Stark. Già, perché è stato il celebre designer transalpino a creare l’habillage del Brut Nature 2006. Com’è nella sua veste definitiva lo vedete qui nelle foto e devo confessare che sulle prime sono rimasto alquanto perplesso, per non dire spiazzato. Troppo strano, quasi più da vigneron che da grande maison, ben fuori dal solco della tradizione Roederer, finanche eccessivamente ‘frivolo’ per il suo blasone…
Però, poi, ho guardato l’etichetta con maggiore attenzione e questa ha iniziato a convincermi man mano, anche se ho comunque continuato a ritenerla troppo fuori schema per gli standard della maison. Però, a pensarci bene, il Brut Nature 2006 è effettivamente ben diverso dalla gamma tradizionale Roederer… D’altronde, è lo stesso Stark a parlare di unicità e spiegare il perché dell’habillage esclusivo: “il motivo della bottiglia di Brut Nature 2006 è fortemente legato al suo contenuto e questo è talmente potente che ho deciso di disegnare una bottiglia che perdesse ogni elemento superfluo”.
Purezza, essenzialità, dunque, nonché semplicità, eleganza… Ma soprattutto, come abbiamo visto nel corso della degustazione, il risultato del grande lavoro di Jean-Baptiste Lécaillon, con, ovviamente, il pieno supporto di Frédéric Rouzaud. Non a caso, nella storia della Louis Roederer, sei diverse generazioni della famiglia di proprietari, insieme ai loro chef de cave, hanno via via selezionato ciascuno un blocco di vigneti che poi stavano – e stanno tuttora – alla base di uno champagne della maison. Ad esempio, Jean-Claude Rouzaud e il predecessore di Lécaillon selezionarono nei primissimi anni ’70 i vigneti dai quali oggi nasce il Cristal Rosé. La settima generazione, invece, quindi Frédéric Rouzaud e lo chef de cave Lécaillon, stanno selezionando il loro blocco di vigneti ed è assi probabile che questo sia composto dalle parcelle di Cumières nelle quali affonda le proprie radici il Brut Nature. Da questa zona della Champagne si ottengono quelli che già prima di Dom Pérignon venivano chiamati “vini di riviera” (in riferimento alla Marne e differentemente da quelli di “montagna”): qui i vigneti Roederer sono esposti a sud e le uve arrivano a grande maturità, dando poi vini di terroir, molto espressivi, decisamente fruttati, che poi finiscono per non avere assolutamente bisogno di ‘correzioni’. Appunto…
Ricordo, infatti, che il Brut Nature non è il Brut Vintage senza dosaggio, ma un vino completamente diverso.
Del nuovo champagne, Frédéric Rouzaud ha detto “è il risultato di diversi aspetti convergenti: un terroir storico e una grande annata, una maison che rispetta la natura e la creatività di un genio”, mentre Jean-Baptiste Lécaillon aggiunge che “vista l’eccezionale maturità delle uve e la rara profondità del gusto e della texture, abbiamo deciso di lasciare la natura fare il suo corso” e consiglia di degustare il Brut Nature 2006 alla temperatura di 13°C, godendoselo sul finire del pomeriggio…
La maison parla dello sviluppo dello stesso champagne in collaborazione con Philippe Stark… Beh, sarà, ma io continuo a ritenerlo il capolavoro di Jean-Baptiste Lécaillon con tutto il supporto attivo da parte di Frédéric Rouzaud. Per certi versi sto diventando anche io un… ‘talebano’?
Sagna – tel. 011/8131632 – www.sagna.it
Davvero una scelta sorprendente , l’imballaggio per LR. Sicuramente anche il contenuto non sarà da meno.
Cordiali saluti
Gianfranco
Come ho detto in occasione dell’assaggio in anteprima, di cui trova il link in questo stesso articolo. è uno champagne straordinario!
Buongiorno Alberto.
Per quanto riguarda la commercializzazione in Italia, conferma dicembre come sua previsione nell’articolo relativo all’assaggio in anteprima?
Grazie
Buonasera,
purtroppo no, la presentazione – e, a seguire, la commercializzazione – dovrebbe avvenire a gennaio, al massimo febbraio.
Ancora un attimo di pazienza, dunque…
Buongiorno Alberto.
Questo Champagne mi è stato regalato a fine maggio 2015 come premio per essere diventato sommelier AIS.
Al netto di una conservazione corretta, quanto tempo dovrei aspettare per poterlo godere al meglio? Come bene può immaginare, il desiderio di aprirla è tanto, ma non vorrei essere frettoloso.
Grazie.
Giacomo
Il 2006? Visto come sta mediamente evolvendo l’annata, direi che la può godere!
Mi faccia sapere…
Bevuto ieri sera come aperitivo con mortadella Favola, focaccia genovese e bufala di Battipaglia. Una completa delusione… Purtroppo era passato. Completamente scarico tanto che sembrava perfino troppo secco. Credo che avrei dovuto berlo almeno un anno fa… Spero che l’annata 2009 non mi deluda…
Premesso che il 2009 è in assoluto superiore (a cominciare dall’annata in assoluto), una simile prestazione mi fa sospettare una bottiglia ‘non perfetta’…
Il vino in sè per sè era abbastanza buono, non ossidato, però era scarico, quasi privo di bollicine; il che mi ha fatto pensare più ad una bevuta oltre il termine corretto, piuttosto che ad una bottiglia non perfetta. Oppure, semplicemente, si sono verificate entrambe le cose…
Con il 2009 consiglia di attendere ancora o di aprirlo già ora? Io non ho nessuna fretta, ne ho di vini pronti da bere, ma le delusioni di questo tipo le digerisco a fatica!
Si rifaccia con il 2009, buonissimo già ora! E mi faccia sapere…
Buonasera Alberto, oggi a pranzo ho assaggiato il 2009 ed indubbiamente è andata meglio della scorsa volta con il 2006,anche se….Onestamente mi aspettavo meglio. Trovo che il vino sia tecnicamente ineccepibile, però non mi ha entusiasmato come accade solitamente per le altre bottiglie di Roederer. Francamente non mi convincono nè la demi-mousse nè il dosaggio zero, mi sembra quasi incompleto. Ne ho acquistata un’altra bottiglia che la attenderò ancora qualche mese e vediamo l’evoluzione.