Super anteprima: il non dosato di Louis Roederer!

Gli champagne non dosati sono arrivati in pianta stabile poco più di trent’anni fa, ma da allora hanno conosciuto una crescita esponenziale, al punto che oggi si può parlare di fenomeno, se non addirittura di ‘moda’. Molti produttori, grandi e piccoli, hanno attualmente nella propria gamma uno champagne pas dosé o nature, ma spesso si tratta dello stesso brut proposto anche senza dosaggio, nei casi migliori di uno champagne millesimato che si sceglie di non dosare al momento del dégorgement. Morale della favola: nella maggior parte dei casi questi vini sono troppo duri, oppure sono assolutamente da pasto. Paradossalmente, sembrano funzionare meglio i Franciacorta pas dosé, d’altronde è tutta una questione di maturità delle uve…

Ecco, è proprio partendo dal concetto di perfetta maturità delle uve che Jean-Baptiste Lécaillon, il bravissimo chef de cave di Louis Roederer, ha iniziato a pensare a uno champagne non dosato per la pregiatissima maison di Reims. Ha studiato l’argomento per anni, il buon Jean-Baptiste, ha fatto prove ed esprimenti, selezionato uve e vigneti. Alla fine, ha scelto alcuni vigneti specifici tra quelli di proprietà, ovviamente, nel Premier Cru di Cumières (Vallée de la Marne), ma anche Hautvillers e Vertus, piantati sia a Pinot Noir, sia a Chardonnay con un rapporto totale di 60/40 a favore dell’uva nera. Vigneti biodinamici, inoltre, perché non dimentichiamo che, con ben 65 ettari, Louis Roederer è il più grande biodinamico in Champagne e uno dei più grandi in assoluto a livello mondiale!

Nel 2006, comunque, è la volta buona: è un’annata parecchio calda, le uve sono molto mature, quindi si può partire con il progetto. Dopo la vendemmia, le uve bianche e nere di un solo “domaine” a Cumières sono pressate insieme, ovviamente senza contatto con le bucce, a seguire l’intera massa del mosto (quindi già assemblata…) è  vinificata nel classico stile Roederer, perseguendo la minore invasività possibile, ma con una novità: l’uso dei tini tronco-conici di legno esteso a ben il 50% di questi mosti e non soltanto al 20-30% come avviene solitamente. La malolattica, come tradizione Roederer, non è svolta. L’imbottigliamento, infine, è avvenuto a ridosso dell’estate del 2007 ed è stata impiegata una quantità inferiore di zucchero in modo da ottenere una pressione minore, circa 5 atmosfere (demi-mousse). La tiratura è stata di circa 70.000 bottiglie.

Brut Nature 2006
55% Pinot Noir, 20% Chardonnay, 25% Pinot Meunier; 0 g/l
dég. dic. 2013 – Beh, metti il naso nel bicchiere e ti trovi in tutto un altro mondo, quasi al punto da resettarti rispetto agli champagne classici. L’olfatto non è semplicemente freschissimo, ma addirittura puro, pulitissimo, giocato su frutta a pasta gialla e mineralità, quindi una sottile nota fumè e richiami di tabacco. Più d’ogni altra cosa, però, è indiscutibilmente un vino di struttura e complesso, nonché brillante.
La purezza di questo champagne inedito, poi, si esalta all’assaggio, con una ricchezza, una texture che ricordano il Cristal, ma sempre a fronte di questa esaltante purezza, di questa inusitata pulizia.
Ecco, sono questi due aspetti a colpire maggiormente, anche perché il vino non è mai duro o secco, né improbabile. Straordinario.
Voto: 95/100 

Dò subito conto del punteggio altissimo. Questo champagne è grande in sé, ma è anche assolutamente eccezionale quando si pensa che non è dosato. Lo definirei un viaggio nell’essenza più pura del vino-champagne, ma anche l’ennesima conferma dell’eccellenza di Louis Roederer. Non solo: è senza dubbio il miglior pas dosé, punto e basta.

Per non parlare del fatto che il legno non si avverte minimamente e che questo champagne rappresenta anche uno degli aspetti più belli e credibili della biodinamica (altro punto a favore della maison di Reims), senza la benché minima traccia di puzzette o improbabilità. A proposito della biodinamica, Jean-Baptiste spiega che “è una filosofia, non una ricetta da seguire. Il risultato è vini con maggiore forza e migliore acidità” anche se, aggiunge, “la grandezza e la longevità di uno champagne non sono dati dall’acidità ma dalla maturità del frutto” e questo Brut Nature poggia le sue basi proprio su questo.

Ma, più d’ogni altra cosa, lo chef de cave, a proposito di questo nuovo champagne, spiega che “il non essere dosato è una conseguenza, non l’obiettivo: il vino, semplicemente non ne ha bisogno…”, capito? Sarà per questo che, a differenza di altri non dosati, si beve con grandissimo piacere anche da solo, salvo poi esaltarsi letteralmente con la gastronomia. In proposito, alcune degustazioni fatte lo hanno visto straordinariamente bene al fianco della Mortadella Favola e della Mozzarella di Bufala Campana DOP, nel caso quella del Caseificio Mail della famiglia Raimondo.

Alcune precisazioni finali. La bottiglia qui ritratta, e assaggiata ad aprile dopo una pre-anteprima a gennaio, è con un habillage provvisorio. Il definitivo è ancora in via di definizione e sarà assolutamente particolare. Il lancio è previsto a ottobre in Francia e poi, a seguire, via via sugli altri mercati, fino all’Italia intorno a dicembre. Il prezzo dovrebbe essere analogo a quello dell’attuale Vintage Rosé.

Il conto alla rovescia è iniziato…