Apanage Prestige: il punto di svolta di Pommery
Non lo nascondo io e non lo nasconde neanche la stessa maison: dopo l’ultimo cambio di proprietà (2002, da LVMH a Vranken), Pommery non si è trovata proprio in una situazione facile e ha dovuto risalire faticosamente la china. O meglio, la sta ancora risalendo (se nel vino i tempi sono lunghi, beh, nello champagne lo sono ancora di più!), però iniziano finalmente a vedersi diversi segnali più che confortanti. E per due motivi: primo la ricostruzione del patrimonio viticolo (non sarà più lo stesso, è vero, ma è stato comunque fatto uno sforzo enorme), secondo lo chef de cave. Molto acutamente, la proprietà ha dato pieni poteri a Thierry Gasco, già allievo del principe Alain de Polignac e chef del 1992: questi ha affrontato l’enorme lavoro che lo attendeva con passione ed energia, focalizzando lo stile della maison su “eleganza e leggerezza, nonché spiccata finezza della bollicina”. Comunque, alla fine i risultati concreti sono via via arrivati: prima un interessante – e inedito – Apanage Rosé, poi il pregiato Clos Pompadour, quindi ottime annate della Cuvée Louise (2000 e 2002), infine un’altra novità in seno alla linea Apanage con il Prestige.
Nelle intenzioni di Pommery, il nuovo Apanage Prestige si va a collocare nella fascia più alta dei brut sans année, mentre dallo stesso Gasco si apprende che nasce da un’idea veramente originale: un assemblage davvero molto particolare che prevede l’unione di tre annate di Grand Cru Millésime, la 2004, la 2005 in prevalenza, e la 2006. Si tratta, pertanto, di un assemblaggio di assemblaggi millesimati. Qualcuno parlerebbe di “multimillésime”, ma Pommery non sembra interessata a questa dicitura, invece usata da altri come elemento di valore. Questa prima release dello champagne, quella tuttora sul mercato, è stata tirata nel 2007 in 20.000 bottiglie e degorgiata a inizio 2013.
Brut Apanage Prestige
50% Pinot Noir, 50% Chardonnay; dosage 9 g/l
Bel naso, denso ma elegante allo stesso tempo. Sembra molto legato allo Chardonnay e, non a caso, rivela grassezze di nocciola e una florealità bianca, anch’essa piuttosto “grassa”, oltre a un fondo agrumato.
Promette bene e, in effetti, una bollicina molto fine apre l’assaggio, imperniato su una materia rotondamente consistente, ovvero cremosa, che si esprime decisamente sugli agrumi dolci (mandarino) e uno spunto di erbe aromatiche rinfrescanti, il tutto con un’ottima pienezza palatale e una gran bella persistenza che ora si fa gustosamente fruttata.
Era molto buono, ma ora, a distanza di un anno, si è completato facendosi ottimo. Ed estremamente accessibile, nonché piacevole, da parte di chiunque…
Voto: 90/100
Avevamo assaggiato questo champagne in anteprima per la guida Grandi Champagne e già allora aveva dimostrato subito di che stoffa fosse fatto. Pertanto, ero curiosissimo di riassaggiarlo a un anno di distanza, in modo da trovarlo nelle condizioni ottimali e verificarne le reali potenzialità. Beh, devo dire che la qualità si è definitivamente cristallizzata (ha guadagnato quel punto in più…) e questo champagne si è collocato a buon diritto tra i migliori brut sans année, quindi l’obiettivo della maison può ritenersi centrato. Certo, poi entrano in ballo lo stile e i gusti personali, ma il valore oggettivo è indubbio. A proposito di valore, sono molto curioso di assaggiare, quando sarà, la seconda release di questo champagne, già, perché l’attuale Apanage Prestige ha una sorta di asso nella manica: nel 2005 la Cuvée Louise non è stata prodotta, quindi queste uve, le migliori di Pommery, sono certamente confluite nel nuovo progetto. Ma, a quanto pare, hanno fatto bene a farlo…
Vranken-Pommery Italia – Tel. 0523/952370 – www.vrankenpommery.it
Buongiorno, l’attuale Apanage è sicuramente migliore del Grand Cru Royal 2006.
Quest’ultimo, acquistato a natale è stata una vera delusione, specie se paragonato al GV 2006 di Moet, sempre invece più buono col passare del tempo….
Mi sono lasciato trarre in inganno dal fatto che è costituito da uve derivanti da 7 g.c., dimenticandomi che grand e premier cru non necessariamente è sinonimo di qualità.
Tyson Stelzer nelle the champagne guide 2014/2015 attribuisce al 2005 un misero 80/100 e, credo a ragione.
A quel prezzo, sui 55 euro, mi consolo con un grande champagne il b.db. brut nature di Ruppert-Leroy, un vigneron che nella prossima edizione della guida andrebbe senz’altro inserito.
ms
In effetti, gli ultimi assaggi di Pommery stanno lasciando perplesso anche me… Assaggiato in anteprima il Grand Cru 2006 si era rivelato non posso dire ottimo, ma almeno buono, invece pare che l’evoluzione, a quasi due anni di distanza, non gli abbia giovato. Anzi…
Cosa che, invece, come ha fatto giustamente notare lei, sta giocando a favore di Moet. Ma si sa: i millesimati di Moet rivelano sorprese piacevolissima con il tempo.
Sulla 2005, invece, oramai dovrebbe essere nota la mia idiosincrasia, salvo 5-6 etichette.
Ruppert-Leroy? Non lo conosco. Approfondirò…