Besserat de Bellefon: quando l’impegno paga
(I Parte)
Ho già avuto modo di parlare di Besserat de Bellefon, storica maison di solidissima reputazione che, purtroppo, ha poi vissuto un periodo non felice sulla fine degli anni ’90. L’acquisto da parte del Gruppo BCC nel 2006, però, ha donato nuova linfa alla maison di Epernay, che sta risalendo la china per collocarsi nuovamente su livelli d’eccellenza. L’ultima volta, avevo assaggiato questi champagne della linea Cuvée des Moines a fine 2012 e li avevo trovati tra il buono e il molto buono, quindi già meglio di quando avevo visitato la maison un anno prima e mi ero trovato di fronte a champagne dalla qualità confortante. Insomma, la crescita è stata netta, tangibile, ma è solo con gli ultimi assaggi che questi champagne sono finalmente tornati su livelli degni del blasone del marchio. Finalmente.
D’altronde, ho detto più volte che, se nel vino i tempi sono lunghi, nello champagne lo sono ancora di più, pertanto, avendo la nuova proprietà acquistato la maison nel 2006, è giusto che i primi frutti tangibili della nuova gestione, sotto l’abile guida di Philippe Baijot, inizino ad arrivare solo ora. Ma siamo solo all’inizio… Inoltre, gli champagne della linea Cuvée des Moines, hanno diverse frecce al loro arco: non svolgono la malolattica, sono a pressione minore (4,5 atm. anziché 6), quindi sono dei demi-mousse, infine riportano la data del dégorgement, il che permette di gustarli sempre al meglio secondo i gusti del singolo. E questa rinnovata bontà che andiamo subito a scoprire da vicino è ora anche apprezzabile in maniera capillare da tutti gli appassionati perché la distribuzione di Besserat de Bellefon è ora in mano a un nome di grandissimo prestigio qual è Barone Ricasoli.
Brut
20% Pinot Noir, 35% Chardonnay, 45% Pinot Meunier
(base vendemmia 2008, 25% di vins de réserve, dosage 9 g/l)
dég. apr. 2013 – Approccio olfattivo freschissimo, nel quale una leggera tostatura accompagna il frutto, la mineralità e tanti, tanti agrumi. Una eco di nocciola, poi, dona quel giusto spunto di grassezza. Palato ancora molto fresco e rotondo, croccante, o meglio talmente ben equilibrato da risultare quasi “leggero”.
Lo sviluppo è quasi totalmente imperniato sugli agrumi, ma questo e la buona spalla acida lasciano la bocca ancora fresca, pulita e pure piacevolmente sapida. Si conferma, infine, la bellissima bollicina, che poi è una delle peculiarità di questa linea. Champagne semplice ma, proprio per questo, molto accessibile e gradevole.
Voto: 86/100
Blanc de blancs
100% Chardonnay
(base vendemmia 2008, 5% di vins de réserve, dosage 9 g/l, uve solo Grand Cru)
dég. ott. 2013 – Davvero un bel naso, capace di conquistare immediatamente con la sua intensa mineralità, la sua grassa florealità, la sua fine dolcezza che riporta ancora a questa florealità “matura”, tutto ben fuso, fitto, articolato.
Assaggio rotondo, cremoso, fresco, gustoso nei ritorni dolci, stavolta di frutto, nella freschezza di impronta agrumata, nella bella mineralità che regala sapidità al finale, quest’ultimo arricchito da continui ritorni floreali che lasciano la bocca molto piacevole, soprattutto grazie a una lunghissima scia salina!
Champagne di sostanza ma che non punta alla complessità, per privilegiare, invece, una grandissima piacevolezza.
Voto: 89/100
Rosé
25% Pinot Noir, di cui il 10% in rosso, 30% Chardonnay, 45% Pinot Meunier
(base vendemmia 2008, 15% di vins de réserve, dosage 9 g/l)
dég. set. 2013 – Naso molto invitante nel suo essere certamente rosé, polposo ma anche fresco nella sua matrice fruttata che risulta giustamente dolce, il tutto poggiato su una bella mineralità. L’attacco in bocca riporta alle note olfattive, ma poi la componente agrumata, i ritorni minerali e l’acidità ben integrata rendono il vino teso e asciutto, fino al finale molto sapido e ancora fruttato. Lungamente. Sempre molto bella anche la bollicina, fine e compatta.
È migliorato veramente tanto, tantissimo, guadagnando sia in sostanza, sia in piacevolezza. Molto. Inoltre, interpreta alla perfezione il prototipo di rosé, senza (s)cadere mai in morbide dolcezze, e questo è un pregio non da poco.
A un soffio dall’eccellenza.
Voto: 89/100
Queste le prime tre etichette della linea Cuvée des Moines di Besserat de Bellefon, che abbiamo visto essere champagne volutamente improntati alla piacevolezza, alla facilità di beva più che alla complessità, il tutto, beninteso, senza trascurare minimamente l’abbinamento. Anzi, i Cuvée des Moines sono perfetti per accompagnare la gastronomia (d’altronde, sono nati proprio per questo…). Nella fattispecie, vedo il Brut come un ottimo aperitivo, soprattutto se accompagnato da canapè e stuzzichini vari, il Blanc de blancs chiama a gran voce le ostriche, il sushi e anche i primi di mare (muore con gli spaghetti alle vongole), mentre non trovo niente di meglio di un gran piatto di salumi di razza con il Rosé.
Nella prossima puntata vedremo gli champagne per così dire “speciali”, quindi l’Extra Brut, il Millésime e una chicca in anteprima assoluta.
Barone Ricasoli– tel. 0577/7301 – www.ricasoli.it
A proposito di sans annèe, ieri ho provato il j. de telmont grande reserve…è stata una gran bella scoperta. Lei cosa mi dice?
Gentile Luciano,
non lo riassaggio da un paio di anni e, non avendone ricordo, non deve avermi colpito… A dirla tutta, nel medesimo villaggio (Damery) ritengo Lenoble nettamente superiore. Non me ne voglia…
Però, se alla fine le è piaciuto, evviva, ha ragione lei!
Illustre Alberto, al di là dei gusti, leggo sempre con grande interesse i suoi giudizi-pareri, in quanto, avendo lei grande esperienza nel campo, c’è sempre da imparare. grazie
Ma grazie a lei!