Quel geniaccio di Erick De Sousa… caspita che champagne!
Avevo assaggiato gli champagne De Sousa tanto tempo fa e, certamente complice anche la minore esperienza, non li avevo saputi apprezzare. Man mano, poi, il buon Federico Angelini mi ha sempre raccomandato di parlarne, di metterli in guida perché erano buonissimi e… alla fine ce l’abbiamo fatta: gli champagne firmati da Erick De Sousa sono nella guida Grandi Champagne 2014-15 e si son fatti valere alla grande. Così faccio ammenda e dico che non solo Federico aveva ragione, ma addirittura che De Sousa è uno dei grandi nomi di Champagne!
Su questo spazio ho già parlato di uno straordinario champagne millesimato, mentre nella nuova edizione della guida c’è gran parte della gamma. In questa sede, però vorrei parlare di un altra grande etichetta di De Sousa, la Cuvée des Caudalies Brut che ho portato in degustazione a Ein Prosit, mentre in guida troverete la versione extra-brut. La Caudalies è la linea di punta di questo RM e comprende 5 etichette, 4 blanc de blancs Grand Cru e un Rosé.
Il Brut, così come la versione “extra”, nasce esclusivamente da vecchie vigne di 50 anni, tutte di Avize, le cui uve sono poi fermentate in barrique, di cui circa il 15% nuove. L’assemblaggio vede il 50% dei vini dell’ultima vendemmia – nel caso la 2006 – e per l’altro 50% vins de réserve che in realtà sono un assemblaggio di 11 annate precedenti, dalla 1995 alla 2005. Una volta imbottigliato, poi, lo champagne matura quasi 4 anni sui lieviti prima del dégorgement e del dosaggio, a 7 g/l il Brut, a 5 g/l l’Extra-Brut. A proposito, ricordo che Caudalies è la misura della persistenza gustativa di uno champagne: 1 caudalie = 1 secondo…
Cuvée des Caudalies Brut
100% Chardonnay
dég. 16 dic. 2011 – Appena accosti il naso al bicchiere capisci di essere di fronte a uno champagne di razza: è ricco, brioso, decisamente minerale, una mineralità tendente al marino, ma anche denso di materia tra frutta secca e un tocco di miele di castagno. Affascinante, poi, la contrapposizione tra la buona freschezza di espressione e la maturità del frutto, mentre il legno si percepisce certamente, ma non è mai né fastidioso, né eccessivo. Il palato riporta in evidenza la densità, lo spessore della materia, ma l’assaggio è sempre armonico e giustamente dinamico per via di un’acidità tanto importante quanto ben integrata che esalta i ritorni minerali e un frutto più polposo che realmente dolce. A proposito di dolcezza, il dosaggio appare perfettamente integrato, tanto che la chiusura è addirittura tendente al secco in un quadro sempre minerale. Il legno è anche più evidente, ma arricchisce il vino senza renderlo boisé. E che persistenza, che bella bocca!
Voto: 90/100
Un grande blanc de blancs, insomma, ma anche l’esempio evidente e tangibile della bravura di questo piccolo produttore. Soprattutto, perché Erick è un vigneron naturale (è pure certificato AB), ma lo è senza proclami, senza stregonerie e senza improbabilità – per usare un eufemismo… – al punto che i suoi champagne sono immediatamente “buoni” e lo sono per tutti. Ho avuto la fortuna di assaggiare con Erick in cantina e, mentre degorgiava à la volée un’annata dietro l’altra di Caudalies, dalla 2004 alla 1990, ho potuto apprezzare la passione, l’amore di quest’uomo per il suo lavoro, per lo champagne: un mito!
Si dice che io sia un “maisonista” incallito… È vero, non lo nego, ma è altrettanto vero che quando incontro un piccolo produttore veramente bravo, nonché capace di champagne eccellenti, beh, non faccio nessuna fatica ad ammetterlo. Anzi…
Sarzi Amadè – tel. 02/26113396 – www.sarziamade.it
Fantastico.
È bello sapere che prima o poi anche persone come voi che vi ponete il compito di fare delle guide riuscite a rendervi conto di cose ovvie.
Ascoltate più il mercato e locali giusti (siti in campagna)
È solo un consiglio, dato che di palato è bene non parlarne
È per questo motivo che nel panel di degustazione sono presenti due persone (Luca Boccoli e Daniele Tagliaferri) che sono al contatto tutto il giorno con il grande pubblico…
E’ possibile che al momento dell’uscita della guida 12/13, De Sousa non fosse ancora regolarmente importato in Italia?
Mi sembra di ricordare che questo lei mi disse quando rilevai l’assenza di uno dei produttori di champagne in assoluto più quotati dalla critica d’oltralpe.
Ciò detto, da qui a dare per ovvia la visibilità di questo champagne, ne corre……
Quante enoteche ce l’hanno in assortimento e quanti appassionati ne hanno sentito parlare?
In realtà, De Sousa era già importato, ma diciamo che l’importatore non era troppo attivo nel valorizzarlo. Ora, con Sarzi Amadè, De Sousa beneficerà certamente di maggiore diffusione e valorizzazione.
Da parte nostra, invece, l’abbiamo fortemente voluto in questa nuova edizione e abbiamo anche avuto modo di visitarlo.
Infine, sì, è vero che certi champagne sono “ovviamente” noti per gli appassionati, quasi sconosciuti per il grande pubblico… Allora sta a noi che ne scriviamo cercare, nel nostro piccolo, di portarli adeguatamente alla ribalta, oltre al passaparola di voi appassionati.